Accettazione e riconoscimenti

Buongiorno,

la mia situazione familiare è al momento un po' complicata, mi spiego. Sono abruzzese di origine, trasferitosi a Bologna e convivente da quasi 2 anni. Io e la mia compagna abbiamo deciso di sposarci nel 2018 e questa notizia è stata accolta in modi diversi. La sua famiglia, vivace ed estremamente comunicativa, ha recepito la notizia con felicità, dimostrandomi apertamente sia prima che dopo la notizia tutta la loro approvazione. I miei genitori sono di un'altra pasta, direi quasi di un altro pianeta. La distanza che separa le 2 famiglie non è solo chilometrica (una in Emilia, l'altra in Abruzzo). Mia madre è una persona mite, pacata, remissiva. Non si imporrebbe neanche volendo in una discussione, soprattutto con i figli. Mio padre è la figura autorevole/autoritaria, sicuramente più forte e prevaricante di mia madre. Ho sempre rispettato mio padre per cui provo onestamente affetto e, indubbiamente, timore. Non ho avuto molte storie nella mia vita e non ho mai avuto la possibilità di presentare loro una fidanzata, prima della mia attuale compagna. Prima della notizia del matrimonio, i miei genitori l'avevano incontrata una sola volta l'anno scorso, quando siamo scesi in Abruzzo a trovarli. La mia compagna ha un carattere rigido, estremamente attenta alle questioni di principio e a ciò che si può leggere tra le righe di una situazione. Quindi quando è stata data la notizia del matrimonio lo scorso agosto e i miei genitori hanno reagito in maniera composta, sicuramente sorpresa, ma senza esprimere pareri positivi o negativi, lei ha interpretato ciò come una bocciatura o un'approvazione forzata della relazione. La mia compagna proviene da una precedente relazione durata 10 anni, da cui ne è uscita scioccata e infranta. Senza specificare tutto e troppo, c'era un altro possibile matrimonio in mezzo, un tradimento da parte del suo ex che ha successivamente deciso di sposare un'altra donna pochi mesi dopo essersi lasciati e da cui ha avuto un figlio. Sebbene tutto questo faccia parte del passato, sono rimaste indubbiamente delle cicatrici evidenti che ora io devo scontare in quanto suo compagno. Quindi sebbene io tenti di mediare con i miei genitori e spingerli a dare il massimo per far sentire la mia compagna parte della famiglia, i suoi dubbi in merito restano forti e ciò comporta forti attriti. Di istinto giustifico i miei per la loro incapacità di uscire fuori da loro stessi (non li ho mai visti entusiasti di qualcosa in particolare) e per il fatto che non ho mai portato loro a casa una ragazza/fidanzata prima d'ora. In più non hanno modo di frequentare la mia compagna continuativamente come io frequento i suoi genitori vivendo nella stessa città. Mi sarei aspettato anche io una reazione diversa da loro? Sicuramente. Loro ad ogni modo partecipano con le spese e mia madre è molto attiva nelle preparazioni. Però secondo la mia compagna non l'approvano non avendole detto: "siamo contenti che sposerai nostro figlio".

Cosa ne pensate?
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Attivo dal 2017 al 2020
Psicologo
Salve,

mi permetto di dirLe che Lei non - deve scontare - il passato della sua compagna. Leggere come una scelta consapevole quella di "accogliere" la vita che l'Altro ha vissuto prima dell'attuale relazione può esserci d'aiuto, nella misura in cui, raccontandocela come una scelta e non come un dovere, potrebbe pesarci meno.
Quanto ai Suoi genitori, la loro approvazione ha un'importante funzione di rinforzo da bambini, come da adulti.
L'approvazione però non accade necessariamente nei modi e nei tempi con i quali ci aspettiamo di riceverla, soprattutto quando il divario tra famiglie che hanno vissuto un'intera vita con modalità relazionali differenti (e forse più rigide) è consistente.
Probabilmente, ma posso sbagliarmi, la Sua compagna è abituata a comunicazioni chiare, dirette, così come quella che avrebbe voluto ricevere, come Lei stesso scrive, dai Suoi, ma può farle notare, ad esempio, che il coinvolgimento attivo di Sua madre nei preparativi rappresenta un gesto forse meno superficiale di una frase fatta che fa piacere sul momento, ma che non rappresenta un aiuto concreto. Sono certa capirà.
Quando siamo coinvolti nelle dinamiche di un'altra famiglia, spesso quella del coniuge, è bene abbandonare l'idea di aspettarci che quelle dinamiche siano le stesse alle quali siamo abituati; molti dei problemi con lo stesso coniuge nascono proprio dall'incapacità di far propria questa consapevolezza.

Le faccio un In bocca al lupo
[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve Dr.ssa Capulli,

La ringrazio per questa prima risposta.

Vorrei argomentare ulteriormente dicendo che ha perfettamente inquadrato che tipo di persona è la mia compagna. Parla molto ed efficacemente e richiede lo stesso rigore nelle comunicazioni ricevute. E i miei genitori non sono in grado di darle questo, per il momento. Io per primo ho difficoltà a starle dietro, avendo un carattere diametralmente opposto: evito le discussioni e comunico essenzialmente poco a causa del mio carattere. Nelle sue reazioni e nei suoi comportamenti avverto rabbia repressa, paura dei tradimenti e delle "malelingue" e una sorta di rivendicazione di superiorità verso tutte le persone che l'hanno fatta soffrire e che la fanno soffrire tuttora. Lei si arrabbia prima di tutto con me, perché sono incapace di difenderla, valorizzarla con gli altri e perché metto i bisogni delle altre persone prima dei suoi. Le nostre prime discussioni erano centrate sul fatto che l'accusassi di egocentrismo. Adesso credo di riuscire a comprenderla meglio, ma nonostante questo, quando cerco di adattarmi al suo modus operandi, sento l'impulso di fare il contrario (come farei io) e mi ritrovo quindi inerme e con la sensazione di non avere gli strumenti psicologici adatti per darle ciò di cui ha bisogno. Vorrei parlare anche di me. Come già detto evito le discussioni e cerco sempre di venire incontro a tutti per farli contenti, a volte sbagliando. Se ho la possibilità di non prendere le parti, non le prendo. E per questo vengo tacciato di non avere gli attributi. Questo mio modus operandi è ciò che più di ogni altra cosa manda in bestia la mia compagna. Odio le persone che alzano la voce e quando questo accade spesso perdo anche la voglia di ascoltare e riflettere su quanto mi viene detto, mi metto sulla difensiva e smetto di parlare del tutto.
Lei si aspetta una grande famiglia felice, allargata, un po' alla Mulino Bianco. Onestamente non so come soddisfare queste sue aspettative dato che non posso costringere i miei a darle/dirle artificiosamente ciò che chiede.

Grazie ancora
[#3]
dopo
Utente
Utente
In aggiunta a quanto scritto sopra: viene criticata la mia incapacità di impormi, di far valere quanto dico, prima di tutto nei confronti di mio padre e poi del resto del mondo. La mia compagna da quando ho lasciato il precedente lavoro per cercarne uno migliore (anche sotto suo consiglio), si è presa la responsabilità di farsi carico di gran parte delle spese ordinarie e straordinarie. E per questo non so come ringraziarla, apprezzo tutto ciò che fa per me e come si prende cura di me. Ma vorrebbe che i miei genitori le riconoscessero anche questo, il fatto di prendersi cura del loro figlio. Non capisco, a questo punto, se faccia le cose con il solo scopo di sentirsi riconosciuta, premiata.
[#4]
Attivo dal 2017 al 2020
Psicologo
Gent.mo,

ringrazio io Lei per la risposta.
Cercare una spiegazione al comportamento altrui sarebbe oltremodo sbagliato e controproducente, specie in questa sede. Mi sembra Lei abbia però un quadro della situazione chiaro, da quello che scrive.
Quello che ognuno di noi può fare, una volta che si ha chiara la situazione e che si riconoscono propri limiti e punti di forza, è cercare di capire quanto si è davvero disposti a cercare un punto d'incontro (anche con il rischio di non trovarlo) e cercare di mostrarsi disponibili al confronto.
Il famoso compromesso del quale si parla quando si parla di relazioni amorose, a mio avviso, si gioca sulla voglia e la capacità che la coppia ha di confrontarsi, riconoscendo i problemi interni alla coppia e distinguendoli da condizionamenti che arrivano dall'esterno, che però sulla coppia hanno un effetto negativo, come mi pare stia accadendo nel Suo caso.

Rinnovo l'augurio