Apatia del partner

Buongiorno, vi ringrazio anticipatamente per le risposte che vorrete e potrete offrirmi.
ho 45 anni, nel settembre 2017 ero sposato, ho conosciuto una ragazza più giovane (35 anni),me ne sono innamorato tanto da lasciare mia moglie(con la quale vi erano già problemi).La mia nuova compagna ha un figlio di 12 anni avuto da una precedente relazione con un ex fidanzato che tutt'oggi le crea (ci crea) infiniti problemi.Quest'uomo sostiene che lei le abbia rovinato la vita e lui le ha giurato odio eterno tanto da dirgli "l'odio che provo per te è maggiore dell'amore che provo verso nostro figlio".Da quanto ne so, nella loro storia, quando il bambino aveva solo due mesi ci sono stati anche episodi di violenza, averla scaraventata giù dalle scale e averle lanciato l'acqua bollente in viso.Lei ha una paura tremenda di perdere il figlio ed ha una paura folle di questa persona.Viviamo in un piccolo paese e quindi esiste in lei anche la paura di incrociarlo perchè lui le ha chiaramente detto "non so come reagisco se vi incrocio insieme".Tra l'altro la prestanza fisica dell'ex non aiuta (195 cm di altezza per 120 kg di peso) giocatore di football americano.Io non avrei alcun timore di lui, anche per la mia posizione pubblica (forze dell'ordine) a lui nota.Ed in più di un occasione ho cercato di far capire alla mia compagna che questo atteggiamento è posto in essere per danneggiarla ma che di li a far qualche sciocchezza ce ne passa, sopratutto in mia presenza e per il mio ruolo. Ma niente, la paura sovrasta tutto!! Non hanno nessun tipo di organizzazione per la gestione del figlio,Lui si fa i suoi comodi e tiene il figlio quando e come vuole.A lei va bene così perché tanto sta con suo figlio ovviamente.Chi ne fa le spese sono soltanto io in quanto a causa di questa disorganizzazione generale,gli appuntamenti saltano di frequente,risulta impossibile persino organizzarsi per una cena fuori,non ne parliamo di vacanze,queste sono rigorosamente separate.Inoltre quando siamo insieme lui la tempesta di telefonate per "romperle" le scatole oltre i livelli di stalcker...per sapere dove si trova con chi, cosa sta facendo e quant'altro..Con le dovute maniere gliene ho parlato più e più volte ma è molto evidente in lei l'ansia e la paura che questa persona le provoca.Quindi siamo soventi a litigare.Il padre del bambino ha saputo recentemente della nostra relazione ed immediatamente ha avvertito la mia compagna che in nessun modo io devo entrare in contatto con il bambino. La mia compagna ha un carattere molto chiuso sia per la comunicazione sia per i sentimenti tanto che io l'ho definita anaffettiva se non per qualche rara ed estemporanea manifestazione.Lei è un muro impenetrabile.Queste violenze sono presenti da 12 anni o poco meno,a nulla è valso il suggerimento di andare da uno psicologo ed affrontare i passi necessari verso questa persona.La risposta è sempre la stessa, gli psicologi non servono a niente! Intanto da ottobre scorso dallo psicologo ci sono io....segue
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

lo psicologo, è vero, ha un ruolo in storie del genere, sinceramente non sono d'accordo con chi dice che lo psicologo deve intervenire prima o dopo la denuncia e che il suo ruolo sia quello di fare in modo che la vittima giunga alla denuncia.

Il ruolo dello psicologo è quello di aiutare la vittima a prendere coscienza di quanto sta accadendo e che ciò che subisce si chiama violenza.

Capisco la paura, ma proprio perchè Lei che scrive fa parte delle forze dell'ordine, ritengo che il primo aiuto possa arrivare proprio da parte Sua, per aiutare questa donna a proteggere se stessa e il figlio.

Credo che nella situazione specifica, pur con i limtii della distanza e del mezzo che qui stiamo usando, sia sensato intervenire per allontanare quest'uomo che usa violenza, che minaccia, ecc... come priorità.

Ha già sentito un legale di fiducia?
Avete pensato di rivolgervi ad un centro antiviolenza della zona?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta. Mi creda, tutto quello che potevo fare ritengo di averlo fatto. Ovvero, attraverso il mio psicologo fornire alla mia compagna i numeri del centro antiviolenza. Niente da fare. Offrirgli di sentire il mio legale. La paura e la situazione perdurante di violenza hanno creato una sorta di assuefazione. Pensi che anni fa, con le prime minacce, la mamma della mia compagna si è recata dai CC per sporgere denuncia ma per motivi di legge non è stato possibile, ci vuole il diretto interessato. La mia compagna non se l'è sentita perchè ha paura di ritorsioni che le facciano perdere il figlio in quanto è disoccupata. Ovviamente non è così. Ma la paura maggiore, dovuta ad un impianto di legge troppo leggero, è quella di subire un'azione di violenza drastica in seguito ad un eventuale provvedimento di allontanamento. E purtroppo come biasimarla dato quello che si sente in giro! Più volte gli ha detto,anche dinnanzi al bambino che l'avrebbe ammazzata. Questo spregevole soggetto, saputo della nostra relazione, ha avuto la faccia tosta di dirle che ora mi avrebbe fatto perdere il posto di lavoro. Io mi sono fatto una risata. Ben consapevole della mia presenza e delle sue violenze ha proseguito imperterrito, rivolgendogli ulteriori pressioni "se ora pensi di poterti rivolgere ad un legale e non farmi vedere mio figlio sappi che è la fine".
Cosa è scaturito da tutto questo? se prima mi raccontava di queste telefonate adesso basta non mi racconta più niente. Come ho detto alla mia compagna sono ai suoi occhi visto come il nemico...situazione surreale.
Il padre del bambino, pur avendo un posto fisso da dipendente dello stato, non fornisce alcun sostentamento mensile oltre a tutti i necessari extra, scuola,libri,palestra e regali vari. Quando si sono allontanati e lui ha dovuto cambiare casa, si è fatto pagare il trasloco dalla mia compagna!! Insomma questo soggetto riesce a tenere in scacco tutta la famiglia attualmente composta da 3 donne, mamma, figlia e mia compagna!! Il papà della mia compagna in punto di morte aveva chiesto di ricevere una pistola per poterlo liquidare tanto sapeva che di li a poco non ce l'avrebbe fatta.
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dopo
Utente
Utente
.......in prosecuzione al messaggio iniziale vado a concludere....

Dulcis in fundo da un mese lei ha problemi di salute, non si sa di preciso che cosa abbia , sono in corso gli accertamenti del caso. E' stata ricoverata per un'infezione?, aveva 39 di temperatura e globuli bianchi a 20000, costantemente nausea ed una fitta al fianco destro. Dopo il breve ricovero, sottoposta ad un bombardamento di antibiotici è rimasta la nausea,l'inappetenza e si è fatta avanti l'apatia. Non ha voglia di vedere nessuno. Nei miei confronti afferma di avere dei sentimenti ma che non vuole farmi sentire in obbligo per questa sua condizione. Questo nonostante le mie rassicurazioni circa la mia vicinanza. Insomma devo essere io a farmi avanti e cercarla.
Da oltre un mese ovviamente non abbiamo un rapporto intimo. Questo mese le sono saltate le mestruazioni ed è escluso che sia in stato interessante. Giustamente vuole venire a capo di questa situazione prima di avere nuovamente un rapporto con me.
Faccio un passo indietro, lei vive con sua mamma per la consumazione dei pasti e quando ha il figlio dorme in un appartamento adicente alla madre.
In passato le ho dato anche le chiavi di casa e le ho proposto di venire a convivere con me, ma niente, da una risposta di impatto "potrebbe essere una soluzione", ieri mi ha detto che la convivenza non fa parte dei suoi progetti futuri.
Ho realizzato da subito che trattasi di una ragazza problematica a livello caratteriale. Inoltre i medesimi problemi di salute li ha già accusati oltre un anno addietro quando non aveva legami sentimentali. Pertanto mi sento di escludere con ragionevole dubbio che io possa esserne la concausa.
Come le dico spesso, sebbene lei non lo manifesti, internamente ed inconsciamente a causa di queste pressioni dell'ex deve avere una quantità di stress ed ansia indefinita. Pensate che se guarda in Tv "chi l'ha visto" non può dormire in casa da sola ma deve restare da sua mamma.
A tutto questo ci aggiungete che parliamo di una persona che non ha fiducia in se stessa e nel prossimo in generale. Ha sempre manifestato il disappunto che io vedessi i miei amici quando lei è impegnata con il figlio (che poi sono i anche amici suoi, compreso sua sorella). Di recente ha manifestato il fatto di non fidarsi più di me in quanto a causa dei vari appuntamenti saltati io ho cambiato un pò le mie abitudini di vita. Prima restavo quasi sempre in casa nella costante attesa di un sms o di una chiamata che mi confermasse o meno la sua presenza, poi da un giorno all'altro mi sono rotto di questa cosa che in me generava solo ansie e turbative ed ho iniziato ad uscire con una certa costanza con gli amici frequentando pub e discoteche, ma senza averla mai tradita ma rendendola edotta solo nel momento in cui lei mi cercava per darmi la spiacevole notizia che non ci saremmo potuti vedere. Questo, dice lei, ha provocato la mancanza di fiducia, in quanto pur riconoscendo le sue problematiche, ha paura che io vada per altri lidi per poi lasciarla. Di contro però non pone in essere alcuna azione per affrontare il padre del bambino, nemmeno piccoli passi, tipo non rispondere al telefono quando siamo insieme. Insomma mi pare un atteggiamento egoistico da manipolatrice e basta!! Le ho dato la mia disponibilità ad accompagnarla dai dottori, a prenderla dall'uscita in ospedale, niente, la risposta è sempre la stessa, "non ti preoccupare, c'è mia madre".
Non so proprio cosa fare. Se la chiamo mi sembra di essere fuori luogo o di troppo, se non la chiamo so di generare in lei dubbi circa eventuali tradimenti. Mi sono limitato a darle la mia disponibilità, le ho detto di farsi sentire ogni volta che lo desidera e se vuole sono disposto a farle compagnia quando non ha suo figlio. Infine le ho detto "fai quello che ti senti" ed anche questa mia non l'ha presa bene.....che si fa in questi casi?
Il rovescio della medaglia, mia moglie (perchè sulla carta siamo ancora sposati) una Donna con la D maiuscola, la quale ha subito questa mia decisione, è in forte depressione, in cura dallo psichiatra e dallo psicologo, accusa problemi di concentrazione sul lavoro e nonostante tutte le mie angherie è ancora disposta a perdonarmi. Io sono divorato dai sensi di colpa per non essere stato sincero ma sopratutto per non aver affrontato i ns problemi da Uomo prima di tradirla e poi lasciarla. Con lei abbiamo trascorso 16 anni di matrimonio, purtroppo costellati da mille problemi esterni, entrambi troppo cervellotici, ci siamo fatti problemi su ogni cosa non affrontandoli probabilmente nei giusti modi, poi si sono aggiunti i problemi di salute del padre, i miei problemi di lavoro. Insomma tante grosse cose che ci hanno portato ad una routine spaventosa. Non avevamo più rapporti intimi da anni.
Oggi io sembro aver cancellato completamente il mio marimonio e non mi spiego questa cosa. Da quando mia moglie è andata via di casa io sembro averla completamente cancellata. Anche per questo non mi do pace e mi pongo continue domande alle quali non so rispondere.
Insomma combatto con me stesso, con questa compagna problematica ma sto arrivando alla conclusione che stavo meglio con mia moglie che mi amava all'invero simile e non mi ha mai fatto mancare nulla. Sono fortemente pentito per quello che le ho fatto ma è altrettanto vero che la paura di tornare con lei è tanta, per tutte le spiegazioni che giustamente le dovrò fornire e per le prove di fiducia che dovrò superare ma anche per la vergogna che mi divora internamente.
[#4]
dopo
Utente
Utente
aggiornamento, le sono arrivate le mestruazioni;
contestualmente aveva una visita medica da uno specialista dalla quale è emerso che non si comprende la problematica che potrebbe derivare dal sangue. L'ha rinviata ad un accertamento presso un equipe medica lunedì pomeriggio.

aggiornamento sullo stato d'animo della mia compagna.... suo sms: ***** non va a catechismo. immagino però che uscirà. io comunque resto a casa;
mio sms:che resti a casa lo so, se ****** esce e ti fa piacere che io venga fammelo sapere perchè lo faccio volentieri e non la vivo come un sacrificio;

poco dopo suo sms: ***** è uscito....io sono qui.....se poi hai voglia di passare...altrimenti non c'è problema intanto io sono inutile

non ho dato repliche;

domanda, di tutta evidenza che l'autostima è sotto i piedi. E' anche vero che la mia Lei è sempre alla ricerca di conferme e di certezze da parte mia, come comportarsi? lasciare che sia lei a cercarmi?, non invadere i suoi spazi?, anche se non l'ho mai fatto!! cercarla con sms poco invasivi? (che poi è sempre quello che ho fatto per carattere)
Non nascondo di avere il dubbio che sia un motivo per allontanarmi o per farsi lasciare in maniera sibillina. Solo il tempo me lo dirà.
Grazie
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