Acquisto casa e senso di insoddisfazione

Carissimi Medici,
ho 30 anni, vivo a Roma e dopo 4 anni di affitto e convivenza con il mio ragazzo siamo alle soglie di acquistare casa.
Vivendo qui, i prezzi delle case sono alti e visto il periodo storico/economico che viviamo le difficoltà per trovare la casa dei nostri sogni sono state tante.
Ci aggiungo il fatto che purtroppo in questi anni il lavoro del mio ragazzo non è decollato come speravamo.

Morale della favola, alla fine, con anche l’aiuto dei nostri genitori è un mutuo a 25 anni, stiamo prendendo un appartamentino di 60 mq, in periferia, dove io mi ero ripromessa di non tornarci più (ora siamo in affitto, con grandi sacrifici, un po’ più centrali) Insomma alla fine abbiamo dovuto mettere da parte i nostri sogni e per il momento venire a compromessi con la realtà.

Io volevo di più... ma questo mi fa sentire in colpa. Penso che al posto mio molta gente farebbe i salti di gioia, mentre a me scoccia l’idea che al momento mi stia come accontentando.

Sognavo una casa più centrale, con una grande camera da letto per i miei figli (al momento non ne abbiamo neanche uno).
Sognavo insomma un riscatto sociale che al momento non potrà avvenire e forse... non avverrá mai...
Perché? Perché non riesco ad accontentarmi?
Perché non mi basta questo che oggi posso permettermi? Mi ripeto sempre “potevo permettermi di più e meglio al momento”? No. E allora per ora è così e poi si vedrà. Ma la mia paura è che quel “poi si vedrà” non arriverà mai. È la paura di non poter dare di più ai miei futuri figli e a me stessa. Perché non riesco a vivermi il presente?

Ci tengo a sottolineare che le nostre famiglie sono famiglie di quel ex ceto medio che una volta esisteva, gente umile insomma, ma a cui comunque non è mai mancato nulla. Io stessa in realtà sono una persona umile (o almeno così credevo), spendo poco per me stessa, lavoro molto, tendo a mettere via il più possibile (sempre con l’idea che del domani non c’è certezza e poi questi famosi figli...)
Non so decifrarmi...

Grazie per la lettura e per la disponibilità.
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.8k 580 67
Gentile utente,

forse il nucleo centrale è questo
".. alla fine abbiamo dovuto mettere da parte i nostri sogni e per il momento venire a compromessi con la realtà. .."

Venire a patti con la concretezza, posticipare i sogni non sapendo se equivale a seppellirli
certamente non è entusiasmante,
e va collocato - credo - all'interno di una situazione complessa e difficile che gran parte dei trentenni vive.

Si sente in colpa per la Sua amarezza?
e perchè poi?
Per essere dispiaciuta che la vita non sia come l'aveva sognata?

Certo, è un lutto.
e come tutti i lutti (anche quelli dei sogni messi in stand-by) ha bisogno di un tempo e di un lavoro interiore attivo verso l'adattamento (speriamo temporaneo) alla realtà attuale.

Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille Dottoressa per la celere risposta e per la disponibilità.
Non l’avevo mai vista in questo modo...
Come un lutto.
Considerando anche il fatto che al momento di sogni ne ho/abbiamo dovuti accantonare tanti sicuramente la situazione diventa un po’ più triste.
Speriamo che il futuro ci riservi cose belle e che finalmente potremmo cominciare ad essere soddisfatti della vita che abbiamo.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.8k 580 67
Mi unisco a Voi nell'auspicio.
Di cuore.

Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti