Fine relazione, solitudine e insicurezza

salve,scrivo quiper cercare di capire cosa è possibile fare.a dicembre sono stato lasciato,il principale motivo è il fatto di essere cambiato nel tempo,mi spiego meglio. sono diventato una persona negativa e cupa, con poca voglia di fare le cose, di uscire, di divertirmi e di conoscere gente nuova,priva di obiettivi personali.mi importava solo stare con lei, l unica cosa che mi rendeva veramente felice.stavo male ovunque e con chiunque quando non ero con lei.tutto questo mi portava ad essere oppressivo,sempre nervoso nei momenti in cui lei non era con me,chiedevo manifestazioni di affetto maggiori rispetto a quelle che lei mi dava,e il tempo passato insieme non era mai abbastanza.vivevo per lei in sostanza. questa cosa mi faceva stare male comunque,perchè sapevo che mi ero abbandonato a me stesso,non avevo più nessun altro interesse se non quello di vederla. posso paragonarla ad una "droga" te ne serve sempre di più perchè senza non riesci a vivere.ero consapevole chequesto non era l atteggiamento giusto,però mi comportavo cosi anche sapendo di sbagliare.avevo paura di perderla,perchè più hai paura di perdere una cosa e più vuoi tenerla stretta, ma alla fine è proprio facendo così che ho buttato tutto al vento. però per me era tutto, ho sempre desiderato avere una bella ragazza, la avevo e avevo paura di perderla e di non trovare più una ragazza come lei,per cui diventavo sempre più "appiccicoso".una delle ultime sue frasi mi ha fatto veramente riflettere: se non stai bene con te stesso non puoi stare bene con un'altra persona. queste parole mi risuonano in mente da quel giorno.non sto bene con me stesso, aveva ragione.ho cercato in lei tutto quello che manca in me.ho trovato in un'altra persona la felicità. non sono contento di me stesso,ho paura di rimanere solo,ho sempre cercato una ragazza,accettando anche cose che non mi andavano bene,perchè avevo paura di stare solo o che poi una ragazza bella come quella non l avrei mai trovata.sono molto insicuro da questo punto di vista, ci sono cose del mio lato estetico che odio e che vorrei correggere,quando sono con delle ragazze non sono totalmente spontaneo,ho paura del loro giudizio.ho paura di ricevere dei rifiuti per cui la maggior parte delle volte non ci provo nemmeno ad approcciarmi.tornando al discorso sulla mia ex ragazza,da dicembre vivo in un inferno di ricordi,ormai ci vivo dentro.ogni giorno da quando mi sveglio a quando vado a dormire è un continuo ricordare e stare male,questa cosa mi pesa,non riesco a svolgere praticamente nessuna attività, la gente con cui esco mi vede giù di morale sempre.praticamente sto come prima,ma senza nemmeno la mia ragazza. ne sta risentendo molto la mia vita sociale.nella città in cui studio ho legato con poche persone,non mi riesco a divertire,non mi piace nessun posto in cui vado,non sto bene da nessuna parte e con nessuno. ho voglia di evadere da non so che cosa,voglio cambiare qualcosa ma non so cosa e come.grazie a coloro che proveranno ad aiutarmi
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
in realtà non esistono regole o bugiarrdini per amare, amare bene, e far sì che il propio amore diventi longevo.

Ognuno di noi porta dentro il legame il proprio vissuto, la propria storia, le priore paure ed i pregressi abbandoni, o fame d’amore.

Io amo chiamarlo “dote affettiva” che riceviamo, o meno, dai nostri genitori.

Da quello che leggo di voi, lei aveva smarrito del tutto il suo baricentro psichico, avendo “bisogno” di stare sempre con lei e scollandosi dalla realtà circostante.

Questi amori fusionali, simbiotici, sono candidati all’usura, perché alla lunga non si può reggere il peso della mancanza di autonomia, di vita sociale, di aria.

Si chieda, insieme ad un professionista, perché lei ama così.

Perché l’ago della bilancia verte sulla dimensione del bisogno più che del piacere.

Nel mio sito personale, blog e canale YouTube troverà tanto materiale a riguardo..

Cerchi:
per sempre o ti odio
Le regole per fare funzionare un rapporto
simbiosi o separazione
La giusta distanza per fare funzionare un rapporto..
c’eravamo tanto amati..

Ecc..

Se ha tempo e voglia troverà tante risposte alle sue domande, metta la parola chiave e cerchi.

Auguri per tutto.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66

Gentile utente,

Lei descrive con vivide parole quella che assomiglia ad una dipendenza affettiva: "..,non avevo più nessun altro interesse se non quello di vederla. posso paragonarla ad una "droga" te ne serve sempre di più ..". Proprio così.

Quanto più il proprio benessere dipende dall’Altro, tanto più si è a rischio di dipendenza affettiva: dal/la partner, dai figli, dai genitori..
La continua ricerca d'amore ha tutte le caratteristiche della dipendenza da sostanze, tanto da condividerne alcuni aspetti fondamentali: l’ebbrezza, la tolleranza, l’astinenza.
La fine del rapporto, o anche il distanziamento fisiologico (ad e. per studio/lavoro), getta nello sconforto e nell’angoscia.

I motivi di ciò stanno dentro la storia infantile della persona dipendente.

E dunque è da lì che occorre ripartire,
affinchè tale "schema di attaccamento" non si perpetui anche nelle prossime relazioni in una sorta di coazione a ripetere.

La sto dunque orientando verso un percorso psicologico, di persona.

Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
grazie anzitutto per le risposte,Per la dott.essa Randone: la dote affettiva di cui parla lei è una cosa che vorrei in qualche modo limitare, mi lego sempre o do troppa importanza fin da subito a molte persone che non conosco. mi è capitato di stare male molto tempo per ragazze che avevo visto pochissime volte. non riesco a dare importanza a me stesso, do più importanza alla ricerca di una persona, come se fosse il mio principale obiettivo di vita. colleganomi alla dott.essa Brunialti,in che senso dalla vita infantile della persona dipendente? ho fissato un appuntamento con uno psicologo per cercare di capire.
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dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
vorrei anche sapere in base a cosa si sceglie un terapeutal, non so se quello che ho contattato sia o meno "specializzato" in questo campo, come posso trovarne uno che si occupa di questi problemi principalmente?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Non esiste un clinico che si occupa di una cosa ed uno che si occupa di un’altra.

La psiche è una ed una sola!

Esiste un clinico formato, competente, empatico e che vada d’accordo con lei
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dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
grazie mille, spero di riuscire a risolvere questo problema, ma è possibile che io viva continuamente nei ricordi? cioè non riesco a fare nulla perchè ricollego tutto quello che faccio a momenti passati, non riesco più ad uscire il sabato perchè so che in quel momento in passato ero con lei, e ora non so lei con chi sia e cosa stia facendo, ogni mia giornata è un collegamento al passato, vorrei riprendere in mano la mia vita.