Apatia e difficoltà a assimilare cose nuove

Buongiorno a tutti,

Inizio scusandomi per l'eventuale poca chiarezza di quanto sto per scrivere e soprattutto per ringraziarvi per il servizio che offrite.

Vi scrivo per parlarvi della mia persona, sperando possiate indirizzarmi verso la figura medica più adatta a me.

Parlo dalla fine, cioè il mio problema:

Non riesco a trovare stimoli in nulla di quello che faccio, non riesco a concentrarmi su qualcosa per più di 20 secondi anche se è ciò che mi appassiona di più.

Ho un ottimo lavoro, che ho inseguito tanto, eppure ogni mattina è una lotta con me stesso per alzarmi e andare in ufficio (che comunque è a 15 minuti di casa, comodissimo).
Ogni impegno che esula dalla mia quotidianità mi sembra una sfida, sia fisica che mentale.

Ho difficoltà ad accettare tutto ciò che è nuovo, indipendentemente da forma o origine. Sono arrivato addirittura a vedere la stessa serie tv per 4 volte semplicemente per il fatto che vedere qualcosa di nuovo avrebbe richiesto la mia attenzione.

Quando non ho tempo libero mi lamento, poi però quando sono a casa non faccio nulla pensando che il tempo non sia abbastanza. Ma al di là del fatto che sia abbastanza o meno (ovviamente sì, sono cose delle quali mi autoconvinco), è che nemmeno ci provo. Mi è capitato di passare giornate intere a fare nulla, letteralmente.

Ci sarebbero tante altre cose da raccontarvi, della paura di stare i mezzo alla gente, dell'ansia cronica, delle paura, della voglia di scappare in un posto isolato in cui vivere da solo senza dovermi preoccupare di "dovercela fare".

Qualche anno fa pensavo che la mia fosse solo pigrizia, semplice voglia di non fare nulla. Poi però quando la "pigrizia" ha iniziato a farsi sentire anche in occasione di cose che solitamente rapivano la mia attenzione, ho iniziato a chiedermi il perché.


Io non so perché io sia fatto così. In famiglia, mia mamma, ha da sempre sofferto di ansia e depressione. Io da quando ho 12 anni (adesso ne ho 30) le sto vicino in ogni modo appena posso, e ho paura che qualche sua fragilità mi appartenga.

Con che figura media potrei parlare per cercare di capire se posso stare meglio? Uno psicologo?
E' da tempo che ci penso, ma vi assicuro che prendere il telefono, prenotare un appuntamento e poi parlare, per me in questo momento sarebbe come fare due volte di fila la maratona di new york. Sui gomiti.

Vi ringrazio in anticipo e mi scuso se quello che ho scritto è poco chiaro o risulta sconnesso. Sono una matassa talmente intrecciata che farvi capire cosa e come vivo ogni giorno diventa difficile.

Un saluto e buona giornata
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile Utente,

Lei è stato molto chiaro nell'esplicitare il problema.
Parla delle Sue paure: "...della paura di stare i mezzo alla gente, dell'ansia cronica, delle paura, della voglia di scappare in un posto isolato in cui vivere da solo senza dovermi preoccupare di "dovercela fare"..."

Le paure paralizzano e ci rendono mediamente poco propensi ad affrontare la quotidianità.

Lo psicologo è senz'altro la figura più adeguata per affrontare tali difficoltà e, se mi permette un'ipotesi, il fatto di aver accudito la mamma a causa dei problemi d'ansia, può avere un ruolo in queste Sue difficoltà.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica