Paure

Buongiorno a tutti; fidanzato sui banchi di scuola, poi arrivato sino al matrimonio con la stessa persona, con cui ho condiviso tutto ovviamente, fino ad avere 2 figlie. Sin da giovani pur condividendo molto si evidenziavano forti differenze, lei razionalissima al limite dell'anaffettività, io passionale affettuoso coccolone. Questo ci ha portati a lasciarci in giovane età un paio di volte, ma nulla è cambiato. Nel corso degli anni ho chiesto, in maniera urbana, maggiori attenzioni, di rendersi la parte femminile della coppia, o di cercarmi sessualmente (mai fatto) o renderci più complici sperimentando (nulla di tutto ciò avvenuto ovviamente), con una chiusura totale da parte sua (Io sono fatta così) che non lasciava spazio a dialoghi profondi. Insomma io mai sbattuto pugni perchè non sono persona litigiosa e per mantenere uno status quo di tranquillità che a me è sempre piaciuto, ma lei mai voluto ascoltare mie richieste. Oltretutto lei mai reciso il cordone ombelicale con la madre. Ritenevo che con mio impegno nel tempo avrei smosso le acque, sbagliando. Le cose sono scivolate così nel tempo. Oggi ho incontrato una nuova persona, che invece mi da mille attenzioni, siamo complici e mi fa sentire importante. Mia moglie dice di aver capito suoi errori senza però dare seguito se non sbraitando per la comparsa della nuova persona che per lei è unico motivo della nostra crisi, adducendo che io ero felice. Da qualche mese sono riuscito ad uscire di casa per staccarmi, vivendo da solo. Arriviamo al punto: io sono stato una persona che ha sempre preferito soffrire che far soffrire, sempre anteposto gli altri a me stesso. Oggi in questa fase della mia vita ho mille paure...timore di far soffrire mia moglie, timore del distacco dalle figlie, timore mi manchi il senso di famiglia, timore di far soffrire la nuova "amica" dovessi decidere di tornare a casa. Non so che scelte fare, mi sento impantanato con la mia vita, come su un trampolino altissimo, incapace di ridiscendere ed incapace di tuffarmi. Ho molte ansie, ogni 10 minuti cambio idea, sapendo che dovessi tornare a casa ritroverei l'ambiente sicuro ed ovattato di una casa mia, mie abitudini, mie figlie sempre, poi spesa, figlie, casa e vacanza l'anno ritrovando una moglie che ritengo non possa cambiare carattere; dovessi decidere per la separazione, avrei una vita di coppia finalmente appagante affettivamente, sessualmente ed empaticamente parlando, ma temo tristezze dovute a veder soffrire mia moglie o per il vivere meno le figlie o appunto per il senso di completezza che da una famiglia tua. Scusate la prolissità, spero di essere riuscito a raccogliere un pò il senso del tutto. Vorrei capire, il perchè ho trascinato per così tanto tempo le cose accontentandomi della trabquillità in luogo di cose che sapevano mi mancavano, perchè ho tutte queste paure verso gli altri e come accettare tutto questo, potendo arrivare cosi adelle decisioni. Grazie
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

in chiusura di consulto Lei ci pone una serie di domande
per rispondere alle quali non basterebbe una ... psicoterapia.

Lei analizza e valuta corrttamente i pro e i contro delle due situazioni: moglie, amante.
Eppure è pieno di dubbi rispetto alla scelta.

Ed effettivamente nessuna delle due possibilità Le darà il 100% di serenità.
Ogni scelta porta a perdere qualcosa e a guadagnare qualcosa. Se così non fosse,
la scelta non porterebbe con sè tante ambivalenze...

La oriento verso un consulto Psicologico di persona,
considerato che ne va della Sua vita matrimoniale e non solo.
Ritiene di poterlo fare?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Intanto vorrei ringraziala per il tempo dedicatomi.
Certo, potrei, e piano piano mi sto convincendo che ne avrei bisogno, più che altro perchè è evidente che trascino un qualcosa in me che non comprendo anche se ai fini delle scelte, il consulto, forse lo vedo solo marginale; i problemi che risiedono in me vanno oltre forse queste scelte.
Il problema resta.
Questa mattina andando a prendere i miei figli come faccio ogni giorno per portarli a scuola, mia moglie mi ha detto che non capisce come possa far fare questa vita ai bambini, un giorno qui un giorno là, un domani una famiglia da una parte un da un'altra, e che essere padre on signifia prenderli e portarli a scuola. Ora le rime frasi ovviamente mi hanno suscitato una forte pensa per loro, l'ultima incredulità, dato che io da sempre sono presentissimo con loro, non faccio solo questo ma li porto in giro, attività, ci gioco, ci parlo, cerco di dargli amore in ogni modo, sono affettuoso e premuroso. Probabilmente voleva instillare in me sensi di colpa, per poi dirmi che lei mi ama e che suo problema è esternare i suoi sentimenti con parole e gesti. Io per lei nutro un forte affetto, come potrei dopo tanti anni e 2 figlie? Ma non è più amore, la sento amica e madre dei miei figli. L'altra mi da una complicità ed empatia mai provate, come potrei far soffrire una delle due?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

Chiede:
"..come potrei far soffrire una delle due?.."

Risposta:
è inevitabile, quando si opera una scelta.

Riguardo allo Psicologo (che sia anche psicoterapeuta) di persona, Lei dice che
"mi sto convincendo che ne avrei bisogno, più che altro perchè è evidente che trascino un qualcosa in me che non comprendo
anche se ai fini delle scelte, il consulto, forse lo vedo solo marginale;..."
Al proposito Le consigliavo un consulto di persona proprio perchè è ORA che deve decidere su una questione che inciderà sulla vita di molte persone; è QUESTA specifica scelta ha bisogno di essere un po' "illuminata" nei suoi angoli bui. E lo Specialità riesce a farlo.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti