Uscire da 2 anni e mezzo di psicoterapia più distrutto di prima: si può?

Oggi ultima seduta dopo anni di calvario.
Io mi domando e vi domando: ma come si può "guarire" da un sentimento? Uno va in psicoterapia, si innamora della terapeuta, dopo un po' viene fuori la storia del transfert... si generalizzano i sentimenti si cerca di capire "quando ti sei già sentito così", ci si fanno domande su domande ma il sentimento resta.
Ti manca, desideri vederla, stare con lei, sapere di lei, tutte cose note e arcinote di cui la storia di noi pazienti è piena, basta leggere qualsiasi forum.
Non puoi farlo perchè Lei è solo la tua psicoterapeuta. Nonostante questo continui a volerle bene e ovviamente a star male perchè sai che una qualunque forma, non diciamo d'amore, ma almeno di amicizia, è preclusa.
Ti manca, e non puo farci nulla. La desideri, anche sessualmente e anche qui non puo farci nulla. Ne parli con lei e ti fornisce tutte le possibili interpretazioni, ma tu è lei che vuoi.
Perchè la sua voce è la cosa più bella che hai sentito negli ultimi 30 anni della tua vita, perchè i suoi occhi sono la cosa più bella che hai visto negli ultimi 30 anni della tua vita, perchè il suo cervello è la cosa più bella che hai visto negli ultimo 30 anni della tua vita.
Insomma sei innamorato.
Ma NO! E' tutta una illusione. E' tutto dentro di te perchè il sentimento non è ricambiato. E' una proiezione. Bene.
Intanto però tu stai male, da cani, ogni giorno ogni mese ogni anno.
Arriva l'ultima seduta, ultima perchè c'è di mezzo una vacanza ma tu (cioè io) hai deciso: sarà l'ultima, perchè se dopo anni non sono arretrato di mezzo millimetro sui miei sentimenti vuol dire semplicemente una cosa: che ti amo.
Come dice dottore? Sì, lei che sta leggendo. Ah dice che è un sentimento che è nato dentro di me a causa di..... bla bla bla.
Parole. Parole.
Intanto il mio cuore sanguina come per una delusione d'amore e non ho più nessuno che mi possa aiutare ad affrontare questa cosa.
Non sono un uomo sgradevole e non ho mai avuto grosse difficoltà a "conquistare" una donna. Ma poi uno si trova ad un certo punto accanto ad una donna che non accetta le sue debolezze, le malsopporta, non le tollera. E finisce in analisi.
E alla fine giunge alla conclusione che nessuna donna, nessuna donna, ti accetterù mai per quello che sei realmente.
A cosa sono serviti questi anni? A farmi sentire peggio di prima. A farmi capire che essere quello che sei e farti vedere con tutte le tue debolezze serve solo a prendere dei grandissimi pesci in faccia.
Onestamente se la terapeuta mi avesse detto: anche io mi sono innamorata di te, ma le circostanze ci impongono altro, lo avrei compreso di più, mi sarei sentito più forte.
Ma non lo ha fatto. E non lo ha fatto per una semplice raigone: che nessuna donna si innamorerebbe mai di un uomo fragile.
Ma uno può uscire in questo stato dalla psicoterapia? Sentire che se è se stesso non potrà mai avere accanto una donna che lo comprenda?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 578 66
Gentile utente,

nessuna teoria,
solo due parole come istanza di realtà.

Nessuna Psicoterapeuta
fuori seduta è come in seduta.
Quella affascinate donna empatica e dotata sempre di un ammirevole aplomb emotivo e razionale contemporaneamente
diventa una normale donna con le proprie
impazienze,
pretese,
critiche.
Normale, insomma.
Che ama una persona "normale", anche quella con le sue debolezze.

Il paziente idealizza
una persona che
fuori dal lavoro
non è proprio quella che ha visto in seduta
(non completamente, anche se le assomiglia..).

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/