I figli del mio compagno lo rifiutano

Buongiorno, la situazione nella mia famiglia è diventata complessa e a tratti insopportabile...
Io e il mio compagno conviviamo da 1 anno.
Lui era uscito da una separazione difficile (non causata da me).
Da quando è andato via da casa sua la sua ex ha incominciato sistematicente a mettere i figli contro di lui un bambino di 11 anni e una di 10... Lui mi dice che prima aveva un rapporto bellissimo con i figli e che spesso era lui a prendersene cura, in effetti nei momenti di pace e lucidità i bambini gli dimostrano affetto e gli dicono anche "ci manchi" oppure "come ai vecchi tempi"... La sua ex ha anche problemi di dipendenze... Quindi spesso lascia i figli a se stessi... Oppure vuole che stiano sempre da noi e si inventa bugie pazzesche pur di lasciarceli settimane su settimane... Da gennaio a marzo in 3 mesi noi li abbiamo tenuti due settimane a gennaio, tutti i week end da venerdì a domenica e adesso a marzo altre 2 settimane di seguito... Ma nonostante questo, nonostante le chiamate, le coccole, le attività che facciamo insieme per farli felici e creare un bel rapporto, nonostante regali, vestiti, materiale per la scuola ecc... Loro ogni volta che tornano a casa loro o che parlano con la madre diventano cattivissimi... Dicono cose orribili al padre, gli dicono che lui se ne frega di loro, che vivono solo grazie a loro madre, che lui è violento (non ha mai alzato una mano), che non lo vogliono più vedere... Che lui ha tradito la madre con me (quando ci siamo conosciuti lui era fuori di casa e viveva per conto suo), Non lo chiamano mai se non per interesse... Lui ci soffre tantissimo ed è deluso... Non sa più cosa fare per loro... Ogni sforzo sembra inutile... Io ci soffro perché vorrei solo che vivessero serenamente con il papà senza odiarlo senza motivo... Sono convinta che sia la madre a parlare male ai bambini perché le accuse che danno al padre sono cose da adulti ma soprattutto non sono vere... E poi quando stanno da noi sono sereni e quando tornano a casa senza motivo incominciano ad avere risentimento verso il padre.
Adesso per esempio l'ultimo litigio è accaduto perché erano a casa nostra e per non farli andare a dormire alle 3 di notte come erano abituati ha detto come regola di toglierei telefoni quando si dorme.. E funzionava.. Solo che dopo un capriccio lui li ha sgridato e hanno detto le solite cattiverie.. Il giorno dopo li ha riportati a casa e ora non rispondono al telefono e se rispondono sono freddissimi... ormai da 3 giorni. Ah e quando litigano con il padre corronosubito a chiamare la madre per farsi difendere e lei chissà cosa gli dice perché poi sono ancora più agguerriti.. il rapporto era migliorato anche se con alti e bassi ma ora mi sembra che siamo tornati indietro di un anno e che tutto quello che avevamo fatto sia stato inutile. Io davvero non so più cosa consigliargli di fare... Se non di avere pazienza e non arrendersi... Ma anche io ci rimango malissimo quando fanno così perché non capisco PERCHÉ cosa gli facciamo...
Cosa si può fare in questi casi?
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Dr. Alessandro Stirpe Psicologo 42 1
Buonasera,
Nonostante la sua lettera molto articolata mancano alcuni elementi indispensabili per poter comprendere cosa realmente sta accadendo.
Suggerirei al suo compagno e alla madre dei bambini di rivolgersi ad uno specialista in terapia familiare per poter comprendere meglio come gestire i figli, evitare eventuali triangolazioni e soprattutto far stare meglio i due ragazzi.
Credo sia questo, alla fine, l’obiettivo che può accumunare gli sforzi di tutti.

cordiali saluti,
Dott. Alessandro Stirpe

dott. Alessandro Stirpe
www.psicologoromatermini.it/alessandrostirpe
+39.347.62.36.485

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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 181
Gentile utente,
sono perfettamente d'accordo col collega dr Stirpe.
In una terapia familiare verrebbero smontati i meccanismi perversi purtroppo non insoliti nelle relazioni umane, nel vostro caso quelli specifici delle separazioni: dei figli addolorati e confusi ai quali un genitore -o tutti e due- forniscono come bersaglio del malessere il coniuge "colpevole"; un uso strumentale di cattiverie e accuse di cui si è sperimentata l'efficacia col dolore di chi le subisce; la debolezza dei genitori che anziché imporre regole di rispetto alla loro persona e al loro ruolo cercano di blandire i figli, confondendoli ancora di più.
E in mezzo a questo, un/a nuovo/a compagno/a che diviene il capro espiatorio di tutto il malessere familiare, a volte additato/a pure da altri parenti come "la-vera-causa" della fine del matrimonio, perfino quando la separazione, al suo apparire, era già vecchia di anni.
La terapia familiare ha anche il compito indispensabile di ricomporre la storia della famiglia.
Ognuno di noi vive in una "narrazione" della propria vita, dei propri moventi, valori, desideri, che dà senso a tutto; in una famiglia questa narrazione coinvolge tutti i membri, e quando la famiglia s'infrange, una delle cause di dispiacere e smarrimento, che tra l'altro è maggiore per i figli, è non avere più questo riferimento.
La terapia familiare tende a ricostruirla; dà un senso al passato, colloca in una dimensione condivisa, accettabile, la fine.
Ci pensi. Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com