Parexitina e depressione

Buonasera, cercherò di essere il più breve e chiara possibile.
Sto frequentando una psicologa da circa 5 mesi, delusioni su delusioni che mi hanno fatto capire che avevo bisogno dell'aiuto di un esperto. All'inizio mi è stato detto che non avevo bisogno di una terapia, ma di qualcuno esterno che mi aiutasse ad uscire dalla buca in cui ero caduta.
La situazione è migliorata, vedevo dei benefici in me... fino alla delusione successiva (in campo affettivo).
Ho continuato a vedere la mia dottoressa, mi ha spiegato che il motivo per cui ogni volta che finisce una storia io sono così a terra è solo perchè è una cosa a cui tengo molto, una cosa che per me è molto importante. Ed infatti è vero, è così!
Mi ha prescritto la Parexitina da prendere per i primi tre giorni un quarto e poi mezza fino al prossimo consulto con lei la prossima settimana.
A me è rimasto comunque un gran senso di vuoto, l'ansia, la tachicardia, i problemi a dormire, la difficoltà a mangiare, il problema di svegliarsi la mattina e sapere di avere un'intera giornata davanti e tutte quelle cose un pò tipiche quando si sta elaborando un dolore.
Probabilmente non era nemmeno la persona per me ma penso che alla fine una persona forse per paura di rimanere sola, forse per bisogno di dare e ricevere amore si fa andare bene delle persone che magari in cuor suo sa che non sono giuste per lei.
La mia domanda è questa: è corretta la terapia che sto facendo? Si "guarisce" mai da questi pensieri, da questi stati d'animo? Ho paura di rimanere sola, di non riuscire a realizzare quello che ho sempre voluto nella vita, ho paura di non riuscire più a stare bene perchè, parliamoci chiaro, chi la vorrebbe una persona così accanto?!
Scusate la lunghezza e vi ringrazio per la vostra attenzione.
Buon lavoro!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazza, la risposta è che sì, si può riuscire a uscire dal dolore, ma spesso oltre al farmaco è necessario anche un trattamento psicoterapeutico adeguato. Dovrebbe riflettere se i consulti che sta facendo con la psicologa la stanno aiutando in questo senso - non molto, mi pare di capire - e, se ha già riportato i suoi dubbi a lei, può iniziare a pensare di sottoporre il suo caso a una rivalutazione psichiatrica per quanto riguarda il farmaco, ma anche a cambiare terapeuta.

Può leggere quest'articolo in merito:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/374-sull-efficacia-della-psicoterapia-parte-ii.html

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
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Dottor Santonocito,
la ringrazio nella tempestività della Sua risposta.
Io sono cinque mesi che vedo la mia dottoressa ma non assiduamente e senza farmaci.
Adesso che la mia situazione è un pò "collassata" ovviamente sono stati intensificati gli incontri ed è stato introdotto il farmaco (che ho sempre rifiutato io di prendere) che assumo da soli tre giorni.
Io non ho dubbi sulla validità della mia terapia e sulla terapeuta, ero riuscita a vedere dei risultati buoni, ero riuscita ad uscire da una situazione altrettanto difficile... ho iniziato a vederla perchè non avevo un motivo valido per alzarmi dal letto la mattina, dicevo.
E devo dire che stavo meglio... fino ad ora, alla successiva situazione un pò difficile da gestire e superare.
Forse la colpa è anche un pò mia, è la mia prima esperienza, non sono una gran chiacchierona e non sempre sono riuscita ad aprirmi come avrei dovuto, è dovuto succedere questo per tirare fuori tutto.
Ci tenevo a questo chiarimento per darle forse un quadro più completo.