Attaccamento morboso al ciuccio

Gentilissimi,
Sono mamma di una bimba di 21 mesi che dimostra un attaccamento eccessivo al ciuccio e al suo peluche preferito.

Premetto che la bambina è sempre stata a casa con me e con la sorellina nata 8 mesi fa (io sono in disoccupazione), raramente con i nonni solo per necessità, per cui sono sempre stata molto presente.
Da tre settimane sta frequentando l'asilo nido e le maestrei dicono che è buonissima, socievole e mangia sempre tantissimo.
Fa un po' di pianti quando la porto ma quando vado a prenderla è sempre molto felice e mi corre incontro.

Scrivo perché io e il papà abbiamo notato che da circa 3 o 4 mesi dimostra un attaccamento eccessivo al ciuccio e al suo pupazzetto, tanto da tenerli sempre con sé quando è a casa e guai a chi glielo toglie.
Quando siamo fuori casa o all'asilo, si dimentica completamente del ciuccio e non lo chiede mai, mentre appena si arriva a casa va subito a prenderlo e, se non lo trova, lo chiede con insistenza fin quasi a urlare.
Leggevo che i bambini solitamente si attaccano ad un oggetto transizionale quando sentono la mancanza della mamma, ma io sono sempre stata qui.
Mi dà molto fastidio questa cosa perché anche nel bel mezzo di un gioco che stiamo facendo assieme, va a prendersi ciuccio e pupazzo.
Sarà forse che con me si annoia e quindi cerca conforto?
Non le piace stare a casa?
Non so che spiegazione darmi ma sono stufa, anche perché tenere il ciuccio in bocca tutto il giorno non aiuta nel linguaggio, e a 21 mesi siamo ancora ferme a tre parole in croce.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.7k 179
Gentile utente,
certe nozioni di psicologia, se prese fuori dal contesto e dall'osservazione di un esperto, risultano fuorvianti.
Lei scrive di aver letto che i bambini "solitamente si attaccano ad un oggetto transizionale quando sentono la mancanza della mamma, ma io sono sempre stata qui".
Queste frasi sono l'apoteosi dell'equivoco. Farebbero credere che un figlio non potrà creare una relazione oggettuale finché la madre è con lui. Non avrà mai un suo oggetto preferito, un cibo, un amichetto, e più in là nemmeno un fidanzato?
Anche le parole "ma io sono sempre stata qui" meriterebbero un'analisi accurata, specie sullo sfondo di quanto ci ha scritto in precedenza. Alcuni genitori insicuri e ansiosi sono presenti in maniera non sempre idonea.
Prestare attenzione ai propri figli è un conto; farsi fuorviare da letture che fanno eco a qualche nostro timore inconscio è un'altra cosa.
Scrive che la bambina, dopo tre settimane di asilo, "fa un po' di pianti quando la porto".
Ha provato a chiedere alla bambina stessa perché fa così, mentre ce la sta accompagnando? Non conta il fatto che la bambina non parli ancora: le parli lei, sdrammatizzando la separazione ed enfatizzando, semmai, il fatto che vedrà gli amichetti, le maestre, etc.
Sua figlia è affezionata ad un peluche e ha l'abitudine di cercare il ciuccio quando arriva a casa, specie negli ultimi mesi. Per forza: è in crescita, molte sue abitudini vanno cambiando, non necessariamente secondo le tabelle dei manuali. A quello che lei scrive, non ci sono segni concomitanti di mancato sviluppo emotivo, di difficoltà nelle relazioni, di ritardo cognitivo. Perché non permetterle di creare le sue preferenze e di formare le sue abitudini?
Ma eccoci alle frasi che fanno pensare alla necessità di una consulenza: "Mi dà molto fastidio questa cosa perché anche nel bel mezzo di un gioco che stiamo facendo assieme, va a prendersi ciuccio e pupazzo".
Ovvio; pensi a tutti gli adulti che mentre guardano o leggono qualcosa che li appassiona corrono in cerca delle sigarette, o delle mentine, o della gomma da masticare, etc.
Ma lei come interpreta questo apparente distogliersi di sua figlia dal gioco? Ecco qui: "Sarà forse che con me si annoia e quindi cerca conforto? Non le piace stare a casa?"
Chi è l'insicuro: sua figlia che cerca il peluche?
Infine le faccio qualche esempio per capire che anche gli adulti hanno delle abitudini e che soffrono nel vedersele contrastare senza ragione.
Molti adulti fumano sigarette, sigari, la pipa, e alcuni anche droghe. E' il corrispettivo adulto della gratificazione orale, molto più pericoloso del ciuccio. Non tutti sono da curare.
Quando lei torna a casa dopo essere stata al lavoro o a passeggio o a fare spese, probabilmente fa dei gesti abituali che nemmeno nota più: mette via la borsa, si toglie le scarpe, forse indossa un vestito più comodo. Per prova, si precluda questi gesti, la prossima volta, e cerchi di capire come si sente sua figlia quando torna a casa e si sente negare il ciuccio. E se qualcuno le nascondesse sistematicamente le pantofole, signora?
A tavola o quando si guarda la TV è probabile che ciascuno, in famiglia, sieda sempre allo stesso posto. Quando viene un ospite e occupa senza saperlo la nostra sedia preferita, dopo un po' ci sentiamo a disagio.
Quello che voglio farle capire, signora, è che la bambina va lasciata libera di sviluppare preferenze e abitudini che a voi sembrano "ossessive" perché sono, ovviamente, in numero ridotto: quale gamma di comportamenti vuole che abbia una bambina così piccola? Proviamo a guardare le cose con i suoi occhi, e non col filtro delle nostre insicurezze.
Stia serena, comunichi serenità anche a suo marito, cerchi di trovare ampi spazi per sé, e se proprio vuol fare il massimo per la sua famiglia, si affidi ad uno specialista che la supporti.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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dopo
Attivo dal 2020 al 2020
Ex utente
Gentile dottoressa,
La ringrazio per la sua risposta molto illuminante.
Ho colto una nota di rimprovero nelle sue parole, forse voleva "tirarmi le orecchie" perché ho l'abitudine di informarmi su temi che non sono di mia competenza, ma mi sembra più che normale che una mamma legga (su carta o online) riguardo alla crescita dei figli in generale. Poi ovvio, bisogna prendere con le pinze le informazioni che si trovano e filtrarle con l'aiuto di chi se ne intende, e infatti eccomi qui.
Semplicemente, io e mio marito abbiamo notato un attaccamento forte della bambina ad alcuni oggetti e ci è venuto spontaneo chiederci il perché.
Per quanto riguarda il fatto che pianga quando la lascio all'asilo, le maestre mi hanno detto che è una cosa molto positiva perché vuol dire che la bambina dimostra attaccamento alla mamma, ma mi assicurano che dopo un paio di minuti si calma e poi passa la mattinata tranquilla. Io comunque ogni mattina le spiego che si va all'asilo dove si gioca, si sta con gli altri bambini e si imparano tante cose, proprio per "sdrammatizzare la separazione" come dice lei. Io mi mostro sempre felice e sicura di portarla all'asilo (perché lo sono).
Le maestre mi dicono che deve solo abituarsi e che sarebbe preoccupante se non piangesse affatto.
Dagli esempi che mi ha fatto, ho capito che questo attaccamento a ciuccio e peluche è solo un'abitudine di poco conto, per cui coglierò il suo consiglio di stare più serena e di permettere a mia figlia di sviluppare le sue preferenze.
La ringrazio ancora.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.7k 179
Cara utente,
sono lieta se sono stata un pochino utile, a lei e alla bambina. Il rapporto madre-bambino è così importante, specie nell'età delle sue figlie, che a volte, è vero, ci si sente portati a tirare le orecchie.
Lei è una mamma attenta, e sono certa che metterà sempre più da parte le ansie e si godrà questi anni, direi addirittura questi mesi, così essenziali per la crescita delle sue piccoline.
Ancora auguri.