Problemi di coppia per presenza ingombrante suoceri
Buongiorno,
scrivo perchè sono rientrata da un mese dopo quattro anni di lavoro fuori e adesso finalmente ho la possibilità di vivere con il mio ragazzo con il quale sono fidanzata da 12 anni (ci siamo fidanzati in giovane età, da quando avevo 17 anni).
Ho sempre immaginato la mia famiglia allargata con un bel rapporto con la suocera e questo mi ha portata spesso a sacrificare vacanze e week end dietro la vita di famiglia.
In cambio ho ricevuto sempre molte critiche: sulla mia timidezza, sulla mia socialità e sul mio modo di essere donna (il fratello più grande del mio ragazzo mi ha persino detto che se il mio ragazzo ingrassava, era colpa mia perchè non cucinavo cose sane).
Adesso da un anno e mezzo sono malata, per fortuna non gravemente e sto lentamente guarendo.
questo però ha fatto molto male alla mia autostima perchè per colpa di questa malattia non posso truccarmi e prendermi cura di me.
ho deciso di stare più da sola con il mio compagno.
ma questo ha scatenato una serie di litigi che hanno evidenziato il suo attaccamento ai genitori.
Questi litigi in realtà non sono una novità ma vanno avanti da sempre, perchè i genitori sono una costante nelle nostre decisioni e io mi sento svuotata.
Parlarne si traduce in "che palle stare da sola con te.
se non te la senti di vedere la mia famiglia non vedremo più nessuno, nemmeno la tua.
sei un' ingrata perchè i miei genitori mi hanno comprato la casa, sei un'eremita.
è da 12 anni che ti sopporto".
dopo una settimana che sono rientrata da fuori città e siamo andati a vivere insieme, ho dovuto fargli notare che era assurdo che sentisse i suoi tre vv al gg.
Insomma mi sembra di essere la concubina di un eterno figlio che non la smetterà mai di cercare l'approvazione e la presenza della mammina.
io intanto desidero solo tornare di nuovo ad essere sola in un'altra città perche mi trovo a 30 anni ad stare con una persona che non mi considera il suo nucleo familiare e la sua priorità.
preferisce farmi sentire a disagio per la mia condizione piuttosto che sacrificare uno stupido pranzo.
Ho sempre avuto problemi di autostima, peggiorati dalla presenza di alcuni bulli alle medie, questo principalmente colpa del mio naso.
negli ultimi anni ero riuscita a sentirmi meglio ricorrendo al trucco, ma per colpa della mia condizione attuale non posso, in più devo ricorrere perennemente alla somministrazione di farmaci anche nel bel mezzo di un pranzo o di una conversazione se comincio a stare male.
Insomma per me gestire le continue mortificazioni di non essere abbastanza è difficile adesso.
Ho bisogno di un consulto per gestire la mia nuova vita cominciata con l'ennesimo schiaffo alla mia autostima.
scrivo perchè sono rientrata da un mese dopo quattro anni di lavoro fuori e adesso finalmente ho la possibilità di vivere con il mio ragazzo con il quale sono fidanzata da 12 anni (ci siamo fidanzati in giovane età, da quando avevo 17 anni).
Ho sempre immaginato la mia famiglia allargata con un bel rapporto con la suocera e questo mi ha portata spesso a sacrificare vacanze e week end dietro la vita di famiglia.
In cambio ho ricevuto sempre molte critiche: sulla mia timidezza, sulla mia socialità e sul mio modo di essere donna (il fratello più grande del mio ragazzo mi ha persino detto che se il mio ragazzo ingrassava, era colpa mia perchè non cucinavo cose sane).
Adesso da un anno e mezzo sono malata, per fortuna non gravemente e sto lentamente guarendo.
questo però ha fatto molto male alla mia autostima perchè per colpa di questa malattia non posso truccarmi e prendermi cura di me.
ho deciso di stare più da sola con il mio compagno.
ma questo ha scatenato una serie di litigi che hanno evidenziato il suo attaccamento ai genitori.
Questi litigi in realtà non sono una novità ma vanno avanti da sempre, perchè i genitori sono una costante nelle nostre decisioni e io mi sento svuotata.
Parlarne si traduce in "che palle stare da sola con te.
se non te la senti di vedere la mia famiglia non vedremo più nessuno, nemmeno la tua.
sei un' ingrata perchè i miei genitori mi hanno comprato la casa, sei un'eremita.
è da 12 anni che ti sopporto".
dopo una settimana che sono rientrata da fuori città e siamo andati a vivere insieme, ho dovuto fargli notare che era assurdo che sentisse i suoi tre vv al gg.
Insomma mi sembra di essere la concubina di un eterno figlio che non la smetterà mai di cercare l'approvazione e la presenza della mammina.
io intanto desidero solo tornare di nuovo ad essere sola in un'altra città perche mi trovo a 30 anni ad stare con una persona che non mi considera il suo nucleo familiare e la sua priorità.
preferisce farmi sentire a disagio per la mia condizione piuttosto che sacrificare uno stupido pranzo.
Ho sempre avuto problemi di autostima, peggiorati dalla presenza di alcuni bulli alle medie, questo principalmente colpa del mio naso.
negli ultimi anni ero riuscita a sentirmi meglio ricorrendo al trucco, ma per colpa della mia condizione attuale non posso, in più devo ricorrere perennemente alla somministrazione di farmaci anche nel bel mezzo di un pranzo o di una conversazione se comincio a stare male.
Insomma per me gestire le continue mortificazioni di non essere abbastanza è difficile adesso.
Ho bisogno di un consulto per gestire la mia nuova vita cominciata con l'ennesimo schiaffo alla mia autostima.
[#1]
Gentile utente,
dodici anni insieme nella condizione che ci racconta fanno pensare che lei non faccia molto per prendersi cura di sé stessa.
Parla di un naso che richiederebbe costantemente il trucco e che l'ha resa vittima di bullismo alle medie... in tempi in cui si ricorre alla chirurgia estetica per molto meno?
Parla, soprattutto, di un uomo che come un bambino dispettoso le impone di vedere i suoi oppure nessuno, e le dice frasi del tipo: "che palle stare da solo con te".
Il fatto che sia stata fuori quattro anni forse le ha fatto ignorare che in dodici anni una relazione, soprattutto se è cominciata quando si era troppo giovani, a volte si usura.
Infatti tutto quello che ci racconta non richiama lo stato da luna di miele di chi ha appena coronato il sogno di una convivenza desiderata, ma l'acidità di una coppia stanca che sta insieme per dovere, per abitudine, anche per dispetto.
Un esempio di questo è il suo notare, per criticarlo, il numero di telefonate che il suo partner fa ai suoi.
Ognuno di noi, in qualche misura, si costruisce la vita. Provi a cambiare quello che è possibile cambiare, senza troppe paure.
Auguri.
dodici anni insieme nella condizione che ci racconta fanno pensare che lei non faccia molto per prendersi cura di sé stessa.
Parla di un naso che richiederebbe costantemente il trucco e che l'ha resa vittima di bullismo alle medie... in tempi in cui si ricorre alla chirurgia estetica per molto meno?
Parla, soprattutto, di un uomo che come un bambino dispettoso le impone di vedere i suoi oppure nessuno, e le dice frasi del tipo: "che palle stare da solo con te".
Il fatto che sia stata fuori quattro anni forse le ha fatto ignorare che in dodici anni una relazione, soprattutto se è cominciata quando si era troppo giovani, a volte si usura.
Infatti tutto quello che ci racconta non richiama lo stato da luna di miele di chi ha appena coronato il sogno di una convivenza desiderata, ma l'acidità di una coppia stanca che sta insieme per dovere, per abitudine, anche per dispetto.
Un esempio di questo è il suo notare, per criticarlo, il numero di telefonate che il suo partner fa ai suoi.
Ognuno di noi, in qualche misura, si costruisce la vita. Provi a cambiare quello che è possibile cambiare, senza troppe paure.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3k visite dal 09/12/2020.
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