Cari dottori: ho un problema di autostima sentimentale. come posso uscirne?

Cari dottori, buongiorno.

Vi scrivo per parlarvi del mio problema; ma prima, è doveroso che io parta dall'inizio.

Sono un giovane uomo di 29 anni e, da circa 7 mesi, sono uscito da una relazione sentimentale intensa e importante della durata di 10 anni. Con la mia ex fidanzata ho fatto un sacco di esperienze, viaggi e progetti.
La nostra relazione era diventata così importante che avevamo deciso di andare a convivere e mettere su famiglia. Negli ultimi mesi, però, sentivo che la mia ex si stava allontanando: la parte comunicativa era agli sgoccioli e, da parte sua, sentivo anche una certa freddezza fisica nei miei confronti. In più, io ho passato un brutto momento in cui ero sempre triste, arrabbiato e frustrato perché non riuscivo ad indirizzare la mia vita come avrei voluto.

Fatto sta che alla fine ci siamo lasciati quasi di comune accordo, anche se lei ha deciso di chiudere completamente senza ripensamenti.
Poco male comunque: sono cose che fanno parte della vita.
L'unica amarezza, però, è che tutte queste decisione sono state prese durante il primo lockdown del 2020, ovvero in un momento molto delicato.
Poche settimane dopo ho scoperto che la mia ex si stava già frequentando con un altro ragazzo.
Mi sono sentito cadere il mondo addosso; se non altro perché mi sono sentito rimpiazzato in tempo 0.

Io, comunque, non mi sono perso d'animo e negli ultimi 8 mesi ho rimesso la mia vita sui giusti binari: sono andato a vivere da solo, ho cambiato l'auto, ho comprato la moto, ho riallacciato vecchie amicizie e ho iniziato un percorso di psicoterapia per conoscermi meglio.


Qui nasce il mio problema: questa brutta faccenda che mi è capitata, mi ha portato a dubitare di me stesso.
Sono un ragazzo intelligente, colto e ambizioso, mentre il nuovo ragazzo della mia ex è l'esatto opposto.
Questo mi ha fatto entrare in un brutto loop di pensieri della serie: "Se la persona con cui sono cresciuto ha preferito una persona più infantile di me, cosa potrebbe pensare la prossima ragazza che conoscerò? " Spesso mi sento sbagliato, inadatto e inadeguato per una relazione sentimentale.
A volte mi sembra di esserne uscito, o quantomeno di essere nella fase di uscita, ma poi ci sono giorni in cui vengo travolto dalla malinconia e dall'amarezza in cui tendo a ripensare i bei momenti vissuti con lei.
Non capisco quanto la pandemia e il contesto sociale che stiamo vivendo incida sulla questione.


I miei amici mi dicono di "divertirmi", conoscere e frequentare altre ragazze e recuperare il "tempo perso", ma la pandemia di certo non aiuta.
Inoltre a me non manca il sesso in sé, mi manca fare l'amore, avere un legame intimo con una donna con cui potermi aprire e condividere le mie vulnerabilità e fragilità.
Ho la costante paura di non conoscere nessun'altra donna: il mio cuore spezzato mi ha fatto tirare su dei muri invalicabili per la paura di non soffrire ancora così tanto e sentirmi così umiliato.


Mi piacerebbe avere un supporto o un conforto da qualcuno di voi.


Grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.7k 180
Gentile utente,
quello che sorprende è leggere la frase: "Mi piacerebbe avere un supporto o un conforto da qualcuno di voi", dalla stessa persona che poco sopra ha scritto: "ho iniziato un percorso di psicoterapia per conoscermi meglio".
Ma questo percorso lo sta facendo con un terapeuta in carne ed ossa, o davanti allo specchio? Ha scelto per caso uno psicologo che resta muto alle sue spalle, mentre lei, steso su un divano di freudiana memoria, parla da solo?
I suoi legittimi dubbi, le sue opportune riflessioni dovrebbero trovare l'interlocutore più idoneo nel curante. Come mai questo non avviene?
Mentre leggevo la sua storia e la domanda fondamentale: "Se la persona con cui sono cresciuto ha preferito una persona più infantile di me, cosa potrebbe pensare la prossima ragazza che conoscerò?" mi venivano in mente tantissime ipotesi su lei e sulla sua ex, tutte inevitabilmente imprecise e fuorvianti rispetto a quelle, molto meglio fondate, che dovrebbe trovare nel colloquio terapeutico.
A me sembra che la domanda di cui sopra potrebbe quindi riformularsi così: "Se il curante che ho scelto e a cui continuo ad affidarmi, persona esperta nel funzionamento della psiche e nella comunicazione interpersonale, non mi appare un interlocutore idoneo, come potrò avere un colloquio aperto e costruttivo con una partner?".
Spero che questo posso istradarla un pochino. Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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dopo
Utente
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Buonasera dr.ssa Potenza,
la ringrazio per aver avermi risposto.

Dallo psicoterapeuta ci vado, fisicamente, tutte le settimane. Mi ci trovo molto bene e stiamo facendo un bel percorso; la richiesta nel mio consulto verte nell'avere altre opinioni e altri punti di vista. Non penso sia così assurdo, no? Soprattutto visto il periodo stressante e alienante che stiamo vivendo.

Cordiali saluti.