Depressione e tristezza anche per la salute

Salve,

La mia è una situazione credo molto comune, ma che riesco a spiegare con difficoltà.

Sono un ragazzo di 22 anni.

Lessi tempo fa un appunto sulla figura letteraria dell'inetto e ho trovato alcune parole che bene descrivono la mia situazione. Non voglio mortificarmi, ma sento che coincidono con la mia situazione attuale:

• È escluso dalla vita che pulsa intorno a lui e a cui egli non sa partecipare per mancanza di energie vitali, per una sottile malattia psicologica che corrode la sua volontà.

• Può solo rifugiarsi nelle sue fantasie che compensano le delusioni e sostituiscono l’azione da cui è escluso.

• Vorrebbe provare forti passioni, ma ha paura di lasciarsi andare e di assumersi le responsabilità di ogni decisione.

• Più che vivere, si osserva vivere. L’attenzione al proprio io blocca ogni suo agire e lo isola dalla vita che scorre fuori di lui.

Questi sono i punti in cui mi riconosco.

La situazione non è disperata come descrivono quei punti, ma ci vado abbastanza vicino.

Specificando meglio i punti di prima in ordine. Da piccolo all'asilo fino alla 1° superiore sono stato sempre preso in giro dagli altri ragazzi, avevo il mio gruppo di amici, ma gli altri mi prendevano in giro. Successivamente ho iniziato gradualmente a tirare fuori le unghie e sono nella situazione di oggi, in cui faccia a faccia il 95% delle volte sono rispettato o comunque non dicono niente, mentre alle spallela gente sparla e continua a considerarmi una nullità come fin da prima della 1° superiore. Le mie emozioni sono in generale velate di codardia, ovvero faccio le cose quando sono sicuro che le conseguenze siano neutrali o che non ce ne sia, quindi molto è fantasia. Forti passioni, esatto, vorrei provarle, ma fino ad oggi non ho mai avuto una fidanzata o baciato, si sono dichiarate 4 ragazze a me ma 1 non mi piaceva caratterialmente e le altre 3 erano mostri (scusate la franchezza) e non le volevo; vorrei essere sciolto con amici e nelle mie uscite col mio gruppo ma non riesco a dire o fare quello che vorrei, o a fare una conversazione brillante, tranne che qualche volta sotto effetto di alcoolici, altrimenti sono goffo e impedito; effettivamente mi sembra di essere 2 o 3 anni sempre indietro rispetto alla mia età, ovvero discuto coi miei coetanei ma non ho l'umorismo di un 22enne, non parlo di quello di cui parlerebbe un 22enne. L'attenzione al mio io dice il 4° punto. Si penso sempre a quello che ho fatto, a cosa ho detto di sbagliato, al perchè "non funziono"

Inoltre ora dovrei affrontare la maturità (diploma) e vorrei che daste un'occhiata a cosa mi è successo proprio in questo periodo:
https://www.medicitalia.it/consulti/urologia/88537-testicolo-dx-indurito-con-ecografia-del-2005-allegata-chiarimenti-e-consigli.html

Mi devono asportare un testicolo perchè forse ho un tumore e l'idea mi ha veramente agitato e sconsolato. Reagisco comunque con molta forza a questo però a volte mi viene il dubbio se continuare a lottare o no. Vorrei aggiungere altro ma non basta lo spazio e se possibile vorrei parlarne ancora. Che faccio?
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Dr.ssa Francesca Birello Psicologo, Psicoterapeuta 10
Gentile utente,
da quel che leggo sento che sta attraversando un periodo molto difficile per lei, emerge il suo bisogno di sfogarsi in qualche modo e proprio per questo, sarebbe opportuno, visto che lei stesso avverte questa esigenza di parlare dei suoi problemi, una psicoterapia o quanto meno qualche colloquio psicologico proprio esaudire la sua richiesta in uno spazio e un setting più idoneo dove sfogare e risolvere le sue problematiche.
Cordiali saluti
Dott.ssa Birello

Dr.ssa FRANCESCA BIRELLO
Psicologa-Psicoterapeuta EMDR
www.illumicino.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazzo, può leggere quest'articolo per fare un confronto e vedere quanto si riconosce nelle descrizioni che vi troverà. Ciò ovviamente NON costituisce né una diagnosi né un'autodiagnosi, cosa impossibile da fare online:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_depress.htm

Ritengo tuttavia che nel suo caso sia ipotizzabile una certa mancanza d'esperienza - o una non completa acquisizione - delle abilità sociali e relazionali che le permetterebbero di ottenere ciò che desidera. Non è una cosa nota, ma uno dei compiti dello psicologo è aiutare le persone anche in questo senso.

Un primo colloquio di valutazione presso un collega psicologo potrebbe pertanto servire a orientarla meglio sul da farsi.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per le cortesi risposte.

Come vi avevo detto, cerco comunque di reagire a questa situazione.

Avevo già pensato di consultare uno Psicologo, però come si sà, un "potenziale" paziente che si accorge di avere un problema, deve trovare la forza di accettarlo e di compiere il grande passo di andare dallo psicologo. Io lo feci già qualche anno fa, però fu un singolo appuntamento e non ci tornai più, anche perchè lo reputai poco serio.

Rivolgendomi al Dr. Santocito:

Detto questo, come lei ha ben postulato, in questa sede non si può effettuare nè una diagnosi nè una autodiagnosi. Leggendo però il suo articolo, devo ammettere che mi sono riconosciuto in gran parte dei punti descritti anche se non nella totalità. Deduco quindi che anche se non valida autodiagnosi, io sono depresso e ne avevo solo il sospetto.

Visto che vivo vicino al luogo dove lei lavora, vorrei a questo punto incontrarla perchè mi pare che lei abbia individuato la chiave del mio problema.

Citandola:
una certa mancanza d'esperienza - o una non completa acquisizione - delle abilità sociali e relazionali che le permetterebbero di ottenere ciò che desidera.

Io presumo che il mio problema sia proprio questo, che porta poi ad alcune conseguenze che sono descritte nell'articolo che mi ha consigliato e visto che lei dice che uno psicologo può aiutare in questo senso, vorrei poterla contattare privatamente tramite il suo sito per poter eventualmente incontrarci.

Questo non credo possa avvenire prima di 1 mese o anche più perchè come già detto ho scoperto di avere il cancro e devo curarmi. Anche questa è stata una bella scossa psicologica, perchè data la giovane e età e un'ottimo e robusto fisico (faccio sollevamento pesi da 6 anni) mi credevo forte e sano, e invece mi è crollata anche questa certezza, e il sapere che mi aspetta una vita da monorchide, nonostante non influisca sulla normale vita, mi fà rabbia e tristezza.

In attesa di una risposta, sentiti ringraziamenti a tutti voi e allo staff di medicitalia.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
> Deduco quindi che anche se non valida autodiagnosi, io
> sono depresso e ne avevo solo il sospetto.

La decisione di dichiararsi ufficialmente depresso, oppure no, credo sia opportuno rimandarla a dopo aver acquisito maggiori informazioni su di lei, non crede?

Come avrà letto nell'articolo, lottare a lungo per ottenere qualcosa d'importante senza riuscirci può effettivamente contribuire a un abbassamento del tono dell'umore. Se poi si unisce questo alla diagnosi di cancro che ha ricevuto, i motivi per essere arrabbiati e tristi ci sono tutti.

Può contattarmi attraverso la mia pagina personale o il sito, quando vorrà.

Cordiali saluti