Poca credibilità agli occhi altrui?

Buonasera,
ho 36 anni e da molto tempo ho un pensiero che mi assilla.
Durante la mia vita mi è capitato in varie circostanze di essere trattata da alcune persone che mi circondano, conoscenti, colleghi di lavoro in un modo a cui non riesco a dare una spiegazione valida.

Faccio un esempio in modo tale da essere più chiara.
Ho cambiato lavoro da alcuni mesi (anticipo che sono una persona timida che ci mette un po ad aprirsi con gli altri ed anche poco sicura) e mi capita molto spesso che quando si parla o ci si confronta su varie tematiche tutto quello che dico viene sempre messo in dubbio e vengo sempre contrastata.

Quando la mia stessa affermazione (identica frase) viene fatta poco dopo da un'altra persona invece a quel punto diventa credibile e nessuno contrasta quanto detto, anzi danno ragione e a quel punto è come se il discorso diventi farina del loro sacco.

Vorrei capire a cosa può essere dovuto questo atteggiamento, se è il mio modo di fare che può provocare questa reazione negli altri e dare anche una giusta spiegazione per capire come migliorare.

Grazie.
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Dr. Gian Andrea Gatto Psicologo 30 1 2
Buonasera
grazie per la sua condivisione.

Iniziamo da questo:

"Durante la mia vita mi è capitato in varie circostanze di essere trattata da alcune persone che mi circondano, conoscenti, colleghi di lavoro in un modo a cui non riesco a dare una spiegazione valida.
Faccio un esempio in modo tale da essere più chiara.
Ho cambiato lavoro da alcuni mesi (anticipo che sono una persona timida che ci mette un po ad aprirsi con gli altri ed anche poco sicura) e mi capita molto spesso che quando si parla o ci si confronta su varie tematiche tutto quello che dico viene sempre messo in dubbio e vengo sempre contrastata."

- ovviamente con le dovute eccezioni, le persone tendono a trattarci nella misura in cui noi permettiamo loro di trattarci. O ancora: le persone con cui noi ci relazioniamo sono in un qual modo uno "specchio" di come noi ci poniamo. Il nostro modo di parlare, di esprimerci, di comportarci, evocherà risposte in linea con quel comportamento.
Tutto ciò avviene certamente attraverso modalità verbali, ma ancor di più tramite comunicazione non verbale (corporea) e paraverbale (intonazione della voce, pause, velocità o lentezza nell'eloquio ecc.)
Esistono corsi, ad esempio di public speaking, dove viene insegnato a persone di spicco (leader, manager, politici) come apparire più sicuri di sè (a puro titolo informativo: parlare lentamente, tenere un tono di voce più greve, la postura dritta della schiena, il giusto tempo delle pause trasmettono un senso di sicurezza e competenza). Questo solo per sottolineare quanto tutta la componente non verbale e paraverbale sia fondamentale nella comunicazione (i primi a parlarne credo siano stati i ricercatori della scuola di Palo Alto, ne "la pragmatica della comunicazione umana")

"Quando la mia stessa affermazione (identica frase) viene fatta poco dopo da un'altra persona invece a quel punto diventa credibile e nessuno contrasta quanto detto, anzi danno ragione e a quel punto è come se il discorso diventi farina del loro sacco."

- Qui conferma ciò che le suggerivo. Può essere che la persona a cui viene data maggior credibilità adotti un modo di comunicare più efficace.
Nella comunicazione le modalità spesso superano la qualità dei contenuti. Qualsiasi evento sociale può offrire un bello spunto e una buona piazza da osservare: a volte noterà come soggetti poco sofisticati cognitivamente e che propongono contenuti di una disarmante mediocrità abbiano più seguito di individui capaci e pieni di idee.

"Vorrei capire a cosa può essere dovuto questo atteggiamento, se è il mio modo di fare che può provocare questa reazione negli altri e dare anche una giusta spiegazione per capire come migliorare."

- qui torno a ciò che ho scritto all'inizio: attraverso il nostro modo di fare e di comunicare trasmettiamo agli altri l'idea e la considerazione che noi abbiamo di noi stessi. Se abbiamo una bassa autostima questo verrà percepito e, salvo incontrare persone di grande empatia, verremo trattati in linea con ciò che abbiamo trasmesso.

Si è definita timida e poco sicura di sè. Al di là dell'ovvio suggerimento che mi sento di darle circa l'approfondire il "cosa" l'ha spinta ad avere questa considerazione di sè stessa (e per disconfermare questa credenza), credo che la risposta circa le sue precedenti righe sia racchiusa in queste sue considerazioni.

Quindi per essere telegrafici la risposta è: Sì, può certamente dipendere da quello che ha definito essere il suo atteggiamento.

Ciò significa che è colpa sua? No, non ha colpe. Non tutti hanno avuto una storia di vita fortunosa che li ha resi sicuri di sè. Si può avere un passato di insuccessi, di percezione di incapacità/non merito, essere portatori di cicatrici nell'anima... e allora la sicurezza in sè stessi va ricostruita.

Ma è dalle fragilità che nascono caratteri forti, o come diceva K. Gibran: Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici.

Infine mi sento di darle un altro piccolo suggerimento:
Se il percorso per capire cosa l'ha spinta ad essere poco sicura di sè può essere piuttosto lungo (diffidi da quei corsi motivazionali usa e getta svolti da ciarlatani di passaggio) esiste qualche "tip" comportamentale che può darle un piccolo aiuto:

Corpo e mente sono strettamente connessi. Se lei immagina una persona depressa che cammina, la visualizzerà con la schiena curva, sguardo basso, passo lento. Il corpo rispecchia lo stato della mente.

Ma vale anche il contrario, ossia che il nostro stato mentale/emotivo può essere modificato attraverso il nostro comportamento. Perchè? Perchè il nostro corpo lavora con meccanismi di bio-feedback.
Se viene attivata ad esempio la muscolatura del volto che è necessaria per "fare un sorriso", ciò sarà in grado di attivare quelle parti del cervello che si attiverebbero prima di sorridere, e questo è in grado di condizionare positivamente l'umore (a tal riguardo fu svolto un esperimento facendo rispondere dei soggetti ad un questionario. Ad alcuni venne indicato, durante la somministrazione delle domande, di tenere una matita tra le labbra "come se fossero imbronciati", ad altri di tenerla tra i denti, modalità che richiamava invece il sorriso. Alle domande del questionario che approfondivano come si sentissero i candidati, quelli con la matita tra i denti risposero mediamente di sentirsi più felici dell'altro gruppo)

= i nostri comportamenti sono in grado di influenzare il nostro stato d'animo.

Ovviamente nulla, per indagare aspetti profondi di sè, può superare una terapia (da cosa deriva la mia insicurezza?), ma possiamo aiutare la nostra mente attraverso i nostri comportamenti.

Come appare una persona sicura di sè? Certamente lei avrà una sua idea a riguardo, ne tragga spunto, provi ad adottare quei comportamenti, e verifichi come si sente, e i feedback da parte degli altri.

Come dice Peterson in "12 regole per la vita". Schiena dritta, bene eretta.

un caro saluto

Dr. Gian Andrea Gatto
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