L'infanzia ci condiziona

Salve, sono una ragazza di 23 anni, dopo aver letto innumerevoli testimonianze di persone che hanno problemi, mi sono convinta a scrivere qualcosa di me.. pur non avendo sintomi specifici, ma “un po' di tutto”.
Innanzitutto per quanto mi riguarda, ho avuto un'infanzia piuttosto difficile,e la riassumerò brevemente perchè magari vi potrà essere aiuto (premetto non cerco una diagnosi su internet, ma solo un consiglio o un commento sincero). Ho perso mia madre all'età di due anni (causa tumore al cervello) e di lei non ho NESSUN ricordo, il vuoto più totale.. sono cresciuta a casa con i miei nonni e mio padre, che (senza lavoro e depresso per la morte di mia madre) faceva uso di droghe, di alcool e soffriva di epilessia. Spesso ho assistito a scene strane, che ancora adesso mi vengono alla mente come dei flash. Bene, verso i dieci anni sono andata a vivere da mia zia (la sorella di mio padre, che nel frattempo era andato all'ospedale).. dopo pochissimo tempo mi annunciarono che mio padre era morto in ospedale (non ho mai saputo precisamente per cosa sia morto, ma penso fosse abuso di alcool droga ecc) e subito dopo toccò anche a mia nonna che aveva un tumore (fino ad allora l'avevo vista come la mia seconda madre visto che mi aveva cresciuto lei).
Quindi sono stata adottata da mia zia e sono andata a vivere con lei, il marito, e i suoi due figli. Da qui un periodo un po' strano, ripensandoci ora ero staccata dal mondo, spesso facevo cose strane, non avevo amici e non riuscivo ad interagire, con mia zia ho sempre avuto un blocco e ce l'ho tutt'ora, per cui parlo con tutti tranne che con lei (che mi ha 'salvato' adottandomi).
Poi sono tornata a vivere nella casa dove ero nata (insieme alla famiglia di mia zia).
A scuola sono sempre stata il 'brutto anatroccolo' perchè non parlavo con nessuno e stavo sempre in disparte, fino alle superiori in cui mi sono 'svegliata' un po', pur non dando fiducia a nessuno, se non a una-due persone.Verso i miei 17 anni è venuto a mancare anche il marito di mia zia (quindi il mio 'secondo padre') e da lì ho capito che non avrei mai più avuto una vita 'normale'..
Con tutto questo 'bagaglio' alle spalle non sono mai andata da una psicologa (nonostante mia zia mi abbia sempre detto di farlo per ricostruirmi una vita), ho fatto solo una seduta a scuola con il risultato di essermi pianta l'anima per un'ora.
Subito finito il liceo ho provato a frequentare l'università ma non essendo riuscita ad entrare a psicologia mi sono iscritta ad arte e dopo un anno ho mollato.
(Il non riuscire a portare niente a termine è un problema che mi perseguita, non sono riuscita nemmeno a prendere la patente dopo due anni di prove).
Attualmente mi sono licenziata dopo aver passato un anno e mezzo a fare un lavoro che odiavo e non riesco a trovare nessuna occupazione.
Sto con un ragazzo da quasi tre anni, l'unica cosa positiva che mi è capitata, che però tratto costantemente male e ho tentato di lasciarlo una ventina di volte, perchè non mi sento completamente felice.
In generale sono paranoica e ansiosa per tutto. Non riesco a fare telefonate, se non costretta, evito di entrare nei negozi finchè posso e quando sono 'costretta' è un peso e finchè non entro mi faccio domande del tipo “oddio adesso devo andare là, devo chiedere questo, e se quello mi guarda, e se qualcuno mi fa domande”. Insomma finchè possibile evito di avere contatti con altri.
Sono mesi che in attesa di trovare un lavoro passo le giornate senza fare niente, non riesco ad uscire se non per uno scopo preciso e in compagnia di qualcuno.
Sono diventata una persona molto nervosa, la maggior parte delle giornate o sono depressa per qualcosa (non la definisco una depressione grave, ma capita), o ho i nervi a fior di pelle per qualcos'altro per cui sento che mi strapperei i capelli e mi viene da piangere perchè non so come sfogarmi.
In questi mesi senza lavoro, mi è capitato spesso di avere delle crisi di nervi, cominciando a sudare, tremare, prendere cose in manco senza senso, girare in tondo per la camera e respirare affannosamente in attesa di capire cosa dovevo fare.
Ultimamente ho avuto anche un attacco isterico con il mio ragazzo (non mi era mai successo in 23 anni), per cui ho preso a pugni e calci lui, la sua macchina e le vetrine dei negozi di notte urlando come una matta i fronte alla gente che passava, di ritorno da una discoteca.
Dopo questo avvenimento mi ero quasi convinta di aver bisogno di uno psicologo e di uno psichiatra.
Un'altra cosa importante è che sono fissata con tutto ciò che è macabro, deviato, paranormale, oscuro e lo sono sempre stata. Sono cresciuta guardando film horror e tutt'ora passo le giornate leggendo biografie di serial killer (e la cosa bella è che provo 'piacere' leggendo dei crimini che hanno commesso e mi piace sapere che tecnica utilizzavano per uccidere persone), cercando tutti i vari disturbi psichici e capendo 'quali potrei avere', guardando film horror, leggendo cose deviate su uccisioni/morte/paranormale/devianze ecc ecc.
Ho spesso pensieri di morte, all'improvviso capita che mi vengano dei 'flash' e immagino di morire per le cause più disparate o di essere uccisa. Lo stesso capita con le persone della mia famiglia.
Mi sono sempre ritenuta una persona strana/pazza, ma sono cosciente di esserlo.
Questi problemi sono sempre presenti nella mia vita, ma in alcuni momenti non ci penso e in altri mi tornano addosso più pesanti di prima, diciamo che una volta al mese ho queste 'crisi' in cui vedo tutto nero.
Sicuramente dovrei affrontare una terapia accompagnata da un figura specializzata... ho paura che se continuo a far finta di niente, mi ritroverò a trenta o peggio quaranta anni ad avere ancora queste crisi..
Grazie per la vostra pazienza ed attenzione.
Sonia.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile ragazza, indipendentemente dalle cause che possano averle provocato tutti questi problemi, credo che sappia già qual è il suggerimento che le daremo: se sta così male deve rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta e affrontare insieme a lui i suoi problemi.

Una seduta è ovviamente troppo poco per sperare di risolvere tutto. Deve ad ogni modo fare un po' di "indagini" per trovare un terapeuta adatto a lei.

Può esserle d'aiuto quest'articolo, che dà suggerimenti proprio in questo senso:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie tante per la risposta, so che è scontato ma è sempre un imput in più!
[#3]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile ragazza, capita che alcune persone sentono di essere condannate dal loro passato e credono quindi che più problematica sia stata la loro storia più difficoltà avranno nell'affrontare il futuro, se per alcuni può essere vero per altri avviene il contrario (fortificandosi con le esperienze) per altri ancora ne rappresenta soltanto un mito dal quale risulta difficile staccarsi. Da qui il titolo del suo post. Anche in queste occasioni un aiuto specialistico può dare i suoi frutti.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Romina Venti Psicologo, Psicoterapeuta 85 2
Cara ragazza,
sicuramente l'infanzia e ciò che abbiamo vissuto ce lo portiamo dietro e nessuno ce lo toglie, ma parlarne, tirarla fuori con uno specialista le dà la possibilità di elaborarla e magari metterla un pò da parte.
Contatti uno specialista!

Saluti

Dr.ssa Romina Venti
Psicologa-Psicoterapeuta familiare e sistemico-relazionale
Iscr.Ord.Psic.Umbria sez. A n°536
www.rominaventi.it