Genitori morti, fratello solo

Buongiorno, vi scrivo perché sono molto angosciato.

Un mese fa' è morta mia madre, quattro mesi fa' mio padre, siamo tre fratelli, mio fratello grande anni 60 era troppo e in maniera patologica attaccato a mia madre, non ha mai voluto lavorare, no moglie, no figli, grossi problemi di psicologia.
E stato in cura, ma No medicine, questi problemi sono in parte comuni a mio fratello piccolo che vive da solo a milano.
Sono problematiche anche ereditate da mio padre.
Io ho una casa affittata a milano, ho lavorato tutta la vita, sono solo per scelta, mi devo chiudere dentro casa a 54 anni e fare il badante di mio fratello che non si sa fare neanche l caffè, ma solo parlare parlare e criticare, parla sempre degli errori del passato, ma non dice che spesso era lui l'artefice
Grazie
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Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Gentile utente,

comprendo la sua angoscia; ha subito due importanti lutti in poco tempo e tra l'altro, pare che stia vivendo come un'oppressione l'aiuto che sente di dover dare a suo fratello che appare poco autonomo.
Che rapporto aveva con i suoi genitori? Che rapporto ha con i suoi fratelli? E quali sarebbero le "problematiche" che questi ultimi avrebbero "ereditato" da suo padre?
Io credo che l'angoscia di cui parla sia molto profonda, in quanto già in poche righe sono emersi molti dolori e situazioni familiari complesse e delicate.
Come sta elaborando il lutto dei suoi genitori? Glielo domando perché non escluderei che questa focalizzazione su suo fratello potrebbe anche essere un modo per sfuggire all'annientamento del dolore, della perdita irreversibile.

L'elaborazione del lutto non è solo un tempo di profonda disperazione e smarrimento che produce un lento acquietarsi del dolore, ma è anche un processo, un percorso dentro di sé nel quale si incontra una profonda solitudine, la percezione della morte di cui prima non si aveva realmente consapevolezza; si passa dall'esserne vagamente coscienti ad essere davvero coscienti, a non poterla più negare. In questo doloroso ed inevitabile percorso dentro di sé, tra numerose cadute e momenti bui, il più delle volte si percorrono e si scoprono nuove vie e nuovi modi per riprendere a sentirsi vivi, o comunque a continuare a vivere anche senza chi ci ha lasciato.

Questi sono solo alcuni momenti, descritti molto riduttivamente, che attraversano le persone dopo un lutto. Spero che leggendo tali righe lei possa non solo ritrovarsi, ma in qualche modo, ritrovare una qualche forma di vicinanza ai suoi fratelli.
Ho ritenuto opportuno scrivere ciò perché a volte il dolore avvicina, altre volte allontana, crea un muro invalicabile tra noi e gli altri e non ci permette di cogliere la loro sofferenza.
Quando qualcuno muore, bisognerebbe domandarsi cosa avviene nel cuore di chi resta.
Immagino che i suoi fratelli stiano attraversando un momento estremamente difficile, ma anche lei, anche se parla solo dei loro problemi e non dei suoi, come se volesse porre solo su di loro un riflettore attraverso cui guardare quel che stanno provando.

Per quanto riguarda i suoi fratelli comunque, non so che problemi abbiano; posso consigliarle di rivolgersi ad uno specialista, ma dovrebbero anche loro avere la motivazione per farlo.
Questa potrebbe essere l'occasione giusta per tutti voi, per consultare uno psicologo e farvi sostenere nell'elaborazione del lutto e magari provare anche ad intervenire su altre questioni personali: i problemi psicologici a cui si riferisce, l'autonomia e molti altri eventuali aspetti che non sono emersi.

Purtroppo non possiamo sottrarci né alla morte, né alla perdita; tuttavia possiamo coglierne il positivo e lasciare che ci insegnino qualcosa, ad esempio a contare sulle proprie forze, ad imparare a camminare da soli, accettando a volte il rischio di brancolare nel buio, pur non separandosi dagli altri; a scoprire la bellezza e l'importanza di legami ai quali si dava poco valore.

Spero che riusciate a farlo, anche perché in un momento così delicato e doloroso, sarebbe bello che riusciate a scoprire o a ritrovare un legame che vi permetta di sostenervi reciprocamente.
Oltre a ciò, voi siete tra quel molto che vi rimane; in particolare tra quel che vi resta del vostro passato, della vostra storia e dei ricordi.
Avere qualcuno come i fratelli, con il quale condividere pezzi di storia, è uno dei modi per non perderli, per custodirli oltre che nel proprio cuore, anche in quello di chi nella nostra vita continua ad esserci.

Spero di esserle stata utile in qualche modo.

Auguri di cuore.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno, Dr. Di Taranto la ringrazio molto per la risposta solerte e dettagliata.
Mi poneva alcune domande a cui non mi voglio sottrarre.
Con i miei genitori avevo in rapporto molto bello, in particolare con mia madre, ma per questione di carattere, infatti mio padre ha avuto sempre un carattere di padre padrone, non ha mai fatto un regalo a mia madre, le offese e le litigate, quasi sempre per futili motivi erano tante, forse troppe, lui ci aveva fatto e poi quasi abbandonato, per lui rappresentavano solo un peso. Si forse quando eravamo piccolini era contento ma poi, lui stesso diceva alcune volte che era psicologicamente infantile, per questa ragione io ero portato nel dare tantissime attenzioni carezze e baci a mia madre, una vera madre con la m maiuscola.
Con i miei fratelli ho un buon rapporto, anche se quando potuto c'è ne siamo tutti andati, io personalmente alla ventura finendo a milano senza nessuna esperienza e facendo lavori precari, saltuari e umili, mai un vestito nuovo, mai un ristorante o una pizzeria, non ho nemmeno un amico, sempre sacrifici e lavoro, pensi che dopo diversi anni che ero a milano, non conoscevo il duomo.
Quali problematiche hanno i miei fratelli? Beh oltre al problema della elaborazione del lutto, lì fratello grande che è rimasto sempre qui con mia madre è infantile, a tratti violento, almeno nel lessico, ha fobie varie, il covid, le relazioni con le altre persone, si lava in continuazione le mani, è insicuro anche di se stesso, ha paura di tutto e tutti e questo lo ha bloccato nel passato, ora da la colpa a tutti, compreso il padre. Mio fratello minore si è in isolato ed ha fatto una corazza, mi chiama la sera ogni tanto, loro due hanno un pessimo rapporto, perché il grande dice sempre che il piccolo è stato privilegiato anche economicamente dal padre. Io sono nel mezzo, che non so che fare, dapprima triste, molto triste, ma adesso con la preghiera e con lo scoprire una sorgente in me di fede, cerco di farmene una ragione, anche se il lutto di mia madre è stato devastante, con sensi di colpa e anzie varie, il lutto di mia madre ha anche riaperto quelle ferite per il lutto di mio padre. Sono solo, tutto è nuovo, come se avessi 3 mesi. Prima cucinano, ripulivo, facevo la spesa e lavavo i piatti, ora faccio le stesse cose, ma e come se fosse la prima volta, ho insicurezza. Mia madre da tempo camminava a fatica, quindi quando ero con lei, gli permettevo di stare sempre a letto. Ora ho tanta angoscia per il futuro, che faccio della mia vita, quella che mi rimane, ho 53 anni! Sacrificarsi ancora?
Grazie per l'attenzione ( mio padre quando scriveva una lettera diceva sempre così). Grazie per la risposta buona giornata e buon lavoro.
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Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Gentile utente,

da quello che racconta sembrerebbe che abbia avuto una vita segnata da profonde sofferenze.
Il vissuto di sentirsi un peso per suo padre, sentirsi quasi abbandonato deve essere stato estremamente avvilente per lei e forse anche per i suoi fratelli, i quali potrebbero aver avuto le medesime sensazioni, alle quali seguono generalmente emozioni molto dolorose.
Non conoscevo suo padre, ma conosco molte storie simili alla sua. Queste sono storie di profondo dolore che si assomigliano tutte, pur essendo uniche ed irripetibili. In queste storie ci sono genitori che non trasmettono l'amore ai figli, che li consegnano al vissuto di essere niente o a quello di essere troppo, cioè un peso, come nel suo caso. In tali casi, molto spesso, non vi è una mancanza d'amore da parte dei genitori e di sicuro non c'è un'indegnità nel ricevere amore da parte dei figli, ma una capacità di trasmetterlo l'amore, ossia un'incapacità personale nell'esprimerlo, che si traduce anche nella difficoltà nel dare oggetti materiali, quali regali (che non ha ricevuto sua madre).

Per dare bisognerebbe aver ricevuto e forse suo padre non ha ricevuto a sua volta quel che non è stato in grado di darvi. Questo concilierebbe molto bene con il padre padrone, un ruolo che forse si è ricucito per nascondersi o adagiarsi dietro la durezza e l'intransigenza.

Comprendo bene anche la desolazione di dover lasciare la propria casa, i propri affetti e le proprie certezze per andare all'avventura, a svolgere lavori umili con poche gratificazioni.
E' stato forse difficile, mortificante.
Forse però le ha anche permesso di maturare, di essere l'uomo che è oggi.
Inoltre anche quest'esperienza, come quelle del passato della vostra famiglia e dei lutti attuali, possono avvicinarvi. Cioè, come ho scritto nel consulto precedente, lei e i suoi fratelli potreste incontrarvi nei meandri di questo vostro sentire connesso alla perdita dei vostri genitori e a tutti i dolori passati che vi accomunano e scoprirvi un sostegno l'uno per l'altro; uniti nel dolore presente e passato.

Per fare ciò le suggerirei di parlare con loro e consigliare un percorso psicologico, che dovrebbe intraprendere anche lei. Tale percorso, oltre a favorire l'elaborazione del lutto potrebbe sostenervi in molti altri aspetti.

Per quanto concerne il lutto, so che è devastante; c'è il senso di colpa per non aver fatto abbastanza o essersi comportati male con chi non c'è più, che serve in realtà a celare una colpa ben più dolorosa e profonda : quella di essere sopravvissuti a chi amavamo. Non c'è scelta possibile per nessuno, e quindi neanche per lei.
L'unica scelta possibile per non rinunciare alla vita è quella di vivere, anche se in un mondo inesorabilmente ingrigito ed impoverito, fuori e dentro di noi. Per questo anche se fa le stesse cose di prima le sembrano diverse.

Con l'aiuto di uno psicologo potrebbe riuscire a pensare al dopo, che forse ora le appare impensabile; potrebbe riuscire a credere che nel mondo esiste ancora e sempre esisterà, qualcosa che vale la pena conoscere, scoprire, imparare, fare; qualcosa per cui vale la pena vivere, nonostante tutto.
E nei momenti in cui questo pensiero la abbandonerà, lo riafferri nuovamente.
Ha 53 anni e ha una vita da vivere, che sebbene si sia rivelata meschina, dolorosa e spaventosa, a volte può essere meravigliosa. Dovrà forse sacrificarsi ancora, per lo più nel rimettersi sul cammino della sua vita prosciugato e spogliato dei suoi affetti, ma non credo che ci saranno solo i sacrifici. Ci saranno anche altri giorni, sorrisi, emozioni, scoperte e molto altro. Forse non uguali a quelli di prima, magari un po' diversi, velati da un po' di malinconia o nostalgia, ma ci saranno.
Infine, ha perduto i suoi genitori nel mondo esterno, ma non nel suo mondo interno, in quanto oltre ai loro ricordi, che nessuno potrà portarle via, sta assumendo alcune loro caratteristiche, pronunciando talune loro parole (come ringraziare per l'attenzione). Loro sono dentro di lei e vi rimarranno per sempre.

Ancora auguri.

Psicologa e Assistente Sociale
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[#4]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno, ha perfettamente ragione quando dice che mio padre non sapeva trasmettere amore, ma lui a suo modo ci voleva bene.
Lui non ha ricevuto amore, era solo, senza amica, ha fatto da giovane il collegio, una vita triste e sola, scaricava tutta la sua negatività nel lavoro, faceva l'insegnante, pure lui aveva mille paure, mille insicurezze, cosa che ha trasmesso anche a mio fratello grande. Mio fratello è in insicuro di tutto a paura di tutto. È nervosissimo, non ha una vita docile, tutti lo evitano, scappano, così come ha fatto mio padre ultimamente, per non vederlo stava tutto il giorno a letto depresso. Guardava in lui la sua sconfitta, e mia mamma cercava di compensare dandogli tutto, troppo, adesso è viziato con problemi psicologici e non sa cosa fare della sua vita, di appoggiava troppo a mia madre, ha bisogno di due mamme. Io da parte mia con questi lutti sono perso, amavo troppo mi a mamma, la vedevo così come indifesa, non so' come glorificarla, darle gioia, portarla in paradiso nella vita eterna......... Grazie
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Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Gentile utente,

custodisca dentro di sé l'immagine buona di suo padre, o quella che lei più ha voluto o saputo comprendere, perdonare, amare e vada avanti; se non ci riesce si rivolga ad uno psicologo per farsi accompagnare nelle strade tortuose e dolorose che conducono all'elaborazione del lutto. Potrà in quella sede esplorare tutti i suoi vissuti e forse sanare le ferite causate dal poco amore percepito o dalla durezza di certe esperienze.
Dia lo stesso suggerimento ai suoi fratelli.
Sua madre continuerà ad esistere dentro di lei, come suo padre.
Si ritroverà ogni tanto o spesso a pronunciare le sue parole, a ripensare a quello che lei avrebbe fatto in una determinata situazione, a ricordare le sue espressioni e i momenti trascorsi insieme. All'inizio tali ricordi saranno dolorosi, saranno forse vissuti come un colpo al cuore, poi pian piano, col trascorrere del tempo, li richiamerà alla mente con un sorriso misto di serenità e velata nostalgia.

Psicologa e Assistente Sociale
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[#6]
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Utente
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Dr. Buongiorno, come faccio ad elaborare nel modo migliore i lutti che ci hanno colpito, sono pieno di sensi di colpa, quel bacio non dato, quella parola non d'età o quel bisticcio inutile.......
Io al contrario dei mie fratelli non li sogno mai che vul dire?, la sera accarezzo una foto di mia mamma, e dormo sereno con indosso un suo gilet che indossava spesso (gle lo aveva fatto mia nonna). E solo che il risveglio è un po' traumatico, mi tremano le gambe.
Mio fratello grande invece, parla parla tutto il giorno, mi segue dove vado, in ogni stanza, ,perche? ,parla del passato e di errori o torti che gli sono stati dati, ma spesso è stato lui l',artefice della sua vita, io lo capisco non ha avuto la forza di andarsene, ed ora è solo senza un domani. E parla e critica e se, e se,.....parla sempre di soldi che mio padre non gli ha dato, ma mia madre gle ne ha dati eccome, facendo sacrifici enormi, rinunce e poi rinunce, era casalinga, infatti un suo cruccio è stato sempre quello di aver fatto ingiustizie con i figli. Grazie mille del tempo che mi dedica, ma io non ho nessuno neanche per parlare in internet, neanche parenti.
Io non ho questa
acredine verso tutto e tutti. Mi dispiace per lui, non so come aiutarlo, ha avuto sempre un carattere difficile, e solo che prima era mitigato da quella santa donna di mia mamma.
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Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Gentile utente,

le dedico volentieri il mio tempo; è solo che ritengo che l'aiuto e il sostegno che può ricevere in questa sede non potrà mai essere utile e benefico come quello che riceverebbe facendo delle sedute con uno psicologo. Mi creda, il supporto psicologico potrebbe aiutarla ad elaborare il lutto. E comprendo che lei voglia trovare un modo qui e adesso che le permetta di smettere di soffrire, ma dovrà andare un po' più in là, impegnarsi ancora un po' nel trovare uno psicologo di sua fiducia e contattarlo per un appuntamento. Può anche rivolgersi a strutture come il consultorio familiare o il centro salute mentale per avere la possibilità di fare delle sedute gratuite o pagando solo il ticket.

Lo so che adesso è pieno di sensi di colpa, infatti, come le ho scritto nel secondo consulto, dopo la morte di una persona amata, oltre al dolore della perdita c'è quello della colpa per quel non abbiamo fatto e non avremmo dovuto fare e per quello che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto.
Non si tormenti per quel bacio non dato, per quella parola non detta o per quel litigio, in quanto posso dirle con sicurezza che se anche avesse dato quei baci, pronunciato quelle parole e se fosse riuscito a sottrarsi ai litigi, ora si starebbe rimproverando o mortificando per altri motivi.
Infatti, come le ho scritto rispetto a tale senso di colpa, esso si presenta dietro questi motivi, ma nasce da una colpa molto più profonda e dolorosa: sopravvivere a chi ci ha lasciato.
Inoltre, adesso lei probabilmente sta idealizzando sua madre e anche ciò fa parte del percorso del lutto. Ha bisogno di idealizzarla, ricordare solo i suoi aspetti positivi, negare quelli negativi e ogni mancanza; anche questo è un effetto della colpa. Una colpa che si placherà insieme al dolore, quando il lutto comincerà ad essere elaborato, quando nella sofferenza nascerà una speranza, quando ci sarà modo di immaginare un domani ora inimmaginabile e anche i ricordi saranno meno amari e penosi, meno schiaccianti con la loro idealizzazione e pervasività.

Ognuno di noi ha un proprio modo per rivivere i ricordi, per affrontare il lutto e per rapportarsi all'assenza e alla mancanza; i suoi fratelli lo fanno attraverso i sogni, lei dormendo con il gilet di sua madre e accarezzando la sua fotografia.
Forse suo fratello parla del passato perché non riesce ad andare avanti e dovrebbe essere anche lui aiutato a farlo, rivolgendosi ad uno psicologo e seguendo le indicazioni che le ho scritto sopra.

Custodisca dentro di sé questo bel ricordo di sua madre; una madre che ha dato a voi figli quel che ha potuto, quel che aveva e forse anche quel che non aveva, come spesso fanno le madri.
E' davvero molto importante che lei prenda di queste parole quelle che pensa che potranno in qualche modo aiutarla, alleviare anche se di poco il suo dolore, o comunque permetterle di comprenderlo, e soprattutto il suggerimento pratico di rivolgersi ad uno psicologo.

Il domani c'è, per i suoi fratelli e per lei; dovete solo andargli incontro con fiducia e speranza.

Psicologa e Assistente Sociale
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[#8]
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Utente
Utente
Gentile Dr. grazie per le sue parole e per i suoi consigli che seguirò
Le chiedo come andare avanti, come placare i miei pensieri che mi saturano la testa e quindi non realizzo il futuro. La sua esperienza cosa dice, mio fratello non pensa al futuro, ma critica sempre il passato, ma è lui che ha sbagliato, e lui che per paura si è chiuso nel suo guscio.
Grazie di tutto. Buon lavoro.
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Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
La risposta alla sua domanda "come andare avanti" è cercare sin da ora, senza attendere ulteriormente, uno psicologo che lavora nel pubblico o nel privato.
Valuti in base alla sua disponibilità economica, alla disponibilità del professionista di riceverla in base agli impegni di entrambi.

Una volta cominciato questo percorso, probabilmente si sentirà meglio e potrà anche essere un esempio per i suoi fratelli. Potrebbe lavorare con lo psicologo su molti aspetti, non solo attenenti all'elaborazione del lutto, che ora appare prioritaria comunque, ma anche al rapporto tra lei e i suoi fratelli e ad altre questioni rimaste irrisolte, presenti e passate.
Successivamente, forse troverà anche un posto entro cui collocare queste parole, che ora sono destinate a restare solo parole perché il dolore non si placa, il senso di colpa è pungente, i pensieri e le domande si fanno sempre più impellenti.

In base alla mia esperienza posso dirle che in genere il lutto viene elaborato, il dolore inconsolabile trova consolazione, i pensieri si riducono, il senso di colpa tende a scomparire e comincia ad esistere nuovamente un futuro; tutto ciò può avvenire con maggior facilità con l'aiuto di uno psicologo.

Coraggio!

Psicologa e Assistente Sociale
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[#10]
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Utente
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Buongiorno Dr. quanti sensi di colpa, quando ci penso mi manca il fiato, il pensare che non la vedo più è terribile
Mia madre è morta con la sepsi e poi acidosi del sangue, fino a qualche ora prima stava bene, se ne è andata lunedì sera al pronto soccorso, li era andata alle 14.00 poi alle 21,30 mi dicono della gravità, di andare, non n sono arrivati, ero in macchina quando alle 22.00 ciao mammina.
Pensi che domenica si guardava i cantanti di Sanremo, mi chiedo meglio in questo modo veloce ma traumatico o una lenta malattia?
I sensi di colpa per una caduta dovuta ad un repentino calo di pressione, e quindi una sofferenza ischemica, quando mi distrago, non ci penzo, ma quando mi prendono i pensieri è terribile, è troppo dentro di noi. Grazie
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Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Comprendo il suo dolore così forte.
Ha cercato uno psicologo?

Psicologa e Assistente Sociale
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[#12]
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Utente
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Si buonasera sto' cercando, penso di rivolgermi ad uno psicologo che conosco, anche se di vista, un'altra di è in offerta di farmi dei consulti in video telefonata con zoom.
Se solo sapessi come rendere felice e orgogliosa di me mia madre, quando è morta età non gli ho neanche dato un ultimo bacio sulla guancia o tenuto la mano, non mi facevano entrare, quando sono entrato dopo ore è stato bruttissimo, era incosciente, io paralizzato dal dolore, lei non voleva essere portata in ospedale, ha detto sempre che voleva morire nel suo letto, infatti era così nervosa quando l'hanno messa in barella che l'hanno dovuta sedare, io la imploravo di stare ferma, ma lei non mi sentiva, anche perche era un po sorda, non ho avuto il tempo di spiegarglielo, l'ha vissuto come un tradimento, spero non abbia mai preso coscienza, sola in un letto, von tutti quei tubi e macchine attaccate, mammina scusami se puoi..........
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Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Le suggerisco di mettere in atto le sue parole.
Le consiglio quindi, come lei stesso ha scritto, di contattare lo psicologo che ha individuato oppure un altro per un consulto online, che troverà molto facilmente in rete.
Le consiglio di farlo domani! Non aspetti ancora!

Psicologa e Assistente Sociale
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[#14]
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Utente
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Buongiorno, Dr. ho appena finito colloquio online, mah vediamo, che devo fare con mio fratello, mi devo sacrificare per tutta la vita a un carattere pessimo, non sa fare nulla, faceva tutto mamma, lo preservava in tutti i problemi della vita.
Io senza aiuto alcuno, neanche economico me ne sono andato, in una città che non conoscevo, lavorando e prendendo quello che c'era, ero tranquillo solo quando avevo il denaro per pagare l'affitto, e ora tutto non ha senso, aiutatemi.
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Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Ne parli durante i colloqui di ciò.
Io quello che sentivo di poterle dire, gliel'ho già detto.
Adesso può solo farsi aiutare da uno psicologo nei colloqui, come sta già facendo.

Psicologa e Assistente Sociale
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[#16]
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Utente
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Buonasera Dr. Mi permetto di consultarla perché molte sue parole mi ritornano, molti suoi concetti mi ritornano, e quindi accantonato il lutto, Lei conosce per sommi capi la situazione di mio fratello eterno "mammone", solo e senza amici, per niente autonomo, pieno fo paure e di incertezze, con rabbia e acredine verso tutto e tutti, me compreso e mio fratello piccolo, che se ne è andato già di casa a 17 anni, ora ne ha 50.
si è isolato dalla realtà, e dalla famiglia, negli ultimi anni non vedeva e non telefonava hai genitori perché troppo anziani e mal ridotti, pensava che dopo la loro morte non avrebbe sofferto, nonostante l'età vive ed ha sempre vissuto come un recluso vecchio. Lui si disinteressa, come se il problema non lo riguarda.
Io che devo fare, andare a milano, dove ho una piccola casa in affitto, dove ho fatto mille sacrifici anche economici privandomi, in maniera cosciente di tutto, praticamente non vivendo senza avere le gioie della vita, ho restare qui, rinunciando a tutto, come ha fatto mia madre dopo il matrimonio? Come posso aiutarlo, senza compromettere la mia a vita, o quel che resta dopo mia mamma?
Quale parlavo con Lei al riguardo non mi rispondeva
Non so che fare hp bisogno di consigli da gente esperta.
Ricordo a come ero spensierato prima, il lavoro e le varie rinunce non mi pesavano, era un gioco, l'essere soli per scelta mi andava bene, passavo ore in biblioteca con il mio PC. Grazie