Paura di non amare

Buonasera, sono un ragazzo di 22 anni che di base soffre molto anche per piccole cose.
Mi sono trasferito per università lontano da casa ed ovviamente anche dalla mia fidanzata (siamo fidanzati da 5 anni).
2 settimane fa abbiamo discusso, neanche animatamente, per una questione anche abbastanza irrilevante che siamo riusciti a risolvere.

Ora è qualche giorno che nonostante la discussione sia passata e nonostante ci siamo riusciti a vedere per 2 giorni ho paura di non amarla più...cerco di spiegarmi meglio.
Mi piace come ragazza, mi piace quello che facciamo assieme, mi piace ridere e scherzare con lei ma in questi giorni sto avendo la costante paura di non poterla amare più...mi blocco nel vuoto per qualche secondo e penso a lei, cerco di scuotere la testa e non pensarci ma ecco che ricomincia.
Ho veramente paura di perderla, di pensare di non amarla più quando in realtà nel profondo so che non è così ma ormai è un pensiero che non riesco a togliere nonostante mi metta a fare tante cose durante la giornata.

I miei comportamenti nei suoi confronti sono sempre uguali (carezze, coccole, baci) e sto bene ma ci sono questi maledetti momenti che mi smorzano.

Anticipo che non mi è possibile purtroppo andare da uno psicologo/psicoterapeuta a causa di mancanza di soldi (stando fuori non voglio chiedere altro ai miei genitori oltre il necessario) ed è per questo che mi rivolgo qui.

Specifico inoltre che quando litigammo riuscii a calmarmi dopo circa 1 settimana parlandone con mia sorella che è riuscita a farmi comprendere che i comportamenti della mia ragazza nei miei confronti erano normali (nel senso che era una persona realmente innamorata) (la mia ragazza mi è stata molto vicina durante il litigio, ogni volta che piangevo mi chiamava e riusciva a farmi state più tranquillo).

Spero di aver detto tutto e spero in un vostro riscontro, buona giornata
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.8k 579 67
Gentile utente,

mi sembrerebbe che, più che di assenza di amore, nel Suo caso si tratti di ansia. E se tale fosse, va curata.
Però - aggiungo - solo in presenza è possibile una diagnosi, e quindi in ciò non possiamo aiutarla online; è necessario che Lei si rivolga di persona.

Il nostro servizio qui serve - come da Linee guida - per fornire orientamenti spendibili nella vita concreta, e dunque ecco una immediata necessaria informazione.
Come ogni giorno scriviamo qui rispondendo ai vari consulti, ci sono molti modi per accedere ad un percorso psicologico *senza spendere*;
preciso ciò in risposta alla Sua frase:
"Anticipo che non mi è possibile purtroppo andare da uno psicologo/psicoterapeuta a causa di mancanza di soldi (stando fuori non voglio chiedere altro ai miei genitori oltre il necessario) ed è per questo che mi rivolgo qui."
-In ogni Ateneo esiste lo Sportello psicologico gratuito.
-Presso i Consultori pubblici della città che La ospita l'accesso è gratuito (previo appuntamento tel.) con l* Psicolog*. Talvolta il servizio prevede lo "Spazio giovani", specifico per la sua età. Qui le indicazioni: https://www.salute.gov.it/portale/donna/consultoriDonna.jsp?lingua=italiano&id=4524&area=Salute%20donna&menu=consultori .
- Esiste anche il "bonus psicoterapia gratuita", ma è meno immediato. Ad ogni buon conto - anche per chi ci legge - Le forniamo i riferimenti: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/9005-importante-bonus-psicoterapia-gratuita-anche-per-il-2023.html .

Non abbia imbarazzo nel chiedere aiuto psicologico, come farebbe se avesse .. mal di denti e chiedesse aiuto al dentista. Ormai son trascorsi i tempi in cui si identificava l* Psicolog* come specialista dei ..matti; oppure come uno specialista per i ricchi/abbienti che se lo possono permettere.

Se ritiene, replichi qui; Le risponderemo certamente.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dottoressa La ringrazio per la risposta tempestiva e per le varie soluzione che mi ha proposto.
In questo momento non mi è possibile iniziare un percorso psicoterapeutico con la mia università a causa dei miei spostamenti (tornerò a casa il 6 aprile, per poi ritornare nella città universitaria il 17 e via dicendo). Sicuramente una volta tornato nella città universitaria e avendo più tempo a disposizione inizierò questo percorso per cercare di "uscirne" da questi problemi.
Le volevo solo chiedere se può consigliarmi qualcosa magari da fare per cercare di ridurre questa ansia (mi rendo conto anche da solo che probabilmente si tratta di quello). Detto ciò sto sperando che una volta sceso dalla mia famiglia la situazione torni alla normalità e che io possa tornare a stare tranquillo.
La ringrazio ancora per il suo tempo, cordiali saluti
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.8k 579 67
E' possibile che "...una volta sceso dalla mia famiglia la situazione torni alla normalità e che io possa tornare a stare tranquillo...", la famiglia d'origine può rappresentare per alcuni il nido regressivo che rassicura. Finché si sta al suo interno.
Ma non è certo la soluzione.

Quando Le sarà possibile applichi l'orientamento indicatoLe:
se fosse possibile risolvere con qualche consiglio "... qualcosa magari da fare per cercare di ridurre questa ansia..", nessuno più soffrirebbe d'ansia.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/