E possibile che è tutta colpa dell'ansia
Egregi dottori il mio nome è Luigi e ho 28 anni, da circa sei mesi sono in un continuo stato ansioso, forse dovuto ad un progetto di matrimonio ormai prossimo o a fattori lavorati, per il quale il dottore mi ha prescritto delle Benzodiazepine (Compendium) che attualmente, sempre sotto suo consiglio, sto provando a calare gradualmente (ad oggi ne prendo 7-8- gocce la sera).
Il mio problema è che questi stati ansiosi mi procurano per quasi tutta la giornata forti dolori al petto e alla schiena creandomi, sebbene abbia fatto tutti gli accertamenti del caso (ecg ed ecocardiogramma), uno stato di angoscia incredibile che mi porta inevitabilmente a pensare sempre a chissa quale male mi possa prendere in quel momento ed all'improvviso.
Sono anche in "cura" da una psicologa che però fino ad adesso (7 sedute) non ha fatto altro che farmi fare dei test senza aiutarmi nel vero senso della parola.
E' questo il giusto iter da seguire nel campo della psicologia?? O sarebbe meglio cercarsi un'altra persona?
Ma il mio problema più grande restano i dolori che oltre a procurarmi dolore fisico, come appunto scrivevo, mi fanno sempre pensare al peggio. E possibile che è tutta colpa dell'ansia(non riesco a farmene una ragione!)? Come farli sparire???
Prendo gli ansiolitici da quasi 4 mesi ho paura che, sebbene ne abbia ridotto il dosaggio, mi facciano male alla salute è così?
Per concludere quale è secondo voi il miglior percorso da seguire?
Certo di una vostra risposta vi ringrazio anticipatamente e scusatemi se sono stato un pò "goffo" nell'esporvi il problema.
Il mio problema è che questi stati ansiosi mi procurano per quasi tutta la giornata forti dolori al petto e alla schiena creandomi, sebbene abbia fatto tutti gli accertamenti del caso (ecg ed ecocardiogramma), uno stato di angoscia incredibile che mi porta inevitabilmente a pensare sempre a chissa quale male mi possa prendere in quel momento ed all'improvviso.
Sono anche in "cura" da una psicologa che però fino ad adesso (7 sedute) non ha fatto altro che farmi fare dei test senza aiutarmi nel vero senso della parola.
E' questo il giusto iter da seguire nel campo della psicologia?? O sarebbe meglio cercarsi un'altra persona?
Ma il mio problema più grande restano i dolori che oltre a procurarmi dolore fisico, come appunto scrivevo, mi fanno sempre pensare al peggio. E possibile che è tutta colpa dell'ansia(non riesco a farmene una ragione!)? Come farli sparire???
Prendo gli ansiolitici da quasi 4 mesi ho paura che, sebbene ne abbia ridotto il dosaggio, mi facciano male alla salute è così?
Per concludere quale è secondo voi il miglior percorso da seguire?
Certo di una vostra risposta vi ringrazio anticipatamente e scusatemi se sono stato un pò "goffo" nell'esporvi il problema.
[#1]
Gentile Utente,
per quanto riguarda la farmacoterapia le consiglio un approfondimento psichiatrico, necessario se vuole ritrovare un equilibrio tra stato dell'umore, ansia, reazioni emotive e/o fisiche.
Per quanto riguarda la psicoterapia, mi sembra un'ottima idea, ma, come già detto, dopo una consulenza psichiatrica.
Per quanto riguarda la sua psicologa: ammesso che i "miglioramenti" psicologici non sono ad effetto immediato (se non altro perchè ciò che ha causato il problema ha una probabile durata di mesi/anni), purtroppo serve del tempo e molto sacrificio.
Tenendo inoltre presente che la prima parte delle sedute è relativa alla psicodiagnosi (per questo l'uso di test) io esporrei tranquillamente i miei dubbi alla Collega, proprio come ha fatto qui con noi. Mi chiederei:quanto mi sto fidando di lei? Tanto al punto da esporle questi dubbi?
Nota: la psicoterapia è comunque legata ad una relazione terapeuta-paziente: se questa relazione non funziona, è meglio cambiare terapeuta. Ma questo solo lei (e la terapeuta) può sentirlo.
Cordialmente
Daniel Bulla
per quanto riguarda la farmacoterapia le consiglio un approfondimento psichiatrico, necessario se vuole ritrovare un equilibrio tra stato dell'umore, ansia, reazioni emotive e/o fisiche.
Per quanto riguarda la psicoterapia, mi sembra un'ottima idea, ma, come già detto, dopo una consulenza psichiatrica.
Per quanto riguarda la sua psicologa: ammesso che i "miglioramenti" psicologici non sono ad effetto immediato (se non altro perchè ciò che ha causato il problema ha una probabile durata di mesi/anni), purtroppo serve del tempo e molto sacrificio.
Tenendo inoltre presente che la prima parte delle sedute è relativa alla psicodiagnosi (per questo l'uso di test) io esporrei tranquillamente i miei dubbi alla Collega, proprio come ha fatto qui con noi. Mi chiederei:quanto mi sto fidando di lei? Tanto al punto da esporle questi dubbi?
Nota: la psicoterapia è comunque legata ad una relazione terapeuta-paziente: se questa relazione non funziona, è meglio cambiare terapeuta. Ma questo solo lei (e la terapeuta) può sentirlo.
Cordialmente
Daniel Bulla
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#2]
caro amico,
finalmente qualcuno che apre un pò gli occhi...Lasci perdere l'inutile lentezza della psicoterapia (la 'psicodiagnosi' nel suo caso si fa in dieci minuti), si affidi ad un clinico competente in farmacoterapia e lasci che lui gestisca la cura. A Roma: prof. Mauro Mauri (Università di Pisa), dr. Antonio Tundo (Istituto di Psicopatologia, vedi sito internet), dr. Luciano Rossi o Antonio Paiano (Centro Fisioeuropa, EUR).
Cari saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
finalmente qualcuno che apre un pò gli occhi...Lasci perdere l'inutile lentezza della psicoterapia (la 'psicodiagnosi' nel suo caso si fa in dieci minuti), si affidi ad un clinico competente in farmacoterapia e lasci che lui gestisca la cura. A Roma: prof. Mauro Mauri (Università di Pisa), dr. Antonio Tundo (Istituto di Psicopatologia, vedi sito internet), dr. Luciano Rossi o Antonio Paiano (Centro Fisioeuropa, EUR).
Cari saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
Silvio Presta
[#3]
Gentile utente,
è del tutto comprensibile il suo desiderio di miglioramento immediato e testimonia,se non altro un'autentica volontà di guarire e un'intrinseca motivazione alla cura. Tenga però presente che un corretto intervento psicologico, inteso in senso clinico e psicoterapuetico, produce risultati buoni e duraturi ma purtroppo non graduali e spesso non immediatamente riscontrabili. A meno che non si accontenti di una semplice rimozione farmacologica del sintomo che si rivela spesso però del tutto effimera e temporanea (il sintomo potrebbe infatti ripresentarsi a distanza di tempo e quando meno se lo aspetta con le medesime caratteristiche precedenti se non esacerbato). Il mio consiglio è quindi quelio di agire ad un duplice livello: un approfondimento psichitarico ( al di là delle possibili indicazioni del medico di base) per valutare ed eventualmente reimpostare la cura farmacologica e la progettazione di un adeguato piano di intervento psicoterapeutico; e' possibile che il lavoro che ha cominciato con lei la sua psicologa sia proprio diretto in questo senso: per sapere come muoversi nella terapia vera e propria è necessarrio una corretta psicodiagnosi. Se è vero che il riconoscimento sintomatologcio può avvenire in alcuni casi in tempi relativamente brevi, resta poi da compiere tutto un approfondimento psicodiagnostcio ( che può essere
più rapido o accurato a seconda del caso) il cui scopo è la stesura di un profilo psicodiagnostico di personalità che analizza variabili strutturali e funzionali del paziente ( per fare qualche esempio concreto: il funzionamento del pensiero, il contatto con la realtà, la relazionalità , le difese, le risorse emotive,ecc..) che si risolve in un numero più o meno limitato di incontri ma mai in 10 miniuti). L'aspetto più controvreso consiste proprio nell'effettuare una corretta valutazione dell'approfondimento necessario allo specifico caso: i casi di valutazione frettolosa e superficiale sono purtroppo tanto frequenti quanto le "ossessivizzazioni" psicodiagnostiche in cui il paziente è sottoposto per scrupolo a valutazioni testali completamente superflue nella sua condizione. Se pensa che questo possa essere il suo caso non abbia esiazioni ad esporre i suo dubbi alla psicologa: se ha in mente uno specifico piano di consultazione,psicodiagnosi e terapia con precisi step e scopi sarà felice di illustrale, per quento possibile, ipotesi e chiatimenti e questo potrà essere un utile momento di confornoto per valutare, ridiscutere e impostare insieme modalità, tempi e obiettivi della terapia. Se anche allora non dovesse percepire la presenza di una certa relazione con il proprio terapeuta basata sull'allenza e sulla fiducia sarà forse il momento di rimescolare le carte in tavola...
con i migliori auguri
F.I.passoni
studiopsicologia1@libero.it
è del tutto comprensibile il suo desiderio di miglioramento immediato e testimonia,se non altro un'autentica volontà di guarire e un'intrinseca motivazione alla cura. Tenga però presente che un corretto intervento psicologico, inteso in senso clinico e psicoterapuetico, produce risultati buoni e duraturi ma purtroppo non graduali e spesso non immediatamente riscontrabili. A meno che non si accontenti di una semplice rimozione farmacologica del sintomo che si rivela spesso però del tutto effimera e temporanea (il sintomo potrebbe infatti ripresentarsi a distanza di tempo e quando meno se lo aspetta con le medesime caratteristiche precedenti se non esacerbato). Il mio consiglio è quindi quelio di agire ad un duplice livello: un approfondimento psichitarico ( al di là delle possibili indicazioni del medico di base) per valutare ed eventualmente reimpostare la cura farmacologica e la progettazione di un adeguato piano di intervento psicoterapeutico; e' possibile che il lavoro che ha cominciato con lei la sua psicologa sia proprio diretto in questo senso: per sapere come muoversi nella terapia vera e propria è necessarrio una corretta psicodiagnosi. Se è vero che il riconoscimento sintomatologcio può avvenire in alcuni casi in tempi relativamente brevi, resta poi da compiere tutto un approfondimento psicodiagnostcio ( che può essere
più rapido o accurato a seconda del caso) il cui scopo è la stesura di un profilo psicodiagnostico di personalità che analizza variabili strutturali e funzionali del paziente ( per fare qualche esempio concreto: il funzionamento del pensiero, il contatto con la realtà, la relazionalità , le difese, le risorse emotive,ecc..) che si risolve in un numero più o meno limitato di incontri ma mai in 10 miniuti). L'aspetto più controvreso consiste proprio nell'effettuare una corretta valutazione dell'approfondimento necessario allo specifico caso: i casi di valutazione frettolosa e superficiale sono purtroppo tanto frequenti quanto le "ossessivizzazioni" psicodiagnostiche in cui il paziente è sottoposto per scrupolo a valutazioni testali completamente superflue nella sua condizione. Se pensa che questo possa essere il suo caso non abbia esiazioni ad esporre i suo dubbi alla psicologa: se ha in mente uno specifico piano di consultazione,psicodiagnosi e terapia con precisi step e scopi sarà felice di illustrale, per quento possibile, ipotesi e chiatimenti e questo potrà essere un utile momento di confornoto per valutare, ridiscutere e impostare insieme modalità, tempi e obiettivi della terapia. Se anche allora non dovesse percepire la presenza di una certa relazione con il proprio terapeuta basata sull'allenza e sulla fiducia sarà forse il momento di rimescolare le carte in tavola...
con i migliori auguri
F.I.passoni
studiopsicologia1@libero.it
F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica
studiopsicologia@hotmail.it
[#4]
Gentile utente,
pur non condividento appieno le affermazioni del Dr. Presta, devo dire che e' necessario introdurre una adatta terapia farmacologica per i suoi sintomi che non siano 1 benzodiazepina per pochi mesi o altri intrugli di dubbia efficacia. Nel suo caso, inoltre, tutta la componente psicodiagnostica poteva essere tralasciata senza problemi, una volta escluse le cause organiche, come anche problemi tiroidei, e' necessario che i suoi sintomi si riducano velocemente e con i farmaci.
Dopo, con calma, puo' decidere di intraprendere un percorso psicoterapeutico adatto alla sua condizione con preferenza per l'orientamento cognitivo-comportamentale.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
pur non condividento appieno le affermazioni del Dr. Presta, devo dire che e' necessario introdurre una adatta terapia farmacologica per i suoi sintomi che non siano 1 benzodiazepina per pochi mesi o altri intrugli di dubbia efficacia. Nel suo caso, inoltre, tutta la componente psicodiagnostica poteva essere tralasciata senza problemi, una volta escluse le cause organiche, come anche problemi tiroidei, e' necessario che i suoi sintomi si riducano velocemente e con i farmaci.
Dopo, con calma, puo' decidere di intraprendere un percorso psicoterapeutico adatto alla sua condizione con preferenza per l'orientamento cognitivo-comportamentale.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
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Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 9.7k visite dal 10/07/2006.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.