Aneurisma del tripode celiaco

Epatotrapiantato dal maggio 2002.
Ad agosto 2010, a seguito di controllo con angiotac, furono diagnosticati, una raccolta ematica addominale ed unaneurisma del tripode celiaco. Sottoposto a trattamento anticogulante, fui ricoverato l'8 settembre (data31.1.'11 stenting dell'aneurisma, con accesso ascellare, con stent a diversione di flusso 6x60 mm Cardiatis-CPMS. La emostasi successiva all'intervento avvenne con applicazione di GlubranSeal (0,02 cc) e compressione manuale.
I dolori successivi al termine dell'effetto dell'anetesia consigliarono un'indagine che rivelò la presenza di un ematoma rifornito del cavo ascellare e successivo intervento urgente di evacuazione dell'infiltrazione del fascio nervoso ascellare ( nervo mediano e nervo ulnare) e sutura dell'arteria. Al termine, parestesia delle prime tre dita della mano sn. e mobilità ridotta del pollice e della funzione di opponibilità ( a tutt'oggi non risolto).
L'8 aprile, a seguito di dolore continuo e costante in sede epigastrica, mi recai al P.S. dove mi fu diagnosticata una trombosi a valle dello stent.
Le mie domande sono le seguenti:
- in base alla Sua esperienza è possibile che in meno di sessanta giorni, con terapia anticoagulante in corso da quasi sei mesi, nonostante l'applicazione di uno stent costruito appositamente per influire il meno possibile sull'emodinamica locale, si sia potuto formare un trombo? Ci sono statistiche o altri elementi di riferimento al riguardo?
- la formazione dell'ematoma ascellare potrebbe essere stato causato dalla durata ridotta del tempo di compressione manuale dopo l'applicazione del GlubranSael, inizialmente stabilito in 3 minuti, terminato dopo 2m e 30 secondi?
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Dr. Rodolfo Lanocita Radiologo interventista, Radiologo 343 14 5
Gentile Utente,
la discussione di un caso complesso quanto quello che ha illustrato non deve, a mio avviso avvenire sul web a causa dei limiti intrinseci del metodo (impossibile valutare le immagini e la documentazione clinica).
Proverei a risponderle in via del tutto "generale".
La chiusura di uno stent può purtroppo avvenire a dispetto di ogni terapia anticoagulante. Le ricordo che i diametri dell'arteria epatica sono piccoli (di frequente si usano infatti sent adatti alle arterie coronarie del cuore).
Immagino che la decisione di usare uno stent sia stata "sofferta" da parte dei suoi Curanti, sicuramente ben consapevoli di rischi e vantaggi. La preservazione di un organo trapiantato è una delle mission più care a chi si occupa attivamente di problematiche trapiantologiche. Parte della sua fortuna è sicuramente stata che l'organo ha avuto lungo tempo (2002-2010) per "fare crescere" nuovi vasi per nutrire le vie biliari, tant'è che la chiusura dello stent non ha provocato la perdita dell'organo.

Per questo punto quindi il bilancio, a dispetto della storia, mi sembra complessivamente positivo.

L'ematoma rifornito dell'arteria ascellare con conseguente danno neurologico invece va purtroppo inserito tra le cose che possono accadere come conseguenza di una manovra medica (nella voce complicanze). Il collante (GlubranSeal) utilizzato ha effetto praticamente immediato, tanto che i tempi di compressione manuale sono estremamente brevi, non ritengo che i 30'' di differenza (?) da lei rilevati siano significativi.

Cordialità,

Dr. Rodolfo Lanocita, Fondazione Istituto Nazionale Tumori - Milano

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