Tumore prostata

Gent.mo Dott. Alongi,
anni 60, dopo una diagnosi di adenocarcinoma prostata stadio cT2b sinistro, PSA 6, e Gleason 8, mi trovo con forti dubbi. Gli urologi vista l'età consigliano Prostatectomia radicale nerve sparing, i medici radioterapici consigliano radioterapia esterna.
Vorrei un suo competente parere sulla migliore scelta risolutiva e sui possibili effetti(incontinenza e potenza)di entrambe le terapie.
La ringrazio molto per la risposta.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
GLEASON 8 e T2c sono due fattori prognostici che insieme portano la malattia, sebbene il PSA sia <10, ad una categoria di "rischio alto" per malattia extracapsulare. Cio' significa che l'intervento chirurgico(suggerito giustamente per la sua eta'<65 anni)potrebbe essere non radicale e necessitare successivamente di una radioormonoterapia adiuvante.

La scelta e' comunque sua: deve ponderare rischi e benefici di ogni opzione teraputica.
la RT non e' invasiva ed e' caratterizzata dall'assenza di rischi operatori con effetti collaterali contenuti con le nuove tecniche di IMRT/IGRT. Essendo una azione biologica selettiva dei raggi sulle cellule tumorali prostatiche, come svantaggio della RT la ghiandola rimane in sede e non e' possibile caratterizzare la malattia il cui risultato viene valutato nel tempo(mesi e anni dopo il trattamento).

La chirurgia ha invece il vantaggio significativo di asportare la ghiandola subito, definitivamente; ma nel suo caso non e' detto che possa essere un intervento radicale, nel senso che e' possibile che la chirurgia necessiti dopo della RT di completamento(per la presenza di margini positivi, PSA non azzerato oppure di fattori di "rischio alto" come la compromissione delle vescicole seminali e della capsula).
Suggerirei, se fosse un mio paziente, degli esami strumentali come una RMN che possa farci capire se la malattia e', all'esame diagnostico, extracapsulare o contenuta nella ghiandola. Nel secondo caso la chirugia sarebbe l'optimum in relazione all'eta'. L'esame comunque non e' detto che sia chiarificatorore, ma a mio avviso vale la pena farlo per capire il quadro al melio, se possibile.

Mi tenga pure informato


Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#2]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
La ringrazio per la gentile e competente risposta.
Approfitto per chiederle ancora, visti i tempi e le liste di attesa per la chirurgia (due mesi) e visto l'alto rischio, il Casodex riuscirebbe in questo caso a tamponare o limitare lo sviluppo della malattia e la compromissione di altri organi?
Grazie ancora
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Il farmaco come il Casodex, il bicalutamide, è in grado di espletare un effetto antiandrogenico, cioe' di inibizione dell'azione del testosterone sulle cellule prostatiche. Per intenderci è come togliere(momentaneamente) il carburante alle cellule che possono quindi rimanere in quiescenza. Naturalmente bisogna che ne parli con chi la segue per pcapire se è opportuno prescriverla e quando.
[#4]
dopo
Attivo dal 2011 al 2017
Ex utente
Ho un aggiornamento: scintigrafia e TAC CMC negativi.
Ancora qualche riflessione: Giustamente la chirurgia ha il vantaggio significativo di asportare la ghiandola subito, definitivamente, ma come lei dice nel mio caso non e' detto che possa essere un intervento radicale, nel senso che e' possibile che la chirurgia necessiti dopo della RT di completamento(per la presenza di margini positivi, PSA non azzerato oppure di fattori di "rischio alto" come la compromissione delle vescicole seminali e della capsula).
Ora mi chiedo se la radioterapia IMRT/IGRT potrebbe avere le stesse possibilità o in ogni caso buone percentuali risolutive.
Se la RT è risolutiva come completamento perchè non lo è radicalmente?
Quale potrebbe essere in questo caso lo scenario dopo la radioterapia IMRT/IGRT?
E in caso di risultato negativo quale potrebbe essere il salvataggio?
Ringrazio per le ulteriori risposte ai miei dubbi.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
La radioterapia, per i pazienti con rischio intermedio-alto, ha gli stessi risultati della chirurgia. L'esito si controlla con l'abbassamento del PSA che , se entro un anno dalla fine della RT, scende al di sotto di 1ng/mL, indica prognosticamente ottime possibilità di tenere un controllo biochimico di malattia.

In caso di insuccesso attestato da un aumento duplice al di sopra del valore minimo ottenuto(NADIR)+2ng/mL, indica invece un fallimento del trattamento radiante. In tal caso la prostatectomia radicale o l'HIFU possono ottenere, in mani esperte buone possibilità di recupero. Infine, la terapia ormonale può contribuire a tenere per molti mesi il marcatore di malattia del PSA entro i valori di controllo.

NE parli comunque con gli specialisti del caso..DI PRESENZA!
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