Radioterapia adiuvante dopo prostatectomia

Gentili medici,
mio padre, anni 64, ha subito una prostatectomia radicale retropubica quasi due mesi fa, per un adenocarcinoma Gleason 7(3+4) T1c.
Purtroppo dopo l'intervento, l'esito istologico ha rilevato: parenchima prostatico infiltrato da carcinoma cribriforme. Gleason 6(3+3). Infiltrazione neoplastica perineurale. Microembolo neoplastico endolinfatico. Lesione presente al margine estremo del campionamento chirurgico nel lobo di sinistra, versante uretra. Nelle altre campionature la lesione è limitata al parenchima. Neoplasia presente nell'apice prostatico.Vescichette seminali DX e Sx e deferente DX e Sx indenni da infiltrazione neoplastica. Sette linfonodi indenni. Otto linfonodi indenni. pT2C N0 MX G2.
Il Psa dopo 1 mese e mezzo dall'intervento è 0,007, e nonostante ciò il nostro urologo ha consigliato radioterapia adiuvante.
Il radioterapista, previa visita, ha programmato 38 sedute di radioterapia sulla loggia prostatica, a 76G da iniziare a settembre. Inoltre ha prescritto una cura con Rigenox, Eckinol bustine, Floranorm, e crema emolliente Equiderma, da iniziare subito
Chiedo il vostro parere per sapere se il numero delle sedute e il dosaggio di radiazioni sia giusto; e poi, con la radioterapia c'è buona probabilità che si esca da questo brutto tunnel?
Ringraziandovi anticipatamente,
porgo distinti saluti.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
La radioterapia e' indicata per la presenza del margine infiltrato, fattore prognostico per cui la radioterapia può avere un vantaggio in termini di controllo del PSA. E' comunque ottimo ilPsa post-operatorio così come il Gleason score di 6 che suggeriscono che si tratta di un tumore relativamente a bassa aggressività. Sarebbe quindi non criticabile anche un atteggiamento attendista monitorizzando il PSA nei primi mesi prima di un eventuale prescrizione precoce della radioterapia ai primi rialzi significativi.
Sulla dose alcuni(molti) prescrivono "storicamente" 66 Gy. Recenti studi hanno invece dimostrato come dosi superiori a70Gy siano più efficaci nel controllare il PSA. Forse 76 Gy nel suo caso può essere considerato da qualcuno un po' troppo eccessivo se non si utilizzano tecniche per minimizzare gli effetti collaterali(IMRT e IGRT)

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

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Utente
Utente
gentile dott. Alongi,
la ringrazio per la sua risposta esaustiva e confortante. Relativamente alla dose, da perfetta ignorante in materia, ho nutrito dubbi, perchè leggendo qualcosa in merito, mi era parso di capire che la dose proposta a mio padre era pari a quella utilizzata in radioterapia radicale. Esporrò sicuramente i miei dubbi al medico radioterapista che segue papà.
Inoltre volevo sapere in merito agli integrtori prescritti, per prepararlo al trattamento, se vi è un'efficacia accertata o se possono accelerare i tempi di riproduzione delle cellule cancerogene.
Ringraziandola nuovamente, porgo

Distinti saluti.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120
Gli integratori possono servire a minimizzare i sintomi correlati al trattamento. Comunque in caso di insorgenza di diarrea, bruciore rettale o cistite , sarà necessario assumere farmaci più efficaci degli intrgratori il cui effetto e' francamente limitatisssimo.
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Utente
Utente
Gentili medici,
mi rivolgo nuovamente alla vostra gentile attenzione, comunicandovi il valore di Psa di mio padre (0,05 ng/ml) dopo aver completato 3 mesi fa un ciclo di radioterapia adiuvante dopo prostatectomia radicale e linfoadectomia (per adenocarcinoma pt2c gleason 6 3+3).
Vorrei sapere se può essere considerato un valore prognostico favorevole, considerando che il valore precedente all'inizio della radioterapia e successivo di 3 mesi all'intervento era di 0,007.
Possiamo stare tranquilli, o ciò indica un aumento di psa e quindi di possibilità di recidiva?
Ringraziandovi anticipatamnte, porgo

distinti saluti.
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