Adenocarcinoma prostatico pt3a

Mio padre 67 anni, ad ottobre 2014 primo psa 8, ripetuto altre deu volte sempre con valore di 8, a febbraio 2015 salito a 12.
febbraio eseguita biopsia dallaquale si riscontrano tre microfocolai di adenocarcinoma, tutti nellobo destro, due alla base e uno all'apice, uno di questi con gleason 7 (3+4)
Urologo consiglia chirurgia senza altri esami oppure radioterapia+ormoterapia
radioterapista consiglia di eseguire rm.
Eseguita a fine marzo con bobina di superficie, si riscontra:
presenza di adenoma centrale con dimensioni 2.3*1.8*2 cm volume di (4,5cc)
in corrispondenza della porzione periferica,in sede posteriore dx, in prossimità dell'apice,ed in sede anteriore sn si apprezzano aree di ipointensità, con aspetto rispettivamente nodulare(6mm) e a placca (1,5cm) che mostrano ridotti valori di adc e precoce impregnazione dopo mdc. la capsula prostatica, in particolare presenta un bulging lungo il profilo anterolaterale, sospetto di infiltrazione, la capsula contigua al nodulo ipointenso post. dx è apparentemente integra,in assenza di interruzioni.conservato il fascio vascolonervoso bilaterale. linfonodi di 1cm circa si apprezzano lungo la catena iliaca esterna bilateralmente,alcuni dei quali appaiono rotondeggianti.minima quota di versamento libero nello scavo pelvico.
stadio pTa3
sentito altro urologo ,consiglia intervento, dicendo che spesso rm sovrastadia.
chiedo:
se eseguo intervento chirurgico e i margini sono positivi,posso eseguire rt a scopo curativo??
nel senso posso rischiare di fare intervento,se sono fortunato i margini saranno negativi,altrimenti farò la rt??
Oppure dal punto di vista del risultato finale chirurgia +eventuale rt post ,nel caso di margini positivi danno un risultato inferiore rispetto alla sola rt+ormonoterapia??
nell'attesa dell'intervento mio padre potrebbe fare ormonoterapia??
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Carissimo,
Partiamo con le precisazioni. In oncologia lo stadio è' cruciale: si tratta di un cT3 (clinico) non pT3(patologico all'esame istologico).
Detto questo, il quadro è' quello classico dei dilemmi quotidiani a cui assisto quando i pazienti chiedono un parere. Operare o fare radioterapia (più ormonoterapia, in questo caso..)?
La risposta non dipende da quanto sia più convincente nella dialettica il Radioterapista oncologo o il chirurgo urologo.
Dipende da quello che suo padre chiede. A parte la guarigione, ovvia priorità, quali sono i "desiderata" del paziente ?
La sessualità, la continenza, l'integrita anatomica, etc.
Ognuna delle scelte mette a rischio o esalta maggiormente un aspetto piuttosto che un altro. Io personalmente considero il rischio alto di extracapsularita'(cT3) più adatto ad un trattamento radio-ormonoterapico.
Il motivo è' unico: l'intervento in due casi su tre sarà incompleto perché ad alto rischio di margini positivi o fattori di rischio che suggeriranno la radioterapia complementare. Allora avrà avuto i disagi dell'intervento (anestesia, recupero funzionale variabile ..), e quello della radioterapia (infiammazione urinaria ed intestinale).
Quindi, a parità di efficacia, meglio due terapie (radio-ormono) che tre(intervento, più radio e probabilente dopo anche ormone).

Cari saluti

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dottore, la ringrazio della risposta,
ho scritto pT3a, perchè radiologo cosi aveva concluso la refertazione.
in questi giorni ho letto molte ricerche americane, nella qual anche se in piccola percentuale, si da un vantaggio,in termini di sopravvivenza alla chirurgia, anche negli stadi localmente avanzati, magari con rt adiuvante, da stabilire se eseguirla immediatamente o meno dopo chirurgia.
questo leggero maggior probabilità di sopravvivenza, unita al fatto che negli stadi localmente avanzati, circa un 10% di rm sovrastadia..ci spingono a essere piu propensi per la chirurgia robotica.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Sulla sopravvivenza leggermente superiore non ci sono evidenze, ne da una parte, ne dall'altra perché non è' mai stato fatto uno studio prospettico randomizzato che confronta nei due bracci i due approcci.
Comunque la vostra scelta è' ponderata e leggittima, soprattutto se ben documentata come state facendo, mettendo in cantiere il rischio di fare diversi trattamenti e conseguentemente di cumulare maggiori effetti collaterali potenziali(robot o meno).

Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
La possibilità di fare , un eventuale rt adiuvante, con tecniche igrt imrt o thometerapy, possono aiutare nella possibile comparsa di effetti collaterali??
leggevo che nello stadio T3a la possibilità di chirurgia dipende anche dalla positività dei linfonodi, alla rm vengono solo segnlati ingrossati ,circa 1 cm, domani eseguirà anche una tc tb, ci sono altre indagini per verificare la positività dei linfonodi??
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Anche la PET Colina, sebbene non canonica, nel rischio Altro puo' aiutare in casi dubbi a ipotizzare eventuali focolai extra prostatici.
Saluti
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