Dolori agli alluci ricorrenti: è gotta o altro problema?
Salve, da oltre 5 anni ho un problema rimasto senza diagnosi certa, nonostante il consulto di vari specialisti. Ora ho 46 anni, pratico podismo da 20 anni. Nel gennaio 2020, dopo una partita a tennis, ho avuto una fortissima borsite della I articolazione metatarso-falangea, con dolori lancinanti e qualche linea di febbre. La RM evidenziava, oltre alla sinovite, frattura multipla del sesamoide bipartito, flogosi del tessuto adiposo di tutto l'avampiede (gonfio). La sintomatologia tendeva a regredire in 4-5 gg ma a ripresentarsi identica ogni 2-3 settimane, forse a causa del podismo che riprendevo non appena mi sentivo meglio. Così è proseguita per 6 mesi, con un numero di attacchi violenti considerevole. Un mese dopo, la stessa cosa è successa al piede sx, al che mi sono recato da un ortopedico che mi ha visitato rilevando alluce rigido, piede cavo e modico valgismo bilaterali; per un secondo parere mi sono rivolto a un reumatologo che ha detto di controllare l'acido urico. Il valore era 7 < 7, 2 ed è divenuto divisivo circa la diagnosi: possibile gotta per il reumatologo, stress da carico per l'ortopedico. Da lì in poi ho avuto altri episodi a entrambi i piedi, non tutti della stessa acuzie (alcuni molto acuti, alcuni leggerissimi), e ho consultato altri ortopedici, fisiatri e reumatologi, sempre con la stessa divisione di pareri. Ho precauzionalmente mirato la dieta a minor apporto di purine e assunto un alcalinizzante la sera, senza benefici, e ho controllato molte volte l'uricemia, sia durante le crisi dolorose sia lontano, ed è sempre uguale: nella norma superiore ma non sopra. Ho eseguito più ecografie ai reni (normali) e ai piedi che non hanno evidenziato depositi di urati, neanche durante gli attacchi. Rx piedi normali. In concomitanza con l'utilizzo di cuscinetti e scarpe morbide a pianta larga, e con la sospensione dello sport, gli episodi sono cessati ma mesi fa, dopo l'uso di scarpe rigide, ne ho avuto uno medio con tumefazione perdurata ben 30 gg. Ora, ripreso il podismo, un altro medio-forte tuttora in corso. Coinvolti sempre e solo gli alluci. La maggior parte delle volte il dolore origina da sotto il piede, a metà tra il I e il II dito (come un formicolio) per poi infiammare e tumefare tutta la I articolazione. La frattura da stress ai sesamoidi è plausibile bilateralmente ma la sintomatologia ha spesso connotazioni reumatiche o perlomeno accentuate e invalidanti, necessitanti l'uso di gambaletto e stampelle. Il brufen, generalmente, giova. L'adiposite dell'avampiede, insorta al primissimo episodio e ripresentatasi nelle sue 6 recidive, non si è presentata nei casi successivi. Dati anamnestici: funzione renale normale, no calcoli, glicemia normale, pericardite recidivante, dermatite seborroica fin da ragazzo, anticorpi antinucleo dice "assenti 1: 80 < 1: 80" (fatti una sola volta anni fa), ph urine al mattino 5, 5. So di chiedere troppo da remoto ma gradirei un parere, visto lo stallo dei trattamenti in cui mi trovo. Grazie.
L’artrite gottosa acuta si manifesta in maniera molto stereotipata: gonfiore, rossore, ed estremo dolore all’articolazione colpita, ad insorgenza subacuta nell’arco di pochi giorni e spesso la notte. Può accompagnarsi anche a febbre e tendenzialmente si risolve nell’arco di 10 giorni. Per capire se è un attacco di gotta, più che l’acido urico in corso di attacco acuto - che può essere falsamente basso - sarebbe opportuno eseguire emocromo e PCR. Se fosse aumentata, da come descrive i suoi sintomi, potrebbe effettivamente trattarsi di artrite gottosa. La diagnosi di certezza, invece, prevederebbe di aspirare un po’ di liquido dall’articolazione colpita (purtroppo dalla I metatarsofalangea non è facile), ed analizzarlo al microscopio, alla ricerca di cristalli di urato monosodico.
Cari saluti
Cari saluti
Dott. Bernardo D’Onofrio
Dirigente Medico di Reumatologia
Per prenotazioni in libera professione: donofrio.reumatologia@gmail.com
Utente
Grazie per la risposta, in effetti non sono riuscito a fare l'artrocentesi e ho dovuto accontentarmi dell'ecografia (negativa). Mi è utile sapere che serve valutare la proteina C reattiva in corso di artrite. Preciso che l'acido urico è stabile sia durante i dolori che a distanza (valori 6,8-7,2), inoltre il penultimo episodio è durato 30 giorni abbondanti (piede gonfio come un peperone). A volte il dolore è estremo (mi è capitato un caso in cui il lenzuolo faceva male al solo contatto con la pelle), a volte lievissimo e della durata di poche ore. Di fatto non mi è chiaro come mi debba regolare, c'è chi mi ha suggerito l'allopurinolo per avere un'idea "ex adiuvantibus" ma non mi garba una terapia cronica - peraltro con un farmaco abbastanza allergizzante - senza certezza della sua necessità. Considererò emocromo e PCR in corso d'attacco per un'idea più precisa. Grazie.
Da come descrive l’episodio, sembrerebbe proprio un attacco di gotta.
Le sconsiglio invece di iniziare ex adiuvantibus l’allopurinolo perché, senza una adeguata copertura con colchicina per 6 mesi (come suggeriscono le linee guida), il rischio è che inizi a soffrire di una serie di attacchi subentranti di artrite dovuti al calo di acido urico ematico (che aiuterebbe sicuramente nella diagnosi, ma che eviterei!)
Un caro saluto
Le sconsiglio invece di iniziare ex adiuvantibus l’allopurinolo perché, senza una adeguata copertura con colchicina per 6 mesi (come suggeriscono le linee guida), il rischio è che inizi a soffrire di una serie di attacchi subentranti di artrite dovuti al calo di acido urico ematico (che aiuterebbe sicuramente nella diagnosi, ma che eviterei!)
Un caro saluto
Dott. Bernardo D’Onofrio
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 253 visite dal 21/09/2025.
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