Anamnesi di tumore al seno con zyprexa

Sono in cura da tre anni con zyprexa (10mg. al giorno) e attualmente ho vari problemi fra i quali tremore, vampate e ingrassamento(10 Kg.). Sono anche in follow up per un tumore al seno, un carcinoma infiltrante di cui sono stata operata nell'ottobre 2008 (diagnosi carcinoma mucinoso, 0,9 mm)linfonodo sentinella neg. positivo ai recettori ormonali. Sicuramente le vampate sono correlata alla menopausa (ho assunto decapeptyl): adesso ho interrotto sia la triptorelina (su indicazione dell'oncologa) che il tamoxifen, su mia decisione perché ho acquistato altri 10 kg. e sto perdendo la vista dall'occhio sn.(sospetto di maculopatia, in corso d'indagine)Dunque, il mio peso corporeo è del tutto inaccettabile (20 kg. più di tre anni fa), i farmaci, sia quelli "psichiatrici" che quelli oncologici hanno dei pesantissimi effetti anche sul mio umore, che era il problema di partenza e sull'organismo (sono terrorizzata all'idea di perdere la vista); sono continuamente sottoposta a visite mediche e controlli sia di routine, che per i problemi che si vengono via via palesando; oltretutto ho letto che lo zyprexa - questo è il maggior interrogativo che mi e vi pongo - è sconsigliato in pazienti con tumore al seno o con anamnesi di tumore al seno. Come ho smesso il tamoxifen per non perdere la vista, tanto più vorrei smettere lo psicofarmaco, se è anche lontanamente correlato all'insorgenza di neoplasie della mammella: devo parlarne allo psichiatra?
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Dr. Massimo Vergine Senologo, Chirurgo generale 722 15
Cara utente,
certamente il farmaco Zyprexa che lei assume ha molti effetti collaterali tra i quali i più importanti sono quelli sull'occhio (glaucoma) il sovrappeso e alterazioni glicemiche.
la sua volontà di sospenderlo andrà certamente riferita allo psichiatra che la tiene in cura in quanto questo tipo di farmaci vanno sospesi con una diminuazione graduale di dosaggio da seguire scrupolosamente e poi magari sostituito con un altro tipo di farmaco.
ne parli liberamente al suo medico esponebdo tyutti i suoi problemi e paure.

Cordiali saluti

Prof. Massimo Vergine


www.senologia.eu

Prof. Massimo Vergine
www.massimovergine.it

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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Grazie, Prof. Vergine, della risposta.
Se non ho capito male, lo stesso zyprexa potrebbe essere alla base del problema dell'occhio sn; ma quali sintomi dà il glaucoma?Perché, per il tipo di difetto che registro alla vista, sembrerebbe una maculopatia.
Leggo che è un chirurgo plastico: sa indicarmi i pro e i contro di un intervento chirurgico per riequilibrare il seno, nel suo volume e forma, e i costi? Avendo avuto una patologia oncologica beneficerei di qualche contributo della USL?
La ringrazio nuovamente della cortese attenzione:
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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.4k 1.2k 61
Gentile utente,
sia il suo oncologo , ma soprattutto il suo psichiatra sono al corrente degli effetti collaterali della Olanzapina (in commercio in Italia come Zyprexa).
Trattandosi di un antipsicotico importante non può essere sospeso se non previo un incontro, anche telefonico, tra l'oncologo e lo psichiatra che la cura.
Non ci sono controindicazioni a "riequilibrare il seno" e se ce ne sono le indicazioni tutto si può fare in regime di Servizio Sanitario Nazionale.
Ne parli con il suo oncologo che la indirizzerà dal chirurgo per una valutazione.

Cordiali saluti

Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

I fattori ormonali notoriamente producono alterazioni dell'umore in chi soffre di disturbi dell'umore (non so se sia o meno il suo caso, zyprexa ha varie indicazioni).
Il farmaco in questione è sconsigliato in pazienti con storia di glaucoma "ad angolo chiuso". Per quanto riguarda il peso, in teoria esistono farmaci equivalenti che invece non inducono aumento di peso (ma l'opportunità è da decidere insieme al medico). In teoria dovrebbe acver
Tutti questi aspetti però può tranquillamente riferirli allo psichiatra che la cura, sono aspetti noti.
Riguardo al tumore al seno, esattamente dove e che cosa a letto riguardo al rischio per persone con tumore al seno ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Grazie dr.Catania e dr. Pacini del cortese interessamento a delle problematiche che forse sono non del tutto chiare a me che le espongo. Pertanto mi piacerebbe avere una conferma circa la necessità di un contatto fra oncologo e psichiatra, perché non avevo mai pensato che ci potesse essere un'interferenza fra le due patologie e i due specialisti non me ne avevano parlato. Cosa significa "se ce ne sono le indicazioni"? Avevo pensato ad una mastoplastica riduttiva controlaterale, ma anche il seno operato ha una brutta forma certamente dovuta in gran parte all'aumento di peso (si tratta di 20 kg)
Dr. Pacini, le informazioni ultime sullo Zyprexa, provengono effettivamente da una fonte non del tutto attendibile, un sito che commercializza il farmaco - di cui ovviamente non mi servo. Riporto testualmente: "Le avvertenze per l’uso di Zyprexa sono tumore al seno o anamnesi di tumore al seno, demenza, diabete mellito, glicemia alta o familiari con diabete, glaucoma,problemi di cuore, ecc" Ringrazio nuovamente delle vostre risposte.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Credo di aver rintracciato il sito, è un po' una sintesi delle varie precauzioni.
Su queste rimando ai colleghi senologi, nel senso che lo zyprexa può aumentare la prolattina, per lo più transitoriamente e in maniera non sintomatica. Penso che a questo sia legata l'avvertenza da lei citata, che però non trovo in questi termini sul foglietto, dove è segnalata l'iperprolattinemia.
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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.4k 1.2k 61
>>>ma anche il seno operato ha una brutta forma certamente dovuta in gran parte >>

questo potrebbe incoraggiare il chirurgo ad operare in regime di SSN.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
La cosa migliore è che l'oncologo e lo psichiatra si sentano direttamente sul caso, così si chiariranno pro e contro.
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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Sì, anzitutto grazie ai due medici che mi rispondono e ho pensato anch'io alla necessità di uno scambio di vedute fra oncologa e psichiatra, tanto più che quest'ultima sembra essere poco elastica sulle prescrizioni - mi sta curando da tre anni con 10 mg. di zyprexa e 450 di depakin, senza avermi praticamente ridotto né l'uno né l'altro, anzi ha poi aggunto efexor - 75 - per ridurre le vampate. L'iperprolattinemia giustificherebbe le secrezioni che continuo a avere dal seno operato. C'è da dire che, ormai in menopausa, ho anche cessato l'assunzione del tamoxifene, prescritto, se non erro, per la ricaptazione di estrogeni prodotti in altri distretti rispetto alle ovaie.
Può darsi che la convergenza di diverse problematiche mediche concomitanti m'inducano ad un'errata valutazione delle terapie: ringrazio il dr. Pacini e il dr.Catania dei loro consigli e della loro pazienza
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Il non aver ridotto le dosi non è strano, è una procedura corretta rispetto al problema psichico, perché la terapia è preventiva.
La prolattina si può misurare per sapere se effettivamente c'è iperprolattinemia.
Esistono farmaci alternativi allo zyprexa per la cura degli stessi disturbi, e lo psichiatra sicuramente lo sa.
Non resta che mettere in contatto i due.
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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Grazie, dr. Pacini, di tutte le informazioni; ma resta ancora un dubbio. Niente in contrario a che i due specialisti si consultino, tanto più che appartengono alla stessa struttura, ma c'è un problema logistico, in quanto la psichiatra ha preso un periodo di malattia: inoltre, lei mi parla di terapia preventiva, lo zyprexa può avere effetti curativi su un disturbo di personalità? E in quale misura è curativo? perché, a parte il fatto che la specialista non si è mai voluta sbilanciare più di tanto sul mio disturbo, a me, per la mia esperienza, risulta che più che altro si tratta di una cura "contenitiva". Intendiamoci, le esasperazioni della nevrosi sono invalidanti e vanno senz'altro limitate, ma mi risulta, e non solo per averlo letto su internet, che solo una psicoterapia, e specificamente una terapia del profondo possa portare a una guarigione. Quest'ultima mi appare imprescindibile, sennò a cosa serve aver passato tutti i disturbi, per ben un anno e mezzo, di una nuova terapia con psicofarmaci, esser ingrassata un mucchio di chili, ecc.? Non si devono poi dare degli incentivi ai pazienti?
Grazie nuovamente della cortese attenzione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
La sua diagnosi qual'è ? COn quella cura si direbbe disturbo bipolare I. Comunque gli antipsicotici possono essere utili anche nei disturbi di personalità.
Lei non prende psicofarmaci, lei prende due farmaci con un nome e una funzione su un disturbo psichico, non sulla psiche in generale. Le cure in medicina, non certo solo in psichiatria, sono quello che lei chiama "contenitive", ma in psichiatria questo è percepito in maniera negativa, perché le persone sono convinte che si tratti di malattie della psiche e non del cervello.
Le terapie talora sono anche curative, questo è più raro sia in psichiatria che in medicina generale.
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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Sì, una volta si è parlato di disturbo bipolare I, ma aggiungendo immediatamente che le diagnosi - soprattutto se fatte da uno psicoterapeuta, cosa che non è il mio caso - non hanno molto valore; ho avvertito quindi un'incertezza, un semplice tentativo un po' azzardato d'individuare una forma per poter applicare un protocollo.
Non a caso ho usato il termine "contenitive", ma mi rendo conto adesso che fra le righe sembra che chieda che le terapie siano "risolutive"; ciò è forse dovuto al fatto che lei ha parlato di una proprietà "preventiva" dello Zyprexa: cosa c'è di vero? E' troppo pretendere che esista una "cura" e quindi pensare a ciò che finora non ho fatto, cioè seguire una psicoterapia?
Aggiungo che, come già detto, la convergenza di diverse problematiche mediche concomitanti può darsi m'induca ad un'errata valutazione delle terapie. La ringrazio ancora una volta delle tempestive risposte.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Come le diagnosi non hanno valore ?
E comunque la terapia è stata data per quella diagnosi.
Le terapie sono di stabilizzazione del disturbo, il che non significa che si sta meglio su tutti i fronti subito, è come un trattato di non belligeranza dopo un periodo di guerra, non automaticamente significa ricostruzione e ritorno alla normalità, ci vuole tempo. Il discorso sulla ripresa di un umore soddisfacente nel disturbo bipolare è un discorso centrale, le persone si sentono "contenute" o comunque "spente", e imputano questo alla cura, ma spesso è uno degli esiti del disturbo una volta che si blocca. Finché ci sono fasi eccitatorie la persona equivoca quelle con le fasi buone, e se potesse scegliere purtroppo sceglierebbe di riprodurle. Ma strategicamente sarebbe un errore.
E' vero che zyprexa, come tutti i farmaci di quel tipo, previene la mania e anche in un certo modo le altre fasi come quella depressiva, però non sono fenomeni tra loro slegati. Tutti i farmaci antibipolari sono inizialmente provati sulla mania, poi se ne valuta il resto, perché prevenire la mania rimane la priorità. COn una mania anche minore ricorrente la depressione sicuramente ricorre anch'essa.
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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Grazie, dr. Pacini. Ho letto con molto interesse le notizie che lei mi ha dato. Ho letto casi di disturbo bipolare e non mi sono affatto riconosciuta nelle fasi "eccitatorie"; inoltre, per la depressione, è stato aggiunto efexor, ma soltanto su richiesta degli oncologi, altrimenti la cura si sarebbe limitata a depakin e zyprexa.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
"non mi sono affatto riconosciuta nelle fasi "eccitatorie"

Di solito le persone con questo disturbo non vi si riconoscono.

Lei assume una terapia da disturbo bipolare, classica (antipsicotico e stabilizzatore d'umore), questo è und ato di fatto.

Spesso si aggiungono antidepressivi perché l'umore non è soddisfacente, è una pratica discussa.

Se mai se fosse solo depressione i primi due farmaci non avrebbero molto senso.
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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Scusi il ritardo della mia risposta, ma ero fuori per analisi.
La mia psicosi, se tale è, comprende una limitazione della vita sociale, un decremento delle effettive capacità "vitali"; a tutt'oggi non trovo lavoro, ho pochissime amicizie, una malattia come il tumore, anche se in forma tutto sommato benigna come mi è capitato, mette in crisi tutta me stessa. La psichiatra dice che ho affrontato molto bene, questa fase della malattia; ma io mi chiedo se tornerò mai a sentirmi "a disposizione di me stessa", libera, in una parola.
Lei dice che se mai fosse una depressione depakin e zyprexa avrebbero poco senso, ma io sono stata curata per anni con antidepressivi, poi con antidepressivo più depakin e soltanto da tre anni a questa parte con la terapia che le ho indicato.
Vorrei chiederle se i farmaci non danno dipendenza - so che è cosi per le benzodiazepine - considerato anche il disturbo della personalità. Lo zyprexa "previene la mania": cosa significa esattamente? Di nuovo grazie.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

per quanto riguarda la assunzione di Zyprexa per le pazienti che abbiano avuto un tumore al seno, e' da considerare che alcuni tipi di tumori al seno presentano caratteristiche che sono incompatibili con l'assunzione di Zyprexa.

Da cio' che descrive non sembra essere il suo caso e solo l'interazione tra i suoi curanti puo' fornirle una risposta chiara e definitiva.

Per quanto riguarda, invece, l'uso di farmaci psichiatrici per la cura dei suoi disturbi, sembra che non ci sia chiarezza per il trattamento che sta assumendo.

Cioe' lei ha dei disturbi che vanno trattati ma dovrebbe essere esplicitato il motivo della prescrizione e la aspettativa di risultati nel tempo.

Sarebbe il caso di chiarire la sua diagnosi, che sembra nebulosa, e poter capire meglio il suo trattamento farmacologico.
In presenza di pochi o scarsi risultati, il trattamento va rivisto.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

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dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
La ringrazio della tempestiva risposta. La diagnosi è stata fatta dai medici della USL, nella seguente forma: disturbo bipolare dell'umore più disturbo della personalità. Ma ho come il "sospetto" che si sia sempre sottovalutato la depressione. Inoltre i due psichiatri che mi hanno seguita maggiormente affermavano che, per noi pazienti, le diagnosi non avevano un gran peso; a tutt'oggi mi chiedo se la diagnosi sia stata dettata dalla necessità di applicare un protocollo, che tutto sommato ha funzionato, dal momento che crisi parossistiche - pianti e urla - sono cessate del tutto, o se il disturbo bipolare non ci sia veramente, ma senza disturbo della personalità.
Le vorrei chiedere, inoltre, se, all'età di quarantacinque anni e con un problema psichico così complesso, sia da ritenersi proponibile una psicoterapia; quello che le chiedo, in definitiva, è di darmi, se può, una valutazione dell'efficacia curativa di una terapia con farmaci magari diversi da quelli che sto assumendo, dell'efficacia curativa di una psicoterapia.
Grazie anticipatamente.
[#20]
dopo
Attivo dal 2010 al 2010
Ex utente
Se mi è concesso, vorrei specificare al dr. Pacini che per dipendenza intendo la necessità di aumentare il dosaggio dei farmaci e magari il loro numero. Ho appena letto l'articolo su "Depressione e Disturbo Bipolare allo specchio" e mi pare di capire che il disturbo depressivo potrebbe realmente essere da me sopravvalutato; non so cosa pensare; vorrei poter iniziare un percorso, come una psicoterapia, che promettesse di essere risolutivo. Inoltre c'è questa cosa dei chili accumulati che, come ho già detto, non è accettabile.
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