Infiltrazioni epidurali con cortisonici
Buongiorno,
Come sempre grazie per il servizio che offrite.
Vengo al dunque, a seguito di dolori lomboari e di sciatica persistenti i quali ormai durano da un anno e quattro mesi, riconducibili a una piccola ernia contenuta in L5 S1 volevo valutare la possibilità di ricorrere alle infiltrazioni epidurali; opzione prospettatami dall'ultimo neurochirurgo, il terzo, che non trova l'ernia, come gli altri due, di interesse chirurgico.
Al di là della validità della terapia volevo mi fosse chiarito, se possibile, un aspetto che maggiormente mi interessa:
Le Infiltrazioni epidurali con cortisonici comportano effetti coolaterali a livello "sistemico" simili all'assunzione per OS o Intramuscolare?
Mi spiego meglio: il cortisone lo tollero poco a causa dei miei problemi di ansia e attacchi di panico per i quali mi curo con paroxetina 10 mg e Clonazepam 2mg al giorno.
Non vorrei incorrere in ulteriore agitazione.
Grazie della Disponibilità.
Come sempre grazie per il servizio che offrite.
Vengo al dunque, a seguito di dolori lomboari e di sciatica persistenti i quali ormai durano da un anno e quattro mesi, riconducibili a una piccola ernia contenuta in L5 S1 volevo valutare la possibilità di ricorrere alle infiltrazioni epidurali; opzione prospettatami dall'ultimo neurochirurgo, il terzo, che non trova l'ernia, come gli altri due, di interesse chirurgico.
Al di là della validità della terapia volevo mi fosse chiarito, se possibile, un aspetto che maggiormente mi interessa:
Le Infiltrazioni epidurali con cortisonici comportano effetti coolaterali a livello "sistemico" simili all'assunzione per OS o Intramuscolare?
Mi spiego meglio: il cortisone lo tollero poco a causa dei miei problemi di ansia e attacchi di panico per i quali mi curo con paroxetina 10 mg e Clonazepam 2mg al giorno.
Non vorrei incorrere in ulteriore agitazione.
Grazie della Disponibilità.
[#1]
Buonasera
per poterle rispondere bisogna fare una premessa, ossia se parliamo di rischio beneficio lei cosa risponderebbe?
Mi spiego meglio, il cortisone, anche se in forma depot (rilascio lento e prolungato) viene riassorbito in circolo per poter essere eliminato dall'organismo. Effetti collaterali tali da ricorrere ad aiuto medico non ce ne sono più di tanto, essendo il riassorbimento lento e in piccola frazione per volta, ma si sono certamente registrati casi in cui si sono rilevate problematiche relative all'uso di cortisone (in pazienti diabetici ad esempio di peggioramento del controllo glicemico subito dopo infiltrazione epidurale).
A questo punto, considerando che non avrà effetti eclatanti dall'infiltrazione (metodica che è certamente efficace nel controllo del dolore di cui patisce), ancor di più per il fatto che è in terapia appropriata al suo problema, il dolore è tale da richiederne la somministrazione oppure ritiene che potrebbe trovare giovamento anche solo con terapia fisica o farmacologica?
Insomma sarebbe disposto a tollerare l'effetto eccitante dello steroide oppure la danneggerebbe al punto da dover ricorrere all'appesantimento della terapia in corso?
Se saprà dare una risposta a queste semplici domande saprà anche se e come curarsi.
Spero di esserle stato d'aiuto.
Mi faccia sapere
Buona serata
per poterle rispondere bisogna fare una premessa, ossia se parliamo di rischio beneficio lei cosa risponderebbe?
Mi spiego meglio, il cortisone, anche se in forma depot (rilascio lento e prolungato) viene riassorbito in circolo per poter essere eliminato dall'organismo. Effetti collaterali tali da ricorrere ad aiuto medico non ce ne sono più di tanto, essendo il riassorbimento lento e in piccola frazione per volta, ma si sono certamente registrati casi in cui si sono rilevate problematiche relative all'uso di cortisone (in pazienti diabetici ad esempio di peggioramento del controllo glicemico subito dopo infiltrazione epidurale).
A questo punto, considerando che non avrà effetti eclatanti dall'infiltrazione (metodica che è certamente efficace nel controllo del dolore di cui patisce), ancor di più per il fatto che è in terapia appropriata al suo problema, il dolore è tale da richiederne la somministrazione oppure ritiene che potrebbe trovare giovamento anche solo con terapia fisica o farmacologica?
Insomma sarebbe disposto a tollerare l'effetto eccitante dello steroide oppure la danneggerebbe al punto da dover ricorrere all'appesantimento della terapia in corso?
Se saprà dare una risposta a queste semplici domande saprà anche se e come curarsi.
Spero di esserle stato d'aiuto.
Mi faccia sapere
Buona serata
Dr. GUIDO GUASTI
[#2]
Utente
Gentilissimo Dr. Guasti, La ringrazio dell'attenzione sinceramente. Faccio una premessa: prima di valutare questa opzione ho, e peraltro continuo, percorso la terapia conservativa in molte sue forme, dalla fisioterapia alla camminata, dalla ginnastica posturale a casa tutti i giorni all'agopuntura, ricorrendo raramente ai Fans, insomma ci ho messo tutto l'impegno che potevo. Trovo La sua affermazione, mi perdoni, un po' criptica: "Insomma sarebbe disposto a tollerare l'effetto eccitante dello steroide oppure la danneggerebbe al punto da dover ricorrere all'appesantimento della terapia in corso?". Per come la intendo io non voglio assolutamente appesantire la mia terapia in corso, e nello specifico volevo sapere, appunto, se le infiltrazioni hanno lo stesso effetto su ansia e agitazione come lo hanno gli altri tipi di somministrazione, credendo, forse a torto, che iniettando il farmaco in loco tali effetti possano essere di gran lunga ridotti se non azzerati. Nella Sua esperienza clinica, questa è la parte che a questo punto mi interessa, che riscontri ha avuto? Vi è comunque un effetto sull'ansia e agitazione? E se è tale come lo paragonerebbe rispetto alla somministrazione per OS o Intramuscolo?
[#3]
Lei sembra ormai più un tecnico che un paziente (mi perdoni la battuta).
Gli effetti locali di un farmaco sono da preferire alla somministrazione sistemica (le ragioni sono molteplici e tutte riguardano la minor dose di farmaco efficace da somministrare e di conseguenza la minor tossicità, se somministrato direttamente nel sito interessato). Certamente, come dicevo, un ancorché blando effetto sistemico, lo si ha comunque.
Nel suo caso, la somministrazione epidurale riduce di molto l'entità dei sintomi sistemici del cortisone (ansia ed agitazione, nel suo caso), ma non li elimina totalmente (veda l'esempio del diabete. a noi piace sempre poco trattare pazienti con questo tipo di problema e successivamente, per almeno una settimana, intensifichiamo il monitoraggio dello stick proprio per intercettare in tempi rapidi l'andamento anomalo della glicemia).
Sinceramente nel nostro centro, problematiche come quelle che lei teme non ne sono state segnalate, almeno dai pazienti che tratto personalmente (circa una decina a settimana).
Personalmente le consiglierei, non esistendo metodiche che possano predire se un paziente andrà incontro o meno a complicanze, di eseguire la prima e sulla base di questa decidere se proseguire o meno.
Tenga conto che tra un'infiltrazione e l'altra in genere si lascia intercorrere almeno tre mesi di tempo. Noi, poi, alla terza infiltrazione inefficace consigliamo un approccio neurochirurgico, avendo a questo punto fallito anche la terapia più efficace del back pain.
Spero di essere stato più chiaro.
La saluto
Gli effetti locali di un farmaco sono da preferire alla somministrazione sistemica (le ragioni sono molteplici e tutte riguardano la minor dose di farmaco efficace da somministrare e di conseguenza la minor tossicità, se somministrato direttamente nel sito interessato). Certamente, come dicevo, un ancorché blando effetto sistemico, lo si ha comunque.
Nel suo caso, la somministrazione epidurale riduce di molto l'entità dei sintomi sistemici del cortisone (ansia ed agitazione, nel suo caso), ma non li elimina totalmente (veda l'esempio del diabete. a noi piace sempre poco trattare pazienti con questo tipo di problema e successivamente, per almeno una settimana, intensifichiamo il monitoraggio dello stick proprio per intercettare in tempi rapidi l'andamento anomalo della glicemia).
Sinceramente nel nostro centro, problematiche come quelle che lei teme non ne sono state segnalate, almeno dai pazienti che tratto personalmente (circa una decina a settimana).
Personalmente le consiglierei, non esistendo metodiche che possano predire se un paziente andrà incontro o meno a complicanze, di eseguire la prima e sulla base di questa decidere se proseguire o meno.
Tenga conto che tra un'infiltrazione e l'altra in genere si lascia intercorrere almeno tre mesi di tempo. Noi, poi, alla terza infiltrazione inefficace consigliamo un approccio neurochirurgico, avendo a questo punto fallito anche la terapia più efficace del back pain.
Spero di essere stato più chiaro.
La saluto
[#4]
Utente
Egregio,
sì, lo è stato sotto ogni punto di vista, e no, non sono un tecnico per sfortuna, sono solo una persona curiosa che trova questo un servizio straordinario come straordinarie sono le persone come Lei che dedicano passione alla divulgazione in modo così trasparente. Ancora grazie.
sì, lo è stato sotto ogni punto di vista, e no, non sono un tecnico per sfortuna, sono solo una persona curiosa che trova questo un servizio straordinario come straordinarie sono le persone come Lei che dedicano passione alla divulgazione in modo così trasparente. Ancora grazie.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 20.1k visite dal 24/01/2019.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.