Biopsia prostata

Salve,
Un mese fa mio padre (69 anni) ha effettuato biopsia alla prostata e da quel giorno non riesce più ad urinare in autonomia.
Inizialmente non ha messo il catetere, ha seguito indicazioni del medico assumendo antibiotico e farmaci necessari per il recupero fisiologico ma non sono serviti.
Accusava dolori al rene, urine scure nonostante antibiogramma negativo, per tale motivo ha messo il catetere vescicale.
Il chirurgo che ha effettuato l’esame continua a rimbalzarlo di settimana in settimana dicendogli: è una cosa normale, può succedere che si ingrossi la prostata, ho pazienti con il catetere da un anno e mezzo; beh a me questo discorso sembra tutto fuorché nella norma.
L’ospedale è a due ore da casa e mio padre continua a fare avanti e indietro senza nessuna risoluzione del problema, sta assumendo degli antinfiammatori ma la situazione non cambia anzi direi che peggiora.
Sono trascorsi 32 giorni, oggi è tornato a visita per la terza volta e, constatata l’impossibilità a svuotare la vescica naturalmente (con dolore durante la minzione), gli hanno rimesso il catetere ripetendogli sempre le stesse chiacchiere.
Tra l’altro non è stato ancora consegnato il risultato della biopsia, altro fattore che mi pare assurdo.

Chiedo pertanto a voi se è effettivamente una cosa che può capitare e se è davvero così normale che trascorra tutto questo tempo senza prendere provvedimenti diversi da come già predisposti.

Aspetto vostre risposte, grazie.
Dr. Paolo Piana Urologo 49.7k 2k
Lei non ci fornisce alcun ragguaglio sulla prostata di suo padre e sul motivo che ha portato all'esecuzione delle biopsie. Possiamo immaginare che si tratti di una prostata ingrossata, o meglio molto ingrossata, in questi casi le biopsie si eseguono per chiarire un aumento del PSA. Non è così raro che in situazioni urinarie già compromesse, le biopsie portino ad un ulteriore squilibrio con instaurarsi di una ritenzione importante o addirittura completa. Attendiamo gli esiti dell'esame istologico, in ogni caso è molto probabile che vi sia all'orizzaonte la necessità di un intervento.
Purtoppo le lunghe attese per ottenere l'esito dell'esame istologico sono oggi comuni alla maggioranza delle strutture sanitarie.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/

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Grazie per la risposta dott. Piana.
Sì la biopsia è stata effettuata per chiarire la situazione del PSA alto (ultimo valore 12,42 ng/mL e per il libero 2,13 ng/mL), ed anche perché mio padre ha sempre sofferto di leggera disuria.
Sta assumendo Topster e Forprost, lunedì torneremo dal medico per togliere il catetere e verificare la situazione. Qualora le cose non andassero bene, lei cosa mi consiglia di fare? Potrebbero essere utili dei lavaggi vescicali?
Inoltre, mio padre si è informato su uno specifico intervento chiamato iTind; lo conosce? Se sì, che ne pensa?
Sono a conoscenza dell’alta probabilità che debba operarsi, e so anche che bisogna attendere il risultato della biopsia, ma vorrei avere almeno delle rassicurazioni visto che non ne abbiamo avute neanche mezza.

Resto in attesa.
Grazie sempre per la disponibilità e la professionalità.
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Dr. Paolo Piana Urologo 49.7k 2k
Ci perdoni, ma soprattutto a distanza preferiamo esprimere giudizi solo su elementi concreti e non basarci solo sulle ipotesi. La procedura iTind è applicabile in ingrossamenti della prostata non troppo voluminosi, meglio se rappresentato dai soli lobi laterali. Come tutte le procedure mini-invasive nelle quali non viene materialmente asportata parte della prostata ingrossata, diventano poco prevedibili i risultati funzionali a lungo termine.

Paolo Piana
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