Turp/tuip/uretrotomia, una storia senza fine
Buongiorno,
Vorrei fare una breve ricostruzione del mio percorso clinico, iniziato a novembre 2024, per cercare un chiarimento su quanto sto vivendo.
Il 10 novembre 2024 mi sono sottoposto a una TURP per un’iperplasia prostatica che mi portavo dietro da circa 20 anni.
I primi risultati furono incoraggianti: flusso abbondante, anche se accompagnato da sanguinamenti considerati normali nel post-operatorio.
Tuttavia, dopo circa due settimane, il flusso ha iniziato progressivamente a ridursi fino a diventare molto debole nell’arco di un mese, al punto da rischiare una ritenzione urinaria.
Il medico che mi aveva operato, senza una visita approfondita, diagnosticò una stenosi uretrale e programmò un nuovo intervento con uretrotomia endoscopica.
Il 13 gennaio 2025 ho affrontato questo secondo intervento, ma al risveglio mi sono ritrovato con sacche per cistoclisi e catetere.
Il chirurgo mi spiegò che, contrariamente alle previsioni, aveva riscontrato una protuberanza a livello del collo vescicale e procedette con una cervicotomia e una revisione della loggia prostatica (re-TURP).
Mi rassicurò sul fatto che questa volta il problema era risolto.
Tuttavia, dopo circa un mese, i sintomi si sono ripresentati: flusso debolissimo e sforzo notevole per urinare.
Alla mia richiesta di chiarimenti, il medico propose un ulteriore intervento.
A quel punto, vista la mancanza di fiducia, ho deciso di rivolgermi a un altro specialista.
Il nuovo urologo ha eseguito una cistoscopia e ha riscontrato una stenosi dell’uretra prostatica e del collo vescicale.
Mi ha quindi proposto una TUIP bilaterale con incisioni profonde, spiegandomi che avrebbe potuto risolvere il problema in maniera significativa almeno fino al90%
Il 23 aprile 2025 ho eseguito la TUIP, con incisioni alle ore 3 e 9, approfondite con resettore ad ansa di Collins fino alle ore 4 e 8.
Nei primi 20 giorni post-operatori, il flusso era molto buono; successivamente si è leggermente ridotto.
Il medico mi ha rassicurato, spiegando che è normale: dopo circa 20 giorni, la capsula prostatica si contrae e il flusso si stabilizza.
Oggi, a 40 giorni dall’intervento, posso dire che il miglioramento è evidente, ma permane un’incertezza: al mattino, soprattutto durante le prime minzioni, il flusso è debole e devo spingere con l’addome per favorire la fuoriuscita dell’urina.
Durante la giornata la situazione migliora, con un flusso più soddisfacente soprattutto la sera.
Capisco che ci siano dei tempi fisiologici di assestamento, ma dopo due interventi poco risolutivi l’ansia di ritrovarmi di nuovo con problemi urinari è forte.
Vorrei sapere se quanto descritto può rientrare nella norma o se è il caso di fare ulteriori accertamenti (ho una flussometria programmata a 4 mesi dall'intervento)
Ringrazio in anticipo per l’attenzione e mi scuso per la lunghezza del messaggio, ma ho cercato di riassumere nel modo più chiaro possibile quanto accaduto.
Vorrei fare una breve ricostruzione del mio percorso clinico, iniziato a novembre 2024, per cercare un chiarimento su quanto sto vivendo.
Il 10 novembre 2024 mi sono sottoposto a una TURP per un’iperplasia prostatica che mi portavo dietro da circa 20 anni.
I primi risultati furono incoraggianti: flusso abbondante, anche se accompagnato da sanguinamenti considerati normali nel post-operatorio.
Tuttavia, dopo circa due settimane, il flusso ha iniziato progressivamente a ridursi fino a diventare molto debole nell’arco di un mese, al punto da rischiare una ritenzione urinaria.
Il medico che mi aveva operato, senza una visita approfondita, diagnosticò una stenosi uretrale e programmò un nuovo intervento con uretrotomia endoscopica.
Il 13 gennaio 2025 ho affrontato questo secondo intervento, ma al risveglio mi sono ritrovato con sacche per cistoclisi e catetere.
Il chirurgo mi spiegò che, contrariamente alle previsioni, aveva riscontrato una protuberanza a livello del collo vescicale e procedette con una cervicotomia e una revisione della loggia prostatica (re-TURP).
Mi rassicurò sul fatto che questa volta il problema era risolto.
Tuttavia, dopo circa un mese, i sintomi si sono ripresentati: flusso debolissimo e sforzo notevole per urinare.
Alla mia richiesta di chiarimenti, il medico propose un ulteriore intervento.
A quel punto, vista la mancanza di fiducia, ho deciso di rivolgermi a un altro specialista.
Il nuovo urologo ha eseguito una cistoscopia e ha riscontrato una stenosi dell’uretra prostatica e del collo vescicale.
Mi ha quindi proposto una TUIP bilaterale con incisioni profonde, spiegandomi che avrebbe potuto risolvere il problema in maniera significativa almeno fino al90%
Il 23 aprile 2025 ho eseguito la TUIP, con incisioni alle ore 3 e 9, approfondite con resettore ad ansa di Collins fino alle ore 4 e 8.
Nei primi 20 giorni post-operatori, il flusso era molto buono; successivamente si è leggermente ridotto.
Il medico mi ha rassicurato, spiegando che è normale: dopo circa 20 giorni, la capsula prostatica si contrae e il flusso si stabilizza.
Oggi, a 40 giorni dall’intervento, posso dire che il miglioramento è evidente, ma permane un’incertezza: al mattino, soprattutto durante le prime minzioni, il flusso è debole e devo spingere con l’addome per favorire la fuoriuscita dell’urina.
Durante la giornata la situazione migliora, con un flusso più soddisfacente soprattutto la sera.
Capisco che ci siano dei tempi fisiologici di assestamento, ma dopo due interventi poco risolutivi l’ansia di ritrovarmi di nuovo con problemi urinari è forte.
Vorrei sapere se quanto descritto può rientrare nella norma o se è il caso di fare ulteriori accertamenti (ho una flussometria programmata a 4 mesi dall'intervento)
Ringrazio in anticipo per l’attenzione e mi scuso per la lunghezza del messaggio, ma ho cercato di riassumere nel modo più chiaro possibile quanto accaduto.
Purtroppo la sclerosi precoce del collo vescicale è un’evenienza rara ed imprevedibile, non dipendente in alcun modo dalla tecnica dell’intervento disostruttivo. A 40 giorni dall’ultimo intervento si può pensare, e ce lo auguriamo vivamente, che la situazione sia discretamente stabilizzata. Certo è che sarà indispensabile una flussometria (magari anche prima dei 4 mesi) e probabilmente anche una rivalutazione endoscopica. Queste situazioni hanno comunque una possibile risoluzione radicale, con la ricostruzione chirurgica (cervico-plastica) del collo vescicale. Pur non essendo molto invasivo, si tratta di un intervento assai delicato, che deve essere eseguito da un Collega con specifica, ampia e comprovata esperienza nella chirurgia dell’uretra. Non ve ne sono molti.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Utente
Grazie Dottore
Sapevo che il mio caso era complesso, me lo disse lo specialista che mi ha fatto quest'ultimo intervento. Spero vivamente di non subire un intervento del genere.
Solo una domanda : una sclerosi precoce dopo quanto si manifesta ? o meglio dopo quanto tempo posso ritenermi fuori pericolo ?
La ringrazio per la sua disponibilità
Sapevo che il mio caso era complesso, me lo disse lo specialista che mi ha fatto quest'ultimo intervento. Spero vivamente di non subire un intervento del genere.
Solo una domanda : una sclerosi precoce dopo quanto si manifesta ? o meglio dopo quanto tempo posso ritenermi fuori pericolo ?
La ringrazio per la sua disponibilità
Lasciamo passare ancora qualche mese prima di abbassare la guardia.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Utente
ok Grazie mille dottore
ultima domanda e poi non disturbo più, quando posso riprendere l'attività sessuale ? e meglio aspettare ?
Grazie mille
ultima domanda e poi non disturbo più, quando posso riprendere l'attività sessuale ? e meglio aspettare ?
Grazie mille
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 498 visite dal 03/06/2025.
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