La TUIP rappresenta l'unica strada per guarire definitivamente dalla sclerosi del collo vescicale?
Buongiorno,
soffro ormai da un anno di sclerosi del collo vescicale.
Questa condizione si è presentata un anno fa, inizialmente con sintomi perlopiù irritativi (pollachiuria, nicturia, sensazione di mancato svuotamento della vescica) e, in pochi giorni, anche con sintomi ostruttivi (difficoltà ad iniziare la minzione, mitto lento ed intermittente).
Dopo un'uroflussometria con valori molto bassi (flusso max: 6, 6 ml/s e necessità di ripetizione della minzione per rpm di 186 ml dopo la prima), ho effettuato prima un'uretrocistografia retrograda e minzionale e poi una cistoscopia con cistoscopio flessibile.
Quest'ultima ha confermato la diagnosi di sclerosi del collo vescicale.
Grazie ad una terapia con Urorec, Kubiker e Fluxonorm, avevo ripreso ad urinare normalmente (confermato da uroflussometria successiva) ed erano cessati anche i sintomi infiammatori, per cui sono stato bene per qualche mese.
Ciononostante, nel tentativo di liberarmi della terapia farmacologica, ho provato a fare l'intervento di ITind.
Purtroppo, a distanza di ormai 6 mesi dall'intervento, posso affermare che non ho avuto benefici: sono stato bene solo nei due mesi successivi all'intervento, durante i quali non ho avuto sintomi (esclusi quelli del post-intervento, nelle prime due settimane circa).
Già dal terzo mese, avevo ripreso con i sintomi irritativi e, in parte, anche con quelli ostruttivi (sebbene questi ultimi in forma un po' più lieve rispetto al primo periodo).
Quando avevo deciso di fare l'intervento, ero stato messo al corrente del fatto che avrebbe potuto produrre risultati parziali in quanto meno incisivo rispetto ad altri interventi, quindi avevo messo in conto questa possibilità.
Per questo motivo, d'accordo col mio urologo, avevo ripreso la terapia con Urorec, Kubiker e Fluxonorm (che avevo interrotto dopo aver fatto l'intervento).
Inizialmente, sembrava che la terapia avesse ripreso a funzionare: erano spariti sia i sintomi irritativi sia quelli ostruttivi.
Però, trascorso più o meno un mese e mezzo, ho ripreso ad avere sintomi irritativi, in particolar modo la sensazione di mancato svuotamento della vescica, che attualmente ho perenne, anche quando la vescica è vuota.
Ho effettuato un'ulteriore visita dal mio urologo e, con l'uroflussometria, è confermata l'assenza di un'ostruzione (flusso max: 25, 5 ml/s, tempo di svuotamento: 32, 1 s, volume residuo: 0 ml), mentre per l'infiammazione mi è stato detto che è causata dalla sclerosi stessa ed è stata leggermente modificata la terapia, lasciando gli stessi farmaci ed integratori ma con posologia e cicli cambiati.
Ora vedrò se con queste modifiche i sintomi irritativi spariranno.
Il dubbio che mi è venuto è: se una terapia che inizialmente funzionava ha perso efficacia improvvisamente, non corro il rischio che la stessa cosa succeda anche dopo queste modifiche?
Poiché l'infiammazione deriva dalla sclerosi, la TUIP rappresenterebbe l'unica cura definitiva dall'ostruzione e dall'infiammazione?
Grazie mille.
soffro ormai da un anno di sclerosi del collo vescicale.
Questa condizione si è presentata un anno fa, inizialmente con sintomi perlopiù irritativi (pollachiuria, nicturia, sensazione di mancato svuotamento della vescica) e, in pochi giorni, anche con sintomi ostruttivi (difficoltà ad iniziare la minzione, mitto lento ed intermittente).
Dopo un'uroflussometria con valori molto bassi (flusso max: 6, 6 ml/s e necessità di ripetizione della minzione per rpm di 186 ml dopo la prima), ho effettuato prima un'uretrocistografia retrograda e minzionale e poi una cistoscopia con cistoscopio flessibile.
Quest'ultima ha confermato la diagnosi di sclerosi del collo vescicale.
Grazie ad una terapia con Urorec, Kubiker e Fluxonorm, avevo ripreso ad urinare normalmente (confermato da uroflussometria successiva) ed erano cessati anche i sintomi infiammatori, per cui sono stato bene per qualche mese.
Ciononostante, nel tentativo di liberarmi della terapia farmacologica, ho provato a fare l'intervento di ITind.
Purtroppo, a distanza di ormai 6 mesi dall'intervento, posso affermare che non ho avuto benefici: sono stato bene solo nei due mesi successivi all'intervento, durante i quali non ho avuto sintomi (esclusi quelli del post-intervento, nelle prime due settimane circa).
Già dal terzo mese, avevo ripreso con i sintomi irritativi e, in parte, anche con quelli ostruttivi (sebbene questi ultimi in forma un po' più lieve rispetto al primo periodo).
Quando avevo deciso di fare l'intervento, ero stato messo al corrente del fatto che avrebbe potuto produrre risultati parziali in quanto meno incisivo rispetto ad altri interventi, quindi avevo messo in conto questa possibilità.
Per questo motivo, d'accordo col mio urologo, avevo ripreso la terapia con Urorec, Kubiker e Fluxonorm (che avevo interrotto dopo aver fatto l'intervento).
Inizialmente, sembrava che la terapia avesse ripreso a funzionare: erano spariti sia i sintomi irritativi sia quelli ostruttivi.
Però, trascorso più o meno un mese e mezzo, ho ripreso ad avere sintomi irritativi, in particolar modo la sensazione di mancato svuotamento della vescica, che attualmente ho perenne, anche quando la vescica è vuota.
Ho effettuato un'ulteriore visita dal mio urologo e, con l'uroflussometria, è confermata l'assenza di un'ostruzione (flusso max: 25, 5 ml/s, tempo di svuotamento: 32, 1 s, volume residuo: 0 ml), mentre per l'infiammazione mi è stato detto che è causata dalla sclerosi stessa ed è stata leggermente modificata la terapia, lasciando gli stessi farmaci ed integratori ma con posologia e cicli cambiati.
Ora vedrò se con queste modifiche i sintomi irritativi spariranno.
Il dubbio che mi è venuto è: se una terapia che inizialmente funzionava ha perso efficacia improvvisamente, non corro il rischio che la stessa cosa succeda anche dopo queste modifiche?
Poiché l'infiammazione deriva dalla sclerosi, la TUIP rappresenterebbe l'unica cura definitiva dall'ostruzione e dall'infiammazione?
Grazie mille.
Con un flusso normale (25 ml/sec) nessuno si sognerebbe di intervenire ancora sul suo collo vescicale. Di fatto i suoi disturbi paiono ora più di natura irritativa che ostruttiva, in accordo con un quadro di congestione della prostata, spesso collegato in modo quasi indissolubile con le alterazioni del collo vescicale.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Utente
Gentile Dott. Piana,
la ringrazio per la celere risposta. In effetti, anch'io sono senz'altro restio all'intervento di TUIP, considerati i rischi ed in particolar modo l'alta probabilità di eiaculazione retrograda.
Ciò che mi lascia perplesso è che, da quanto ho capito, i sintomi irritativi che ho derivano dalla sclerosi del collo vescicale stessa e possono, quindi, sorgere in qualsiasi momento, pur assumendo gli integratori previsti.
Dovrò quindi convivere perennemente con questi sintomi o, in ogni caso, con la consapevolezza che possono presentarsi da un momento all'altro?
O esistono accorgimenti che potrei adottare per limitare le probabilità che si presentino?
Purtroppo, a seconda dell'intensità con cui si presenta, la sensazione perenne di mancato svuotamento della vescica risulta ostica da gestire e rende più difficili attività comuni (lavoro, relazioni sociali...).
La ringrazio ancora tanto, sempre molto disponibile nel rispondere.
la ringrazio per la celere risposta. In effetti, anch'io sono senz'altro restio all'intervento di TUIP, considerati i rischi ed in particolar modo l'alta probabilità di eiaculazione retrograda.
Ciò che mi lascia perplesso è che, da quanto ho capito, i sintomi irritativi che ho derivano dalla sclerosi del collo vescicale stessa e possono, quindi, sorgere in qualsiasi momento, pur assumendo gli integratori previsti.
Dovrò quindi convivere perennemente con questi sintomi o, in ogni caso, con la consapevolezza che possono presentarsi da un momento all'altro?
O esistono accorgimenti che potrei adottare per limitare le probabilità che si presentino?
Purtroppo, a seconda dell'intensità con cui si presenta, la sensazione perenne di mancato svuotamento della vescica risulta ostica da gestire e rende più difficili attività comuni (lavoro, relazioni sociali...).
La ringrazio ancora tanto, sempre molto disponibile nel rispondere.
Sarebbe comunque una buona idea completare gli accertamenti con una indagine urodinamica. Purtroppo la prostatite può persistere anche dopo la risoluzione dell'ostruzione.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Utente
Posso chiederle perché sarebbe utile effettuare l'indagine urodinamica? Fornisce dati in più che possono aiutare per formulare una terapia?
Oppure, anche avendo già fatto la cistoscopia, è solo con l'indagine urodinamica che si può accertare definitivamente la diagnosi di sclerosi del collo vescicale?
Per quanto riguarda la prostatite, gli accorgimenti che vengono di solito dati (cura dell'alimentazione e dello stile di vita in generale) possono aiutare anche me, o avendo il collo della vescica sclerotico sarebbero inutili?
Oppure, anche avendo già fatto la cistoscopia, è solo con l'indagine urodinamica che si può accertare definitivamente la diagnosi di sclerosi del collo vescicale?
Per quanto riguarda la prostatite, gli accorgimenti che vengono di solito dati (cura dell'alimentazione e dello stile di vita in generale) possono aiutare anche me, o avendo il collo della vescica sclerotico sarebbero inutili?
Utente
Dott. Piana,
le scrivo di nuovo in quanto, riferendomi alla sua risposta per cui i miei sono più sintomi irritativi che ostruttivi, mi è venuto un dubbio.
Come ho scritto sopra, dopo pochi mesi dall'intervento di ITind avevo ripreso con sintomi irritativi e, in parte, anche ostruttivi, sebbene meno gravi rispetto a quelli che avevo avuto un anno prima. Dico meno gravi in quanto ricordo che, sebbene con un flusso più basso, riuscivo a svuotare la vescica. I sintomi irritativi, invece, oltre ad essere rappresentati dallo stimolo perenne ad urinare, consistevano anche in fastidio nella regione perineale, in particolare nei testicoli, soprattutto stando seduto.
E' possibile, quindi, che non si sia trattato di una recidiva di sclerosi del collo vescicale, ma di prostatite?
Preciso che, dopo aver ripreso la terapia con Urorec e gli integratori, nel giro di circa un mese tutti questi fastidi erano scomparsi. Solo lo stimolo perenne, senza gli altri sintomi, è ricomparso di lì a poco ed è tuttora presente. Peraltro, oltre ad essere uno stimolo perenne, in alcuni casi sembra una vera e propria urgenza: ad esempio, è sufficiente un colpo di tosse o una risata, neanche troppo energica, per farmi sentire come se stessi per urinarmi addosso, anche se la vescica è vuota.
Il dubbio che ho è: se si è trattato di prostatite e non di recidiva di sclerosi, immagino che il collo vescicale stia rimanendo aperto grazie all'intervento di ITind ed è per questo motivo che, sebbene con un flusso più basso, riuscivo a svuotare la vescica; se così fosse, è possibile che la continua somministrazione di Urorec, con un collo della vescica già allargato grazie all'intervento, possa contribuire a farmi sentire lo stimolo perenne?
Non so fino a che punto il mio ragionamento possa essere fondato, ma immagino che, se il collo della vescica è già allargato, un ulteriore rilassamento indotto dall'Urorec possa portarlo a sviluppare una sensibilità eccessiva a qualsiasi tipo di pressione, come appunto un colpo di tosse o una risata.
Cosa ne pensa?
le scrivo di nuovo in quanto, riferendomi alla sua risposta per cui i miei sono più sintomi irritativi che ostruttivi, mi è venuto un dubbio.
Come ho scritto sopra, dopo pochi mesi dall'intervento di ITind avevo ripreso con sintomi irritativi e, in parte, anche ostruttivi, sebbene meno gravi rispetto a quelli che avevo avuto un anno prima. Dico meno gravi in quanto ricordo che, sebbene con un flusso più basso, riuscivo a svuotare la vescica. I sintomi irritativi, invece, oltre ad essere rappresentati dallo stimolo perenne ad urinare, consistevano anche in fastidio nella regione perineale, in particolare nei testicoli, soprattutto stando seduto.
E' possibile, quindi, che non si sia trattato di una recidiva di sclerosi del collo vescicale, ma di prostatite?
Preciso che, dopo aver ripreso la terapia con Urorec e gli integratori, nel giro di circa un mese tutti questi fastidi erano scomparsi. Solo lo stimolo perenne, senza gli altri sintomi, è ricomparso di lì a poco ed è tuttora presente. Peraltro, oltre ad essere uno stimolo perenne, in alcuni casi sembra una vera e propria urgenza: ad esempio, è sufficiente un colpo di tosse o una risata, neanche troppo energica, per farmi sentire come se stessi per urinarmi addosso, anche se la vescica è vuota.
Il dubbio che ho è: se si è trattato di prostatite e non di recidiva di sclerosi, immagino che il collo vescicale stia rimanendo aperto grazie all'intervento di ITind ed è per questo motivo che, sebbene con un flusso più basso, riuscivo a svuotare la vescica; se così fosse, è possibile che la continua somministrazione di Urorec, con un collo della vescica già allargato grazie all'intervento, possa contribuire a farmi sentire lo stimolo perenne?
Non so fino a che punto il mio ragionamento possa essere fondato, ma immagino che, se il collo della vescica è già allargato, un ulteriore rilassamento indotto dall'Urorec possa portarlo a sviluppare una sensibilità eccessiva a qualsiasi tipo di pressione, come appunto un colpo di tosse o una risata.
Cosa ne pensa?
Non pensiamo proprio che la silodosina possa dare questo effetto collaterale, d'ogni modo l'efficacia di questo farmaco on supera le 48 ore, quindi è sufficiente sospenderne l'assunzione per accorgersi rapidamente se cambia qualcosa. I suoi disturbi irritativi potrebbero essere causati da un persistente quadro di prostatite, non risoltosi dopo la disostruzione, oppure da un malfunzionamento vescicale (es. iper-attività), sviluppatasi sempre a causa dell'ostruzione precedente. Per differenziare tra le due situazioni è necessario eseguire l'indagine urodinamica, non vi è altro modo. Riteniamo che questo sia importante, perché le due situazioni hanno approcci terapeutici differenti.
Sono concetti un po' difficili da comprendere, talora anche per i medici, speriamo di esser stati sufficientemente chiari.
Sono concetti un po' difficili da comprendere, talora anche per i medici, speriamo di esser stati sufficientemente chiari.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Utente
Buongiorno Dott. Piana,
la ringrazio per la risposta, assolutamente chiara.
In effetti, devo dirle che cinque giorni fa ho dovuto sospendere l'assunzione di Urorec in quanto dovevo effettuare una spermiocoltura, di cui poi porterò gli esiti all'urologo la prossima settimana. Dopo la sospensione, ho notato che il flusso d'urina, sebbene più lento rispetto a prima, non era troppo basso e mi consentiva di svuotare la vescica. Per questo motivo, non l'ho ancora riassunto e credo che, a meno che non riscontri diminuzioni significative del flusso, continuerò senza Urorec fino alla visita, così da chiedere un'uroflussometria.
Purtroppo, però, i sintomi infiammatori rimangono. A dirla tutta, sembrano leggermente diminuiti, in particolare lo stimolo perenne, sebbene sempre presente, è più leggero. Invece, la sensazione di urgenza con colpi di tosse o altre pressioni simili pare uguale a prima. In aggiunta, ora se rimango seduto troppo a lungo (per ore, cosa che mi capita a lavoro) sviluppo un po' di fastidio ai testicoli e alle natiche, abbastanza sopportabile e che, in ogni caso, passa non appena mi alzo in piedi.
Chiederò se sia possibile per me fare l'indagine urodinamica. A tal proposito, le chiedo se si tratta di un esame che consente, una volta effettuato, di riprendere le normali attività quotidiane o se è necessario un po' di riposo prima.
La ringrazio ancora tanto per la sua disponibilità
la ringrazio per la risposta, assolutamente chiara.
In effetti, devo dirle che cinque giorni fa ho dovuto sospendere l'assunzione di Urorec in quanto dovevo effettuare una spermiocoltura, di cui poi porterò gli esiti all'urologo la prossima settimana. Dopo la sospensione, ho notato che il flusso d'urina, sebbene più lento rispetto a prima, non era troppo basso e mi consentiva di svuotare la vescica. Per questo motivo, non l'ho ancora riassunto e credo che, a meno che non riscontri diminuzioni significative del flusso, continuerò senza Urorec fino alla visita, così da chiedere un'uroflussometria.
Purtroppo, però, i sintomi infiammatori rimangono. A dirla tutta, sembrano leggermente diminuiti, in particolare lo stimolo perenne, sebbene sempre presente, è più leggero. Invece, la sensazione di urgenza con colpi di tosse o altre pressioni simili pare uguale a prima. In aggiunta, ora se rimango seduto troppo a lungo (per ore, cosa che mi capita a lavoro) sviluppo un po' di fastidio ai testicoli e alle natiche, abbastanza sopportabile e che, in ogni caso, passa non appena mi alzo in piedi.
Chiederò se sia possibile per me fare l'indagine urodinamica. A tal proposito, le chiedo se si tratta di un esame che consente, una volta effettuato, di riprendere le normali attività quotidiane o se è necessario un po' di riposo prima.
La ringrazio ancora tanto per la sua disponibilità
Si tratta di un esame ambuulatoriale, di minima invasività.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Utente
Buonasera Dott. Piana,
la vorrei aggiornare rispetto a quanto avevo scritto il mese scorso. Nove giorni dopo la sospensione dell'Urorec, ho fatto un'uroflussometria che ha riportato i seguenti valori: flusso massimo pari a 20 ml/s, volume vuotato pari a 340 ml e residuo post minzionale trascurabile.
Successivamente, a ventidue giorni dalla sospensione dell'Urorec, ne ho ripetuto un'altra: flusso massimo di 14,7 ml/s, volume vuotato di 240 ml e nessun residuo post minzionale.
Dati questi valori, il mio urologo al momento non mi ha fatto fare l'esame urodinamico invasivo, ma mi ha detto che posso continuare senza Urorec.
Da quando l'ho sospeso, ho notato anche dei miglioramenti rispetto ai sintomi infiammatori ed alla sensazione di stimolo perenne, che c'è ancora, ma pian piano pare che stia diminuendo.
Anche lo stimolo forte che si presentava con colpi di tosse o risate è andato, sempre molto lentamente, a scomparire quasi del tutto.
Dopo l'ultima uroflussometria, l'urologo mi ha prescritto il Titenur (solifenacina), raccomandandomi però di fargli sapere qualora, assumendolo, avessi avuto problemi ad urinare. Mi ha spiegato, infatti, che può aiutare con la sensazione di stimolo continuo ma, allo stesso tempo, c'è il rischio che abbia difficoltà ad urinare assumendolo.
Ho iniziato proprio oggi la terapia, prendendo stamattina una compressa da 5 mg ed effettivamente, a partire dal pomeriggio, ho notato una diminuzione di potenza del flusso, anche se riesco a svuotare completamente la vescica.
Mi chiedo se sia già il caso di contattare il mio urologo: non vorrei che questi possano essere effetti transitori, che di solito si presentano solo i primi giorni di assunzione del farmaco e tendono poi a scomparire, o se già dal primo giorno la loro comparsa renda necessario segnalarli. Si tratta, in effetti, di qualcosa che non ho pensato di chiedergli alla visita.
Secondo lei, dovrei già da oggi informare l'urologo? O è meglio aspettare e vedere come va nei prossimi giorni?
La ringrazio tantissimo per la sua solita disponibilità
la vorrei aggiornare rispetto a quanto avevo scritto il mese scorso. Nove giorni dopo la sospensione dell'Urorec, ho fatto un'uroflussometria che ha riportato i seguenti valori: flusso massimo pari a 20 ml/s, volume vuotato pari a 340 ml e residuo post minzionale trascurabile.
Successivamente, a ventidue giorni dalla sospensione dell'Urorec, ne ho ripetuto un'altra: flusso massimo di 14,7 ml/s, volume vuotato di 240 ml e nessun residuo post minzionale.
Dati questi valori, il mio urologo al momento non mi ha fatto fare l'esame urodinamico invasivo, ma mi ha detto che posso continuare senza Urorec.
Da quando l'ho sospeso, ho notato anche dei miglioramenti rispetto ai sintomi infiammatori ed alla sensazione di stimolo perenne, che c'è ancora, ma pian piano pare che stia diminuendo.
Anche lo stimolo forte che si presentava con colpi di tosse o risate è andato, sempre molto lentamente, a scomparire quasi del tutto.
Dopo l'ultima uroflussometria, l'urologo mi ha prescritto il Titenur (solifenacina), raccomandandomi però di fargli sapere qualora, assumendolo, avessi avuto problemi ad urinare. Mi ha spiegato, infatti, che può aiutare con la sensazione di stimolo continuo ma, allo stesso tempo, c'è il rischio che abbia difficoltà ad urinare assumendolo.
Ho iniziato proprio oggi la terapia, prendendo stamattina una compressa da 5 mg ed effettivamente, a partire dal pomeriggio, ho notato una diminuzione di potenza del flusso, anche se riesco a svuotare completamente la vescica.
Mi chiedo se sia già il caso di contattare il mio urologo: non vorrei che questi possano essere effetti transitori, che di solito si presentano solo i primi giorni di assunzione del farmaco e tendono poi a scomparire, o se già dal primo giorno la loro comparsa renda necessario segnalarli. Si tratta, in effetti, di qualcosa che non ho pensato di chiedergli alla visita.
Secondo lei, dovrei già da oggi informare l'urologo? O è meglio aspettare e vedere come va nei prossimi giorni?
La ringrazio tantissimo per la sua solita disponibilità
Valuti nell'arco della prossima settimana.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
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Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 569 visite dal 05/09/2025.
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