Un primo leggerissimo incurvamento verso destra, ho cominciato

buongiorno,
sono stato "colpito" da questa sindrome a gennaio di quest'anno e, fino da un primo leggerissimo incurvamento verso destra, ho cominciato a prendere vitamina E in concentrazioni elevate come prescrittomi dall'urologo. durante i mesi di aprile e maggio ho iniziato a notare un'incurvamento verso l'alto, mentre quello (fortunatamente lieve) verdo dx sembra essersi arrestato. Da un mese ho pertanto smesso di asumere vitamina E e sono passato al potaba, da prendere per 3 mesi... onestamente sono un pò preoccupato dall'aleatorietà legata a questa infiammazione, anche perchè, con i miei 28 anni di età, risulto essere un casao abbastanza atipico.
Vorrei, cortesemente, avere consigli su possibili iter alternativi... inoltre vorrei sapere se un'attività sessuale regolare può essere dannosa o meno.

grazie
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 15.9k 464 2
Caro lettore 15275,

La vitamina E, è utile ma non può essere risolutiva della IPP, il Potaba, a mio modesto parere, non serve a nulla.
Spesso fa male allostomaco. Era una cura prescritta nel mondo Germanico 30 anni orsono ma non è mai stata validata scientificamente.
Consulti uno specialista,a mio nome, a Bolzano il dottor Andrea Galantini (andrea.galantini@asbz.it o 339.8636952) è persona valida e capace
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

[#2]
dopo
Attivo dal 2006 al 2007
Ex utente
egregio dottore,
la ringrazio per una così solerte risposta... le sarei però molto grato se potesse darmi un riferimento per uno specialista anche nella città di bologna, visto che ormai bolzano rappresenta solamente la residenza anagrafica.

ancora grazie, e buona giornata
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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
la malattia di La Peyronie in fase conclamata si manifesta con una fase acuta e una fase di stabilizzazione. Nella fase di acuzie, in genere il paziente riferisce dolore spontaneo o all’erezione e curvatura del pene in erezione (meno di frequente anche in stato di flaccidità).
Nella successiva fase di stabilizzazione il processo infiammatorio si risolve e da esito ad una placca calcifica inattaccabile dalla qualsiasi terapia medica. Ecco l’importanza della diagnosi precoce: questa permette infatti di instaurare una idonea terapia nella fase acuta, cioè con processo infiammatorio e cicatriziale ancora vivo, evitando la successiva formazione di una cicatrice stabile con il deposito dei sali di calcio.
Alla malattia di La Peyronie può associarsi un deficit erettile. Questo è dovuto sia all’effetto psicologico negativo (il dolore e la curvatura possono impedire gli atti sessuali), sia perché le modificazioni dei tessuti penieni che sono alla base della possibile causa dell'IPP sono in fondo gli stessi che conducono alle disfunzioni erettili organiche.
Attualmente la terapia non chirurgica dell'IPP prevede:
1) Terapia con farmaci per via generale. Per quanto riguarda l'uso di farmaci da assumersi per via orale o per via parenterale, non esistono protocolli standardizzati. Il farmaco più utilizzato è proprio la Vitamina E che attraverso un'azione eutrofizzante ed antifibroblastica, agisce positivamente sul rinnovamento cellulare.
2) Terapia con farmaci per via locale. Si possono attuare con infiltrazioni tramite siringa peri o intraplacca o mediante ionoforesi (per via transdermica, attraverso l'uso di una corrente elettrica).
Come per la terapia farmacologica generale, anche quella locale è controindicata o al massimo inutile quando la malattia si è stabilizzata e la placca si è calcificata. I farmaci più utilizzati sono il Verapamil e i cortisonici, anche associati fra loro.
3) Con il termine di "terapie con mezzi fisici" si intendono quei trattamenti che utilizzano ultrasuoni o energie LASER. Sono forme di trattamento ben tollerate, senza effetti collaterali, ma che in fondo non è certo siano efficaci rispetto ai trattamenti tradizionali.
Tenga presente che viene segnalata in letteratura scientifica una possibilità di regressione spontanea della malattia con percentuali variabili dal 13 al 50 %, e che quindi risulta ancora più difficile una valutazione scientifica sulla reale efficacia dei vari trattamenti proposti.
La terapia chirurgica viene riservata solo a quei pazienti con malattia stabilizzata (da almeno sei mesi-8 mesi-1 anno)) nei quali la curvatura è tale da compromettere la funzione sessuale (penetrazione in particolare).
Quello che Le occorre è un Centro Andrologico altamente qualificato. Direi che un primo tentativo vale la pena farlo presso la Clinica Urologica dell'Università della città dove Lei risiede.
Spero di esserLe stato di qualche aiuto.
Affettuosi auguri e cordialissimi saluti.
Prof. Giovanni MARTINO

Prof. Giovanni MARTINO
giovanni.martino@uniroma1.it

[#4]
Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 15.9k 464 2
caro lettore,

consulti il dottor Giorgio Cavallini, che riceve anche a Bologna e che ha una rilevante esperienza nel trattamento della IPP
Indirizzo e telefono su www.andrositalia.org
Cari saluti
[#5]
dopo
Attivo dal 2006 al 2007
Ex utente
carissimi dottori,
vi ringrazio per i vostri utili consigli e per la velocità e puntualità con cui mi avete risposto; ho già conttato il dottor Cavallini.
Spero che l'incurvamento sia ancora nella fase di fibrosi e che non si sia già formata la placca (sono passati 5 mesi dai primi sintomi). Il fatto che senta un continuo fastidio, una sorta di lieve indolenzimento, mi fa sperare che la la cicatrizzazione non si sia già stbilizzata...ripeto, spero...
Grazie ancora e buona giornata
[#6]
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 643
Caro lettore ,
generalmente è così , se esistono dolori o "fastidi" questo è indice di una lesione non "stabilizzata" e quindi deve essere attentamente valutata, senza tergiversare oltre, dallo specialista .
Auguri ed ancora un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
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