Cistite post coitale o da luna di miele

Buonasera Dott, soffro di cistite post coitale da qualche anno ormai e la situazione sta diventando davvero pesante da gestire perché inficia a livello psicologico sui rapporti che ho con chi amo consapevole che dopo starò male.

Sono stata 10 anni con una persona e assumevo la pillola e non ho mai avuto problemi di cistite.

Terminata la pillola e terminata la relazione ho iniziato ad accusare problemi di cistite: ho fatto urinocoltura che è risultata negativa, ho preso medicinali prescritti da ginecologo e urologi, ho assunto ovuli per via vaginale ma nulla.
Se non ho rapporti sto benissimo, appena ho un rapporto il giorno dopo sono dolori fino ad arrivare al sanguinamento l’ultima volta con assunzione ogni volta di monuril.
Sta diventando straziante perché vorrei vivere il momento con chi amo ma psicologicamente parto prevenuta consapevole che avrò male e ovviamente il giorno dopo ho male.
Ho fatto visite ginecologiche e urologiche ma non ho alcun problema, quindi non so da dove arrivi questo disturbo.
Preciso che non ho problemi di scarsa lubrificazione né che le posizioni assunte siano strane.
Bevo molta acqua al giorno e sapendo della cistite urino prima e dopo il rapporto.

Cosa posso fare per vivere di nuovo la mia vita senza avere il fantasma della cistite che mi fa stare male ed essere nervosa di questa situazione?

Grazie mille per la disponibile riservatami.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.2k 1.7k 17
Se ci conferma che la comparsa del disturbo sia temporalmenete correlabile con l'interruzione dell'assunzione della pillola, molto probabilmente la principale concausa delle sue cistiti ha qualcosa a che fare con l'equilibrio ormonale. Gli ormoni femminili influiscono parecchio anche sulle basse vie urinarie, a causa dell'assoluta contiguità anatomica con l'apparato genitale interno (utero, vagina). Verosimilmente i tessuti per qualche forma di squilibrio hanno la tendenza a sviluppare irritazione ed infiammazione, che viene slatentizzata dal seppur modesto trauma del rapporto penetrativo. Altra componente da valutare è anche il tipo di flora batterica dell'area genitale, talora condizionato da una funzione intestinale non perfetta, ma questo è un discorso diverso. Purtroppo non vi sono esami specifici da eseguire e non ci stupisce che gli accertamenti e le visite effettuate non abbiano rilevato nulla di particolare. Nella nostra esperienza, maturata insieme ai Colleghi ginecologi, abbiamo avuto discreti risultati dalla somministrazione di un supporto in progesterone, per via orale (pillola) o in crema vaginale nlla seconda parte del ciclo. Potrebbe valere la pena di provare, ne parli con il suo ginecologo.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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