Ictus cerebrale.

I danni cerebrali da ictus si potranno curare con un'iniezione: l'esperimento è un successo

Data pubblicazione: 05 ottobre 2025

Un'iniezione di cellule staminali neurali potrebbe diventare la chiave per invertire i danni cerebrali da ictus.

L'ictus rappresenta una delle principali cause di disabilità e mortalità nel mondo, con un impatto devastante sulla qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie.

Si tratta di un evento acuto in cui l'afflusso di sangue al cervello viene improvvisamente interrotto, causando la morte delle cellule nervose in aree più o meno estese del tessuto cerebrale.

Danni da ictus: basta una iniezione

Le conseguenze sono variabili, ma spesso comprendono deficit motori, difficoltà nel linguaggio, perdita di memoria e riduzione delle capacità cognitive. Una volta avvenuto il danno, fino a oggi la medicina ha potuto offrire soltanto terapie riabilitative e trattamenti volti a ridurre le complicanze, senza una reale possibilità di rigenerare il tessuto cerebrale compromesso.

Proprio per questo motivo la notizia che arriva dall'Università di Zurigo, in collaborazione con la University of Southern California, ha suscitato un grande entusiasmo nella comunità scientifica. Un gruppo di ricercatori ha infatti dimostrato che un'iniezione di cellule staminali neurali può riparare i danni cerebrali da ictus in modelli animali.

Lo studio, condotto sui topi, ha mostrato risultati sorprendenti: le cellule trapiantate non solo si sono integrate nel tessuto danneggiato, ma hanno anche contribuito a ripristinare alcune funzioni compromesse dall'evento ischemico.

Questo tipo di approccio apre scenari che fino a pochi anni fa sarebbero sembrati impensabili. Le cellule staminali neurali hanno la capacità di differenziarsi in diversi tipi di cellule del sistema nervoso centrale, e proprio questa loro versatilità le rende uno strumento prezioso per riparare aree lesionate del cervello.

Se i risultati ottenuti nei modelli animali saranno confermati anche negli esseri umani, ci troveremmo di fronte a una svolta radicale nel trattamento dell'ictus e, più in generale, delle patologie neurologiche.

Il neuroscienziato Christian Tackenberg, che ha guidato la ricerca, ha sottolineato l'urgenza di individuare strategie innovative, affermando che “è essenziale esplorare nuovi approcci terapeutici per la rigenerazione del cervello dopo una malattia o un incidente”.

In effetti, le terapie attuali non sono in grado di invertire il danno neuronale: la plasticità cerebrale consente un certo grado di recupero, ma i limiti sono evidenti e molti pazienti rimangono con deficit permanenti nonostante lunghi percorsi riabilitativi.

Naturalmente, ci troviamo ancora in una fase sperimentale e non si può pensare a un'applicazione clinica immediata. Serviranno anni di studi, sperimentazioni controllate e verifiche di sicurezza prima che un trattamento simile possa arrivare ai pazienti. Tuttavia, senza ombra di dubbio, questo lavoro rappresenta un passo avanti cruciale. Per la prima volta si intravede la possibilità di curare non solo i sintomi, ma la causa stessa della disabilità post-ictus, ricostruendo in parte ciò che era andato perduto.

L'idea che una semplice iniezione possa restituire speranza a milioni di persone colpite da ictus sembra ancora difficile da immaginare, però la scienza ci sta abituando a progressi che fino a ieri erano considerati fantascienza.

Se il percorso di ricerca proseguirà con gli stessi risultati incoraggianti, il futuro della neurologia potrebbe cambiare in modo radicale, trasformando una delle malattie più temute in una condizione finalmente trattabile.

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