Aborto medico (RU 486) e legge 194/78

Chiarezza sull'aborto medico (pillola abortiva RU 486, MIFEPRISTONE) e rispetto della legge 194/1978. Alternativa per la donna che affronta questa difficile esperienza.

In prossimità della commercializzazione del Mifepristone o RU486, chiamata “pillola abortiva”, ritengo utile chiarire alcuni punti per quanto riguarda la metodica dell’ABORTO MEDICO (o FARMACOLOGICO) in alternativa all’ABORTO CHIRURGICO, oggetto di discussione politica e sanitaria.

Cercherò di adottare un linguaggio che arrivi a tutti, ma mi consentirete anche un po’ di “medichese”.

Premessa fondamentale è chiarire il ruolo del PROGESTERONE, ormone che assicura il mantenimento della gravidanza, grazie a diverse funzioni che esercita a livello uterino.

Il MIFEPRISTONE è uno steroide sintetico, con notevole attività antagonista (anti-progestinica) verso i recettori del progesterone.

Nelle prime sperimentazioni fu utilizzata la sigla RU 38486 (abbreviata in RU 486) dall’azienda produttrice, Roussell Uclaf, da cui il suo secondo nome (RU).

 

Però prima di completare la descrizione dell’aborto medico, ritengo importante chiarire il ruolo della legge 194/78.

In Italia 6 ginecologi su 10 sono obiettori di coscienza, con punte del 70% al Centro. Il numero degli aborti è in calo costante, ma l’applicazione della L. 194 è sempre più faticosa. Il problema riguarda soprattutto la certificazione necessaria per arrivare alla IVG (interruzione volontaria di gravidanza) e l’esecuzione dell’aborto nelle strutture pubbliche. Aumentano i tempi di attesa e aumenta il numero dei medici obiettori e ciò contribuisce ad alimentare il mercato degli interventi illegali (o clandestini).

Il numero degli aborti clandestini nel 2006 sono stati circa 20.000 (secondo l’Istituto Superiore di Sanità), e 350.000 prima della L.194/78, 10 le vittime (stima delle donne morte ogni anno per aborto clandestino prima dell’entrata in vigore della 194).

Un milione di aborti clandestini evitati in 30 anni, grazie all’applicazione della legge 194 (Istituto Superiore Sanità 2006), il 90% riguarda donne del SUD, ma il fenomeno cresce anche nel CENTRO NORD.

Queste cifre, dicono gli specialisti del settore, potrebbero essere sottostimate perché non tengono conto degli aborti tra le donne immigrate, alcune delle quali praticano l’interruzione della gravidanza più di una volta all’anno. Donne che si rivolgono a persone non autorizzate che abortiscono con metodi artigianali o assumono farmaci impropri come il “misoprostol” o versioni contraffatte della pillola RU486.

Si rendono necessari programmi in materia di educazione sanitaria, di pianificazione familiare e una formazione specifica per gli operatori che svolgono la loro attività in questo campo.

Secondo delle linee guida tratte da un manifesto per operatori che applicano la legge 194, è importante rispettare delle condizioni importanti:

  • Numero congruo di consultori
  • Prescrizione gratuita di tutti i metodi contraccettivi
  • Allargare la scelta di contraccettivi disponibili
  • Case di accoglienza
  • Programmi di educazione sessuale finalizzati alla costruzione di una cultura della procreazione consapevole e responsabile.
  • Promozione dell’uso di tecniche più moderne e meno rischiose per la salute delle donne,introducendo l’utilizzo dell’ RU486,come avviene nel resto dell’Europa.

L’ O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) calcola che siano tra i 18 e i 19 milioni le donne che ogni anno nel mondo utilizzano PROCEDURE ABORTIVE NON SICURE (unsafe abortion).

Si stima che la mortalità legata a queste procedure interessi 68.000 donne ogni anno (WHO Highlights 2003).

Grazie alla precocità dei tests di gravidanza in commercio,un numero crescente di donne scopre subito la propria gravidanza,già nei primi giorni del mancato flusso mestruale.
Per questo motivo ho attivato la procedura presso il POLICLINICO di Bari, dove lavoro, del protocollo RU 486 + MISOPROSTOL, con l’intenzione di offrire una opportunità in più alle donne che possono ed intendono avvalersene.

 

Definizione di aborto medico (o farmacologico).

Il metodo farmacologico per l’interruzione della gravidanza (definito in letteratura come aborto medico) è divenuto una alternativa alla tecnica chirurgica con l’introduzione delle prostaglandine negli anni ’70 e degli antagonisti del progesterone negli anni ‘80 (Istituto Superiore della Sanità).

Proprio per la sua efficacia nelle IVG precoci (early medical abortion) sta diventando in tutto il mondo il metodo di scelta. L’aborto medico è giudicato efficace e sicuro tanto che recentemente l’O.M.S. ha incluso il MIFEPRISTONE (RU486) e il MISOPROSTOL (prostaglandina) nella lista dei farmaci essenziali.

Ritornando alla L.194 /78 questa non fa riferimento al metodo da impiegare e nemmeno se debba essere MEDICO o CHIRURGICO. Non cambiano le modalità indicate dall’art.4 della L. 194 e importante non considerare l’ RU486 alla stregua della pillola del giorno dopo.

Gli obiettivi che si poneva la L.194 e cioè:

  • Stroncare la criminalità dell’aborto clandestino
  • Adottare iniziative efficaci per evitare che l’aborto fosse usato per la limitazione delle nascite
  • Promuovere la tutela sociale della maternità consapevole.

Dai dati ufficiali si evidenzia un calo delle IVG del 45% dal 1982 ad oggi con flessione annua del 6,2% con contenimento del fenomeno e non assimilazione dell’aborto a metodo contraccettivo.

 

Criteri di inclusione

  • Gravidanza fino a 49 giorni (7 settimane) a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione.
  • Richiesta di IVG legge 194/78
  • Ecografia
  • Disponibilità a visita di controllo
  • Firma del consenso informato

Criteri di esclusione

  • Gravidanza extrauterina
  • Coagulopatie/terapia anticoagulante
  • Insuffucieanza Surrenalica
  • Asma grave
  • Allergia alle prostaglandine
  • Grave anemia
  • Diabete
  • IUD

Modalità di somministrazione

  • Giorno 1: 600mg di mifepristone (RU486) orale
  • Giorno 3: 400mg di misoprostol orale o vaginale.
  • Giorno 14: controllo ecografico.

 

Conclusioni

Se il metodo farmacologico permette di ridurre il peso della interruzione della gravidanza allora è giusto che le donne abbiano la possibilità di ricorrervi, ma questo non significa che sia migliore della pratica chirurgica: va scelto il metodo più confacente alla situazione clinica e psicologica della donna che deve sottoporsi all’IVG.

Bisogna ribadire che non si tratta di un metodo contraccettivo ma solamente di una tecnica medica da proporre alla donna insieme all’aborto chirurgico. Per questo con la commercializzazione in Italia e con la somministrazione presso gli Ospedali pubblici sotto controllo medico, la RU486 è destinata alla protezione della salute della donna.

Concludo con una affermazione di Etienne-Emile BAULIEU ricercatore e padre dell’Ru486:
Pensare che una donna possa andare allegramente ad abortire solo perché potrà farlo con una pillola anziché tramite un intervento chirurgico è un offesa alla dignità di tutte le donne”.

Data pubblicazione: 04 luglio 2011

Autore

blasinicola
Dr. Nicola Blasi Ginecologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1976 presso Università di BARI.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Bari tesserino n° 4485.

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