Mettereste una supposta negli occhi? Il caso di Avastin

luigimarino
Dr. Luigi Marino Oculista, Medico legale

Oggi e' comparso un articolo sul Corriere della Sera "Il farmaco che costa un occhio. L'Antitrust contro Novartis e Roche" in riferimento ad una inchiesta di Report, con un bel video che paragona AVASTIN e LUCENTIS.

Le molecole sono molto simili, l'una però è la nonna dell'altra: vediamo come sono nate.

L'uso degli ANTI VEGF in Oculistica si deve al riscontro casuale fatto da un collega oculista negli USA.

Il collega oculista americano aveva infatti notato che sua madre , allorche' fu sottoposta a chemioterapia con il farmaco Avastin per via endovenosa , dopo aver subito un delicato intervento chirurgico per un Cancro del colon aveva avuto un netto miglioramento della sua Maculopatia essudativa legata all'eta' (AMD).

Noi medici oculisti abbiamo allora preaticato Avastin per via intravitreale, non avendo alternative e nel tentativo di restituire la VISTA ai nostri pazienti con Maculopatia.

Allora il farmaco era l'unico disponibile ed era considerato OFF label dalla comunita' scientifica internazionale.

A estremo male estremo rimedio.

Ma oggi il solo Lucentis e' formulato e preparato per uso intraoculare, l'altro farmaco Avastin invece e' preparato e venduto come chemioterapico per via endovenosa, fornito in un flacone da 100ml.

Da questo flacone da 100 ml , dal quale il medico oculista (spesso il farmacista) in ambiente STERILE (cappa sterile) deve preparare la soluzione e confezionarla in una siringa, il tutto va poi sterilizzato e la catena del freddo e della sterilita' va assolutamente mantenuta per tutto il percorso dal farmacista al tavolo operatorio.
A volte la Farmacia Ospedaliera o meno e' molto distante dal luogo di utilizzo del farmaco. Quindi direi che la preparazione e' artigianale.

Il prodotto avastin non e' fornito dall'azienda farmaceutica in piccole fiale o siringhe da una linea di preparazione STERILE , bensi un un flacone da 100 ml.

AIFA ha giustamente comunicato che:

Uso intravitreale off label della specialità medicinale Avastin® (bevacizumab): modifiche del Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto introdotte dal CHMP (Committee for Medicinal Products for Human Use) dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA).

L’Agenzia Italiana del Farmaco richiama l’attenzione degli operatori sanitari (medici e farmacisti) coinvolti nel trattamento dei pazienti con il farmaco per uso intravitreale Avastin® (bevacizumab) sulle modifiche/integrazioni apportate al paragrafo 4.4 del Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto da parte del CHMP mediante decisione EMA/H/C/000582‐II/0044 del 30 agosto 2012.

La modifica introdotta riguarda il riferimento alle segnalazioni di gravi reazioni avverse di tipo sistemico quali emorragie non oculari ed eventi tromboembolici arteriosi in seguito ad iniezione intravitreale di inibitori di VEFG.

In particolare, il paragrafo 4.4 è stato così aggiornato:

Uso intravitreale

Avastin non è formulato per l’uso intravitreale.

Patologie dell’occhio

In seguito all’uso intravitreale non approvato di Avastin® (bevacizumab), composto da flaconcini approvati per somministrazione endovenosa in pazienti oncologici, sono state segnalate gravi reazioni avverse oculari sia individuali che in gruppi di pazienti. Questi eventi includono endoftalmite infettiva, infiammazione intraoculare come endoftalmite sterile, uveite, infiammazione del corpo vitreo, distacco di retina, lacerazioni dell'epitelio pigmentato della retina, aumento della pressione intraoculare, emorragie intraoculari come emorragie intravitreali o emorragie retiniche e emorragie congiuntivali. Alcuni di questi eventi hanno portato a vari gradi di perdita della vista, inclusa cecità permanente.

Effetti sistemici a seguito dell'uso intravitreale

Una riduzione della concentrazione di VEGF in circolo è stata dimostrata in seguito a terapia intravitreale anti‐VEGF. Sono state segnalate gravi reazioni avverse di tipo sistemico quali emorragie non oculari ed eventi tromboembolici arteriosi in seguito ad iniezione intravitreale di inibitori di VEGF, e vi è un rischio teorico che può riguardare l’inibizione di VEGF.

Al fine di garantire la sicurezza dei pazienti trattati, AIFA raccomanda ai medici di valutare attentamente il rapporto beneficio/rischio per ogni utilizzo del farmaco, informando i pazienti sui possibili rischi legati al trattamento, in particolar modo per quello intravitreale.

La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) dell'AIFA nella seduta del 26 e 27 settembre 2012, acquisiti i citati aggiornamenti provenienti dal CHMP (EMA), ha disposto:

• la rimozione dell’indicazione dell’uso intravitreale di Avastin® (bevacizumab) dalla lista di cui alla legge n. 648/96 per gli usi ancora previsti;

• la predisposizione di un sistema di monitoraggio specifico e raccolta dati sui pazienti che passeranno dall’uso intravitreale di Avastin® (bevacizumab) ad altro trattamento per la degenerazione maculare;

• la richiesta alle Regioni di dati sulle reazioni avverse locali e sistemiche rilevate con l’uso intravitreale di Avastin® (bevacizumab).

Pertanto le Regioni saranno invitate ad acquisire i dati di follow up relativi ai pazienti per cui è stato impiegato il medicinale Avastin® (bevacizumab) fuori indicazione (compreso l’utilizzo nel contesto di quanto previsto dalla Legge 648/96) e sottoporre gli stessi all’AIFA entro il termine del 31 dicembre 2012

AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco
Via del Tritone, 181 – 00187 Roma – tel. 06.5978401
www.agenziafarmaco.gov.it 

 

Alla luce di questo inportante comunicato AIFA , l'Avastin diventa "against label" per l'uso intravitreale in oftalmologia.

Le uniche terapie intravitreali "on label" praticabili sono gli ANTI VEGF: LUCENTIS e EYLEA

 

NB: l'autore non ha alcun interesse commerciale con ROCHE, NOVARTIS, BAYER 

Data pubblicazione: 09 maggio 2013

7 commenti

#6
Utente 187XXX
Utente 187XXX

Da un paio di anni ho una Maculopatia degenerativa umida che viene tenuta sotto controllo con punture di Lucentis (sinora 9).
Cosa mi devo aspettare per il futuro?? Una puntura intravitrale di un farmaco previsto per la somministrazione indovena oltre agli altri pericoli per il confezionamento , molecole diverse ecc,!(30% di rischio in più)
Non vorrei che le ultime notizie portino gli ospedali ad utilizzare un farmaco off-labell.
Mi farebbe piacere conoscere il suo pensiero in merito. Grazie

#7
Dr. Chiara Lestuzzi
Dr. Chiara Lestuzzi

Non sono oculista, bensì cardiologa, ma conosco bene l' Avastin per il suo uso in oncologia. Mi è capitato di discutere dei suoi effetti collaterali con oculisti, in congressi internazionali, e l'impressione è che -dato il dosaggio molto più basso e l'uno all'interno dell' occhio, i rischi di trombosi ed emorragie (che comunque non sono altissimi neanche in oncologia, parliamo di percentuali dell' 1-3% riguardo a trombosi o emorragie gravi) sono trascurabili. Un effetto collaterale (legato proprio al meccanismo d'azione del farmaco) abbastanza frequente con Avastin in oncologia è l'ipertensione arteriosa, e non mi risulta che in oculistica si verifichi.
Considerate anche le recenti vicende, ritengo che i rischi di Avastin siano stati esagerati per spingere verso Lucentis. L' unico rischio serio riguarda la preparazione in farmacia delle siringhe (visto che le fiale di Avastin hanno un contenuto maggiore, quindi vanno divise) che deve essere fatta curando al massimo la sterilità.
Personalmente spero che questa bufera giudiziaria e mediatica spinga Novartis a ridurre drasticamente il prezzo di Lucentis e/o Roche a registrare preparare le siringhe monouso di avastin per uso oftalmico.

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