Depressione: botox è causa o rimedio?

carlamariabrunialti
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo

Nel giro di due mesi sono uscite due ricerche con risultati diametralmente opposti.

Stiamo parlando di botox, di tossina botulinica che riduce spasmi muscolari patologici, ma anche per uso estetico.

Utilizzate da moltissime signore e signori, ma anche da ragazzine, le punturine hanno l’effetto di limitare le espressioni del viso, spianando o prevenendo il formarsi delle rughe.

 

Che c’entra allora la depressione?

Tutto parte dall’assunto che tra espressioni del viso e stati d’animo esiste un collegamento diretto, fino a condizionarsi reciprocamente. Esemplificando: se non riesco ad aggrottare la fronte, ho difficoltà a provare un sentimento rabbia; se sono contento ma non posso a strizzare gli occhi in un sorriso, non percepisco più la gioia e corro un rischio maggiore di diventare depresso.

 

Nel febbraio di quest’anno una rivista tedesca (1) pubblicava l’anteprima di una ricerca ancora in corso, nella quale a persone depresse venivano eliminate con il botox le rughe della fronte, sulla base dell’ipotesi che sarebbero le espressioni corrucciate una delle cause della depressione. In conseguenza di questo intervento si sarebbero riscontrati esiti positivi nei pazienti coinvolti dalla ricerca, con la riduzione dei sintomi depressivi nel 60% di essi.

A distanza di due mesi, contrordine. Uno studio inglese (2) afferma che il botox, inibendo l’espressività dei muscoli del viso, aumenta la possibilità di diventare depressi. Già nel 2010 gli studi del Centro di Ginevra (3) avevano affermato che ”il botox paralizza anche le emozioni”.

 

Qualche riflessione dalla mia esperienza di psicoterapeuta.

-   “Toccare” il corpo significa toccare profondamente anche la psiche, l’autostima, l’immagine di sé; si veda il caso dell’intervento al seno, delle persone perennemente alla ricerca di “ritocchini” e perennemente deluse.

-   L’utilizzo e il gradimento delle modifiche del corpo, del viso, sono legati non solo alla bravura e competenza tecnica dello specialista, bensì al livello e qualità delle aspettative e all’equilibrio personale del paziente, che andrebbero accertati prima di qualsiasi intervento che incide sulla corporeità e dunque sul vissuto psichico. Impressionante una mia paziente anoressica, quindi scheletrica, che presentava con due rigogliosi zigomi . . .  protesi applicata il mese prima.

-   Le ricerche giungono ad affermare tutto e il contrario di tutto se non tengono conto, oppure se non vi riescono a causa della complessità, dei livelli di motivazione e integrità personali; oppure quando mirano a stabilire una causa-effetto lineare per fenomeni assai complessi quali - nella fattispecie - la depressione, o meglio “le” depressioni.

-   La persona che ricorre a modifiche del corpo, del viso, non sottovaluti le profonde risonanze interiori che interventi anche modesti possono produrre, e cerchi di prefigurarsele sia in senso positivo che negativo.

 

 Riferimenti:

1.  Botox kann vielleicht Depressionen lindern - Die Welt 28.2.2012

2.  Scoperta controindicazione del botox: può causare depressione ... www.corriereuniv.it 15.04.2013

3.  Swiss Center for affective sciences university of geneva

 

Data pubblicazione: 20 aprile 2013

6 commenti

#2
Dr. Carla Maria Brunialti
Dr. Carla Maria Brunialti

Grazie del riscontro!
A dire il veo non sono proprio d'accordo sulla ipotesi di partenza "Se si impedisce al muscolo, veicolatore di un’emozione, di espletare la sua attività, si impedisce all’emozione stessa di formarsi", questo sulla base di un'esperienza empirica sui malati di SLA e di tante patologie impedienti la reazione muscolare...malati che continuano a provare reazioni emotive anche intense, sia pure prive di riscontro visibile. Credo che come l'adulto privo di testicoli ed ormoni continua ad avere desiderio (per esperienza perdurante) così l'adulto privo di possibilità espressiva muscolare continua ad avere emozioni...

#3
Dr. Carlo Cappa
Dr. Carlo Cappa

Mi sembra che certe ricerche siano talvolta fatte fine a se stesse, tanto per scrivere qualcosa, e di rigore scientifico abbiano in questi casi ben poco.
Sul botulino nella fattispecie, se fatto quando realmente necessario e in dosi sufficienti a ridurre il tono muscolare ma non a paralizzare i movimenti dei muscoli mimici, non se ne può che parlar bene perché migliora l'aspetto del viso e corregge una mimica magari eccessiva .... e di riflesso fa bene alla psiche

#4
Dr. Carla Maria Brunialti
Dr. Carla Maria Brunialti

Concordo. Siccome queste ricerche non specificano il "come" e il "quanto"del botox risultano poco rigorose e dunque, in fin dei conti, poco utili se non sulle considerazioni genarali.

#5
Dr.ssa Roberta Ravenni
Dr.ssa Roberta Ravenni

L'utilizzo del "Botox" (che è il nome commerciale del farmaco a produzione Allergan, ma che esiste nella stessa formulazione, ossia Neurotossina Botulinica Sierotipo A, a marchio Dysport e Merz, oltre che di altre ditte meno note), nell'accezione più ampia di trattamento per scopi estetici e non per i trattamenti medici (ossia per il controllo di disordini del movimento e disturbi muscolari ipercinetici), non è maiutilizzata a dosi tanto elevate da indurre alterazioni significative dell'espressione del viso, tali da "disturbare" l'immagine di se o peggio ancora la possibilità di esprimere sentimenti attraverso la mimica facciale. Per non dire poi che tali trattamenti hanno una durata media di non oltre i tre mesi, oltre i quali il volto torna ad avere esattamente lo stesso tipo di mimica ed espressività, a meno di non ripetere il tutto. Farei qualche approfondimento in più prima di correlare scientificamente utilizzo della neurotossina botulinica tipo A e depressione.

#6
Dr. Carla Maria Brunialti
Dr. Carla Maria Brunialti

Sono appunto gli aspetti critici delle ricerche in oggetto che ho cercato di evidenziare. Da un lato c' è l'utilizzo appropriato o eccessivo di Botox - trattino 2 -, dall'altro - trattino 3 - un rilievo eccessivo e quasi meccanico dato dalle ricerche alle correlazioni tra muscolatura ed emozioni. Dal mio punto di vista c'è un'attenzione psicologica da osservare sia da parte di chi ne fa uso che di chi somministra. Senza demonizzazioni nè miracolismi: anche la ricerca (1) è inquietante, no?.

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