Cancro della prostata: meglio utilizzare grassi vegetali

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

L'obesità è, a tutt’oggi, considerata l'unico fattore di rischio ben conosciuto come legato direttamente alla mortalità per cancro alla prostata.

Ora un nuovo articolo, sviluppato presso l’University of California a San Francisco e pubblicato ai primi di giugno online su Jama Internal Medicine, ci indicherebbe invece un effetto positivo, se viene adottata una dieta ricca di fibre, proteine e grassi vegetali, sulla non progressione e sulla riduzione della mortalità complessiva in uomini con diagnosi di cancro alla prostata senza metastasi, cioè localizzato solo alla ghiandola.


Stadiazione cancro della prostata

Sappiamo che negli Stati Uniti d’America vi sono circa due milioni e mezzo di persone che presentano una neoplasia prostatica e questo è un dato epidemiologico importante su cui meditare.


Cellule tumorali della prostata

I ricercatori californiani hanno analizzato in una popolazione di 4.577 uomini con carcinoma della prostata non metastatico, diagnosticato tra il 1986 e il 2010, il legame tra storia naturale della malattia, dieta seguita e decessi avvenuti per qualsiasi causa.

Il controllo a distanza del gruppo di uomini studiato è proseguito per poco più di otto anni; sono stati riscontrati 315 decessi dovuti proprio al cancro alla prostata e 1.064 decessi legati invece a cause varie ed indipendenti dal tumore prostatico.

La cosa interessante, osservata in questa ricerca, è che sostituendo il 10% delle calorie, ricevute da grassi animali, con quelle di provenienza vegetale, il rischio di morte per cancro alla prostata si abbassava del 29% ed anche la mortalità per tutte le altre cause scendeva del 26%.

 
Piatto vegetariano: Seitan e verdure

E’ questo un lavoro che nella sua positività di fondo solleva anche qualche criticità: la dieta utilizzata dai pazienti era valutata e controllata solo tramite compilazioni di questionari, ripetute nel tempo, e quindi è uno studio non randomizzato e non controllato e questo fa arricciare un po’ il naso ai ricercatori puri, portandoli a sostenere che è impossibile utilizzare questi risultati come una prova definitiva che mangiare proteine e grassi vegetali abbassa effettivamente il rischio di cancro alla prostata; comunque, per i ricercatori “impuri” e per la popolazione in generale rimane confermato che mantenere un peso forma, evitare il sovrappeso e mangiare meno proteine e grassi, derivati da animali, è un atteggiamento virtuoso e da seguire.

 

Fontehttp://archinte.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=1696179

Altre informazioni:

www.medicitalia.it/.../Tumore-della-prostata-e-fumo-di-sigaretta

www.medicitalia.it/.../Noci-e-caffe-prevengono-il-tumore-della-prostata

 

Data pubblicazione: 19 giugno 2013

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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4 commenti

#1
Utente 309XXX
Utente 309XXX

Questi risultati non potrebbero mai essere utilizzati come 'prova definitiva', punto e basta. Come si insegna ad ogni principiante ricercatore, l'esistenza di correlazione statistica non implica causalità. La statistica è solo in grado di indicare la probabilità che due eventi siano correlati, mai che l'uno sia causa dell'altro. Tantomeno provarlo. Questo perché i dati statistici non contengono alcuna informazione riguardante i mecchanismi che relazionano gli eventi. Contengono solo misurazioni di variabili e mostrano come tali misurazioni variano col tempo.

Quanto poi ai 'ricercatori puri' ... nessuno di questi oserebbe mai affidarsi esclusivamente alle analisi statistiche. In altre parole, ho grandi difficoltà a classificare come ricerca, il sedersi sulle natiche raccogliendo dati, spesso generati da altri, per poi inserirli in un programma di analisi statistica e ricavarci su una pubblicazione.

Queste precisazioni sono doverose da parte di chi abbia a cuore l'interesse della corretta informazione al pubblico.

Giancarlo Contrafatto

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Gentile lettore,
questa criticità, da lei indicata, è stata precisata, anche se in modo più semplice anche nella nostra news.
Avrei invece qualche difficoltà a non considerare ricerca una correlazione statistica complessa come quella pubblicata on line su Jama Internal Medicine.

L'informazione importante comunque che passa da queste "segnalazioni statistiche", quella che a me interessa, è quella che "mantenere un peso forma, evitare il sovrappeso e mangiare meno proteine e grassi, derivati da animali, è un atteggiamento virtuoso e da seguire.

#3
Prof. Bernardo Rocco
Prof. Bernardo Rocco

Caro Lettore,
L'articolo riportato dal dr Beretta è pubblicato su una delle più autorevoli riviste di medicina, che segue un articolato e piuttosto corposo processo di revisione prima di essere pubblicato. Tra i suoi autori compare Edward Giovannucci, autorevole epidemiologo professore associato ad Harvard (http://www.hsph.harvard.edu/edward-giovannucci) . La "messa in prosa" dell'articolo, a beneficio degli utenti è chiara e pur nella sua voluta semplicità rappresenta in modo fedele il senso dell'articolo che peraltro non fa alcuna affermazione categorica.
Credo che la sua critica, nei toni e nei contenuti sia inappropriata.
Cordialità
Bernardo Rocco

#4
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Caro Bernardo,
ti ringrazio per il tuo intervento mirato e che chiarisce il vero spirito con cui devono essere lette le nostre news.
Un caro saluto.

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