Ipospadia sessualità

Ho 31 anni, sono nato con ipospadia. Ho avuto alcuni interventi da piccolo per costruire l’uretra sottopelle.
L’ultimo intervento l’ho avuto all’età di 19 anni a fini estetici poiché con lo sviluppo mi era rimasta un po’ di pelle in eccesso.
Da piccolo ho sempre avuto un rapporto conflittuale con il mio pene, pensando fosse piccolo, brutto e che potesse avere dei problemi a funzionare, provavo vergogna nel confronto sotto la doccia con i miei coetanei e per tutta l’adolescenza e nelle prime esperienze sessuali ho vissuto male diverse situazioni, a volte, quando ero più giovane, l’ansia mi ha causato mancanza di erezione. Col tempo e l’esperienza la situazione è molto migliorata. Ad oggi qualche volta mi capita ancora in spogliatoio di fare confronti con gli altri con un pò di ansia.
Premetto che, salvo un piccolo rigonfiamento alla base del pene dovuto alle operazioni subite per ricostruire l'uretra che molto raramente mi crea dolore, il mio pene è normale, di dimensioni normali e funziona senza problemi.
I primi rapporti sessuali però sono stati angoscianti e durante l’adolescenza questa situazione mi ha causato dolore, angoscia, frustrazione e senso di inadeguatezza.
Il primo rapporto l’ho avuto tardi, all’età di 20 anni a causa dell’imbarazzo e delle ansie che ho provato da adolescente.
Ad oggi a volte mi capita ancora di avere delle ansie e dei pensieri negativi simili a quando ero adolescente, legati al mio vissuto negativo e vorrei porvi rimedio una volta per tutte e vivere la mia sessualità serenamente.
Questi pensieri negativi e ansie negli ultimi anni non mi sono quasi mai capitati durante storie di solo sesso, in cui non avevo un coinvolgimento sentimentale.
Mi è capitato di nuovo di recente poiché da qualche mese ho iniziato ad uscire con una ragazza a cui tengo e di cui mi sono innamorato.
A volte, per delle parole dette in ambito sessuale, magari scherzose, o per dei pensieri ricorrenti, mi affiorano alla mente paure e ansie sul sesso, che mi fanno vivere male e influenzano negativamente il mio rapporto con lei.
Un paio di volte con lei ho avuto anche qualche problema a raggiungere subito l’erezione, cosa che non mi capitava più da anni. Facciamo l’amore ogni volta che ci vediamo, e generalmente, se non sono stanco, non ho problemi a farlo anche due o tre volte. Il problema quindi non è farlo in se e per se, ma i pensieri negativi in ambito sessuale che spesso mi assillano e mi generano ansie e preoccupazioni che razionalmente percepisco come inutili e dannose che mi vengono alla mente durante la mia giornata.
In sintesi dato il mio vissuto negativo vivo a volte male la mia sessualità, sono un pò insicuro e vorrei poterla vivere meglio, soprattutto ora che sto con questa ragazza e non voglio che queste mie ansie influenzino negativamente il rapporto che sto costruendo con lei.
Vorrei poter vivere il sesso in modo sereno eliminando queste ansie che mi assillano.
Cosa mi consigliate?
Ringrazio anticipatamente per la risposta.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<non voglio che queste mie ansie influenzino negativamente il rapporto che sto costruendo con lei>>

Gentile Utente,
ha descritto la situazione con chiarezza, dimostrando capacità di introspezione. L' esigenza che avverte ora, di "correre ai ripari" prima che sia troppo tardi, è comprensibile dato il valore che questa neonata relazione riveste per Lei.
Il suggerimento da parte mia è quello di rivolgersi ad un/una collega della sua zona per una consulenza: alcune sedute per confrontarsi sulle tematiche che ha qui esposto, così da valutare di persona se e come intervenire.
Le allego una lettura che spero possa esserle utile:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2433-ho-un-disturbo-sessuale-ma-mi-vergogno-a-parlarne.html

Cordiali saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile utente,
Asosio qualche riflessione a quelle già ricevute

L'ipospadia è veramente molto complessa e la sua cura, non solo chirurgica, dipende dalla sua diagnosi esatta, dal grado di gravità e da come è stato seguito

Le allego questo articolo tratto da un mio libro in fase di stampa.

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2169-aspetti-psico-sessuologici-nell-ipospadia-del-bambino-e-dell-adulto.html

Lo legga e se desidera ne riparliamo.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

é "normale" che una malformazione peniena (presente dunque sin dall' infanzia), corretta attaverso vari interventi chirurgici, e che poi deve superare situazioni sia di funzionamento, sia estetiche possa essere fonte di una certa ansia che permane nel tempo.

Un percorso psicologico individuale, di persona, con un/a Collega perfezionato/a in tematiche sessuologiche Le sarà di grande utilità. La Sua area geografica è ricca di opportunità in tal senso.

Saluti cordiali.




Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio davvero molto per la pronta risposta.
Voglio intraprendere questo percorso con un vostro collega che mi aiuti a chiarirmi le idee, eliminare le insicurezze e a rasserenarmi.
Non avevo mai considerato questa possibilità in passato. Ho sempre pensato di capire e risolvere la mia situazione da solo documentandomi e facendo esperienza "sul campo" ma credo di avere ora la maturità e il giusto grado di confidenza per poter affrontare questa cosa senza problemi con uno specialista.
Un'ultima domanda, secondo voi è preferibile che mi rivolga ad un collega uomo o donna o non fa differenza? Sono combattuto su questa scelta.

Grazie ancora, cordiali saluti.
[#5]
dopo
Utente
Utente
Aggiungo in merito a quanto scritto dalla Dottoressa Randone, che avevo già letto l'articolo che mi ha allegato, trovandolo davvero utile e veritiero.
Quando ero adolescente ho vissuto tutte le ansie e le paure che elenca nella parte "La sessualità del paziente ipospadico", paure di cui ancora oggi ho uno strascico a livello emotivo e "ansiogeno", perché pensandoci razionalmente capisco che non ne ho motivo.
Una sorta di "paura del buio" credo, paura irrazionale.
Spero che seguire una percorso psicologico mi aiuti proprio in tal senso.

Sono interessato a leggere il suo libro Dottoressa, me ne procurerò una copia appena verrà pubblicato.

Cordiali saluti.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<secondo voi è preferibile che mi rivolga ad un collega uomo o donna o non fa differenza? Sono combattuto su questa scelta.>>

Teoricamente non dovrebbe esserci differenza, ma in realtà potrebbero esserci vantaggi e svantaggi in entrambi i casi...dipende da Lei.
Quali sono gli elementi che le impediscono di fare una scelta netta?
Senza pensarci troppo, cosa sceglierebbe?


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dopo
Utente
Utente
Con uno psicoterapeuta uomo sarei forse inizialmente più a mio agio in quanto dello stesso sesso ma tolto il leggero imbarazzo che mi crea parlare delle ansie in merito alla mia sessualita con una donna, credo troverei più soddisfazione a parlarne con una vostra collega di sesso femminile in quanto la riterrei più idonea a fornirmi chiarimenti sulle miei insicurezze in merito alla sessualita femminile. D'altro canto con un uomo avrei un confronto diretto con qualcuno che vive la mia stessa sessualita.
Come le dicevo sono indeciso in merito.
E questo che intendeva quando ha scritto vantaggi e svantaggi? Il mio ragionamento le sembra sensato? Cosa mi consiglierebbe alla luce del mio ragionamento?

Grazie
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
La decisione spetta solamente a Lei e nessuno può dirle cosa sia più adeguato a Lei.

In merito alle sue riflessioni, tenga presente che -in ogni caso- ognuno ha il suo modo di vivere la sessualità, dunque un terapeuta uomo non vive (se non per minimi aspetti) la sua stessa sessualità, così come una terapeuta donna non può usare se stessa come metro per una "generica" sessualità femminile.

A mio avviso, l'accento andrebbe posto non tanto sulle risposte che da loro potrebbe ricevere, quanto piuttosto su come Lei si sentirebbe in un caso o nell'altro. Questo perché è importante che Lei si senta a suo agio e disponibile a lavorare su di sé, così da farsi aiutare a trovare dentro di sé le informazioni che cerca.

Saluti.
[#9]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
L'importante che si senta a suo agio e che il clinico sia competente, simpatico/a , empatico/a e che abbia competenze in queste problematiche

Auguri per tutto.
[#10]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dottoressa Scalco per i consigli, riflettendoci bene credo mi rivolgerò ad un uomo.
Sono indeciso anche su un altra cosa in realtà, non so se dire che ho intenzione di intraprendere questo percorso alla mia ragazza. Sono combattuto, forse per imbarazzo o paura di un suo giudizio.
Cosa mi consiglia?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<Sono combattuto, forse per imbarazzo o paura di un suo giudizio.>>

Questo è già significativo e da non trascurare, dunque, in seduta.

E, anche in questo caso, vale quanto scritto prima: la decisione sul da farsi è sua. Provo a porle alcuni quesiti per farla riflettere su alcuni aspetti.

Se le parti fossero invertite, Lei come la prenderebbe se la sua ragazza non le dicesse nulla?

L'alternativa è tra dirglielo o non dirglielo affatto o tra non parlarne per ora, ma farlo in un secondo tempo? In ogni caso, cosa si aspetta dalla sua compagna?

Tenga infine conto del fatto che le potrebbe venire richiesto di coinvolgere la sua compagna in un eventuale percorso da effettuare.

Saluti.
[#12]
dopo
Utente
Utente
Se le parti fossero invertite preferirei che me ne parlasse e cercherei di dimostrarmi il più comprensivo, disponibile e sereno possibile per aiutarla e metterla a suo agio.
La conosco da solamente 5 mesi ma credo che anche lei avrebbe una reazione simile nei miei confronti, anche se ovviamente non ne ho la certezza.

Lei dice di essere più che soddisfatta della nostra vita sessuale.
Le cose che ho condiviso qua su medicitalia in merito alle mie ansie ed insicurezze in ultima analisi mi disturbano più a livello emotivo che "pratico", la mia ragazza non ha percepito quasi nulla.
Non vorrei trasmetterle delle ansie inutili.

Forse la miglior soluzione potrebbe essere quella di decidere in merito dopo un primo incontro con lo psicoterapeuta che mi aiuti nel caso decida di coinvolgere la mia ragazza, a farlo nel modo giusto. Che ne pensa Dottoressa?

Grazie