L'incredibile storia della donna che partorì praticando su se stessa un taglio cesareo

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Nel marzo 2000 una donna messicana dello stato di Oaxaca è passata alla storia dopo essere
sopravvissuta insieme a suo figlio ad un taglio cesareo eseguito su
se stessa con successo.

Erano stati descritti casi simili in passato, tuttavia inevitabilmente la madre, il figlio o entrambi non erano sopravvissuti.

Questo caso invece venne pubblicato sull'International Journal of Gynecology and Obstetrics dai ginecologi che prestarono le successive cure alla donna e resta fino ad oggi unico.

Ines Ramirez Perez aveva 40 anni ed aveva già partorito 8 figli, 7 dei quali viventi.
A travaglio iniziato si trovava nel suo villaggio, a Rio Talea nel sui del Messico, 500 abitanti ed un solo telefono e l'ostetrica più vicina era a 50 miglia, difficilmente raggiungibile anche per lo stato delle strade.

Il marito, che l'aveva assistita durante i precedenti parti sembra fosse ubriaco in una cantina.
La precedente gravidanza si era conclusa con un aborto al settimo mese e il rischio che potesse nuovamente finire in quel modo era alto.

A mezzanotte del 5 marzo, dopo 12 ore di travaglio, traumatizzata dalla precedente esperienza, dopo aver bevuto due tazze di un liquore tradizionale messicano, il mezcal, prese un coltello affilato di 15 centimetri, si sdraiò su una panca e al terzo tentativo praticò con successo un' incisione di 17 cm sull'addome, incise longitudinalmente l'utero ed estrasse il bambino che inizio subito a piangere.

Legato il cordone ombelicale, svenne dopo aver mandato il più grande dei sui figli a cercare aiuto.

Arrivò finalmente un'infermiera che la trovò priva di coscienza ed eviscerata. La cute venne suturata con un normale ago e filo da cucito dopo aver riposizionato i visceri in addome e dopo un viaggio in macchina di otto ore raggiunse l'ospedale più vicino.

Sedici ore dopo venne eseguita una laparotomia, suturato l'utero, verificata l'assenza di lesioni viscerali e ricostruita la parete addominale.
Il decorso postoperatorio fu complicato da un ritardo della canalizzazione intestinale per cui fu necessario eseguire una nuova laparotomia ed una lisi di aderenze, questa volta con successo.

La madre ed il figlio vennero dimessi in buona salute in decima giornata postoperatoria.
Esiste documentazione fotografica del quadro intraoperatorio e della ferita suturata. La notizia venne pubblicata sui maggiori quotidiani e resta fino ad oggi un caso unico.

Il parto cesareo è una delle urgenze chirurgiche più frequenti e nei paesi in via di sviluppo il difficile accesso alle cure può trasformare ancora oggi un evento unico come il parto in una tragedia per la madre ed il neonato.

In questo caso l'incredibile forza volontà e forse l'istinto di sopravvivenza di questa donna verso se stessa ed il figlio lo hanno impedito.

 

Fonte:

Self inflicted cesarean section with maternal and fetal survival - Int J Gyn and Obst 84
(2004) 287-90

Data pubblicazione: 30 agosto 2014 Ultimo aggiornamento: 07 ottobre 2016

Autore

andreafavara
Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso Universita' Studi Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Milano tesserino n° 31610.

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2 commenti

#1

Bisogna dire che la signora è stata più che fortunata soprattutto nel non morire dissanguata.
Ormai sono passati troppi anni, ma non mi stupirei se a qualche magistrato italiano venisse in mente di denunciarla per abuso della professione medica e a qualche avvocato di chiedere per se stessa un risarcimento (^____^)

#2
Dr. Andrea Favara
Dr. Andrea Favara

Vero.
Speriamo i magistrati ed avvocati messicani abbiano piu' buon senso...:-)

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