sospetti

salve dottori,
volevo spiegare un po’ la mia situazione..
sono circa quasi tre anni che in seguito ad una crisi esistenziale tutt’ora in corso sono diventata diffidente in un modo che è fuori dal mio controllo.
ciò che mi fa soffrire è che sono in una posizione di sospetto, dubbio, che mi lascia sempre in sospeso e non riesco più a leggere la realtà. a decidere se una persona sia in buona fede o meno.
se sia buona o cattiva.
gli esempi che posso fare sono molti. ora è uno sguardo, ora un complimento . poi sopraggiunge il pensiero “che voleva dire in realtà”? “perché mi guardava così”?
"che significava quella frase"?
a quel punto iniziano una serie di ipotesi a cui credo. mi viene rabbia. a volte tristezza ma più raramente. spesso non permetto alle persone di rendermi triste, per principio.
poi passano i giorni, la rabbia cala e sono in grado di dire : forse non era così..ma non ne ho certezza. insomma non riesco più a capire come stanno le cose. questo si espande a tutto, anche ai massimi sistemi. così non credo più a ciò che si dice alla tv pensando che sia forse una sorta di plagio. il problema è quando sono le persone con cui mi apro, a cui affido la mia vita e la mia intimità ad essere sospetti. lì mi crolla il mondo.
parlano di me, mi scherniscono. trattano la mia arte (perlopiù scrittura/musica) con disprezzo. ne ridono. mi isolo.
ho la sensazione che qualsiasi uomo possa potenzialmente essere malvagio. non funziona più il pensiero logico. uno che mi chiede indicazioni stradali potrebbe per esempio prendere la pistola e spararmi. e non riesco a dirmi “è illogico, perché dovrebbe farlo?” e non temerlo. ho la sensazione che ci sia il caos fuori, e la follia e che la malvagità dilaghi.
questo post come altri che ho scritto, lo cancellerò. perché non mi si riconosca, ho già l'impressione che qualcuno che mi conosca lo legga.
a volte di fronte ad una situazione non chiara la mia immaginazione colma la non chiarezza e diventa realtà. ciò che immagino della persona, diventa la persona.
quello che dico è che sono anche frutto di una società malata e di un tempo storico in cui controllo e manipolazione sono le parole d’ordine dei governi. penso molto sia introspettivamente che sulla società, la realtà. definirei il mio pensiero di tipo filosofico/esistenziale nonostante a volte mi ci perda.
alla luce di ciò volevo sapere se un farmaco possa aiutarmi ad avere certezze, o se ormai tutto ciò fa parte della mia persona in questa precisa condizione esistenziale che mi sembra non possa risolversi avendo ormai dato luogo ad un cambiamento a mio parere immodificabile.
grazie.
[#1]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
Questa condizione di estrema diffidenza, che lei definisce "fuori controllo" le sta condizionando la vita, e lei ne sta soffrendo, perché nessuno vorrebbe vivere in un mondo in cui tutti sono nemici.
Il fatto che ci sia spazio per il dubbio, che i suoi pensieri e timori non siano certezze, fa sperare bene, purché si fidi abbastanza per farsi aiutare.
Ci sono terapie, sia farmacologiche che psicologiche, che possono essere utili in casi come il suo.

Franca Scapellato

[#2]
dopo
Utente
Utente
salve dottoressa, grazie della risposta.
"purchè si fidi abbastanza per farsi aiutare" è il problema che mi ha spinto a scrivere qui.
sono in terapia (psicoterapia) e mi trovo nella condizione di cui ho scritto anche nei confronti del terapeuta. sto pensando al da farsi..interrompo?
sarebbe molto meglio per me se ad aiutarmi fosse un oggetto inanimato e che non pensa e non ha emozioni tondo e dal gusto amaro come può essere una pastiglia.

che tipo di farmaci potrebbero aiutarmi? è assolutamente certa che potrei giovarne? io ormai lo ritengo un aspetto del mio "nuovo" carattere...

grazie ancora.
[#3]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 197 21
"sono in terapia (psicoterapia) e mi trovo nella condizione di cui ho scritto anche nei confronti del terapeuta. sto pensando al da farsi..interrompo?"

Se parla dei suoi sospetti all'interno della terapia col terapeuta può lavorare insieme a lui, nel posto giusto e con la persona giusta. Se interrompe non risolve niente.

"che tipo di farmaci potrebbero aiutarmi? è assolutamente certa che potrei giovarne?"

Non è possibile (e non è corretto) fare prescrizioni on line.
Come medico e come essere umano non ho certezze assolute su niente, si lavora (e si vive) basandosi su ragionevoli probabilità.
Penso che una terapia farmacologica prescritta da uno specialista possa affiancare la psicoterapia, e aiutarla a cambiare un po' la prospettiva della sua vita, quel tanto che basta per fidarsi degli amici e di chi la vuole aiutare.
[#4]
dopo
Utente
Utente
capisco..
le chiedo scusa se invece io cerco certezze assolute..penso che se si trovasse nelle sabbie mobili non esiterebbe a cercare un saldo ramo a cui aggrapparsi per non sprofondare. aldilà di ciò in generale l uomo basa la sua vita su alcune seppur poche certezze assolute. interne a se, o esterne. ognuno ha le sue e ne avrà anche lei. ne serve anche solo una. ma quell una è fondamentale. senza non si vive.



la questione col terapeuta è penosa..più mi apro e peggio è. non so...

povero a cercare uno psichiatra casomai..come mi consiglia.
la ringrazio del tempo e della disponibilità.