Sopravvivere dopo la guarigione dalla bulimia

Salve,
Ho sofferto per circa un annetto di disturbi alimentari riconducibili forse più che alla bulimia vera e propria ad attacchi di fame compulsiva seguiti da lunghi digiuni.

La situazione attuale è molto migliorata, ho affrontato il problema con la terapia breve strategica e mi ha aiutato, ora seguo un'alimentazione sana e del tutto normale.

Ovviamente in questo periodo di "malattia" sono ingrassata ma soprattutto credo di aver rovinato il mio metabolismo.

La dieta che seguo ora è una dieta di 1200 calorie al giorno, la sto seguendo senza sgarri da due mesi e mezzo e non ho perso un etto.

In questi giorni mi sto preoccupando molto, ho paura che non vedendo questa situazione sbloccarsi io possa ricadere in digiuni e diete estreme..

Quello che ad esempio mi ha spinto a scrivere oggi è il mio viso, mi sono svegliata con il viso talmente gonfio che faccio fatica a chiudere gli occhi, a deglutire ed è una cosa che ultimamente mi capita spesso, ho l'aspetto che potrebbe avere una persona che ha appena subito un intervento chirurgico.

Vorrei capire secondo voi che tipo di percorso intraprendere e capire anche se con tutti gli sbalzi di peso ed errori nell'alimentazione io possa avere rallentato il mio corpo così tanto da aver bisogno di meno di 1200 calorie al giorno.

grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La terapia per un disturbo alimentare si può anche concludere, ma sono tipicamente problemi che si ripropongono ciclicamente. La dieta restrittiva, cioè espressa in calorie "limite", non è un approccio salutare ai disturbi alimentari perché tiene sotto stress un sistema che è in equilibrio precario. Il discorso "alimentazione sana" non mi sembra c'entri niente: lei aveva un disturbo del comportamento alimentare, non cattive abitudini alimentari. Chiunque abbia bulimia non si abbuffa di cibi salutari nelle giuste quantità...per forza di cosa sono cibi calorici in quantità maggiori del normale, per definizione.
Il suo metabolismo può essere valutato in termini medici, ma non vorrei che si perdesse di vista la valutazione del suo disturbo, la percezione corporea, l'appetito che in maniera strisciante si ripropone e le induce le stesse risposte comportamentali (saltare pasti, tirare un po' la cinghia, cominciare a perdere di vista la realtà delle quantità di cibo assunte e convincersi che cercando di controllarsi si limitano i danni etc).
Io rifarei una valutazione medica-psichiatrica.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Dr. Massimo Adolfo Cardia Dietologo 74 4
Condivido pienamente quanto affermato dal collega Dott. Pacini. Per una dieta appropiata dovrebbe rvolgersi ad un centro di dietologia medica, possibilmente ospedaliero, e sottoporsi ad un'esame bioimpedenziometrico per poter stabilire esattamente la sua composizione corporea ed evenualmente esami ematochimici che il collega nutrizionista riterrà più opporttuni.
Dott. Massimo Adolfo Cardia

Dott. Massimo Adolfo Cardia

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