Cambio psicoterapueta?

Buonasera,

ho un dubbio che mi affligge.

Da due anni e mezzo sono in terapia da uno psicoterapeuta che ha un orientamento di tipo psicoanalitico.
Ho iniziato ad andarci perché ero in un momento veramente buio in cui affidarmi ad uno specialista era l'unica soluzione che vedevo. Mi sono rivolta a lui senza farmi troppe domande, seguendo il consiglio del mio medico di base. Mi fece due nomi: uno psichiatra e uno psicologo. Andai dallo psicologo sperando che avrebbe curato il "mio male" senza dover ricorrere a medicine. In realtà, dopo qualche mese, non vedendo nessun miglioramento, ho chiesto di assumere dei farmaci che mi potessero aiutare a saltarci fuori.

Adesso sono in un nuovo periodo difficile della mia vita. Non sono successe cose drammatiche come quella accadutemi circa 3 anni fa che mi portarono a chiedere l'aiuto di uno specialista.
Nonostante ciò non sto bene, di nuovo. Spesso desidero di addormentarmi e di non svegliarmi più, esattamente come 3 anni fa.

Ho iniziato per questo a farmi delle domande...
Forse é il caso di cambiare psicoterapeuta? Forse é il caso di andare da uno psicoterapeuta con un orientamento diverso, più "veloce" di quello da cui vado?
O sono io che sto esagerando e non vedo i risultati soltanto perché in realtà "pretendo troppo" e "troppo in fretta"?

So che i tempi della psicoanalisi sono lunghi... ma nessuno mi aveva spiegato che sarei stata in analisi così tanto tempo e neppure nessuno all'epoca mi ha spiegato che esisteva un'alternativa (cioè andare seguire una psicoterapia di altro tipo, magari più veloce). Alternativa che avrebbe comportato comunque una scelta che non sarei in grado di fare neppure oggi se non basandomi sui "tempi" del risultato.

Ora non so cosa fare. Leggo qua e là su internet per cercare di schiarirmi le idee e scopro che esistono tanti diversi tipi di terapie. Leggo che é importantissimo il "rapporto" che si instaura con lo psicoterapeuta.

In realtà io al momento non saprei farne a meno; ho bisogno di sapere che una volta a settimana ci vado. Mi manderebbe in crisi perdere questa certezza. Ma mi chiedo anche se sto facendo la cosa giusta e se non sia il caso di cambiare persona. Sono però spaventata dal fatto di rimanere "sola" per un periodo (quello che mi permetterà di farmi conoscere dal nuovo terapeuta), spaventata dal tempo e dai soldi (dei miei genitori) che in questo modo sentirei di aver "buttato via" per due anni e mezzo.

Mi aiutate a schiarirmi un po' le idee per favore?
Ringrazio tutti quelli che avranno la voglia di rispondermi sperando di trovare un po' di ordine nel caos dei miei pensieri. Oltre a non star bene per altri motivi, avere anche questo peso/decisione da prendere mi angoscia ancora di più.

Grazie a tutti.
[#1]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Gentile Utente,

La psicoterapia ad indirizzo analitico ha tempi lunghi, ma non esageratamente INFINITI. Glielo dico in quanto sono uno psicoterapeuta ad indirizzo analitico. Dopo due anni, almeno con una seduta settimanale ( ma questo non lo ha detto lei), qualche risultato dovrebbe starci.

A questo punto, o lei ha bisogno di un approccio diverso, o il suo psicoterapeuta "non coglie nel segno".
Cambi.

E ci faccia sapere.

E molti auguri.
[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio Dott. Vita, la sua risposta é stata molto gentile ma ovviamente (forse a causa del mio stato d'animo) non mi é sufficiente a decidere di cambiare.

Mi continuo a porre svariate domande e la poca chiarezza che ho in testa, oltre al mio stato attuale assolutamente non sereno, non mi riesce a far prendere una decisione del genere per i motivi che ho spiegato nel primo post.

Se Lei dott. Vita, o altri Dottori, foste così gentili da spendere qualche altra parola per "convincermi" o per lo meno a mettermi un po' più tranquilla e a decidere cosa fare.

Grazie
[#3]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio Dott. Vita, la sua risposta é stata molto gentile ma ovviamente (forse a causa del mio stato d'animo) non mi é sufficiente a decidere di cambiare.

Mi continuo a porre svariate domande e la poca chiarezza che ho in testa, oltre al mio stato attuale assolutamente non sereno, non mi riesce a far prendere una decisione del genere per i motivi che ho spiegato nel primo post.

Se Lei dott. Vita, o altri Dottori, foste così gentili da spendere qualche altra parola per "convincermi" o per lo meno a mettermi un po' più tranquilla e a decidere cosa fare.

Grazie
[#4]
Dr. Angelo Collevecchio Psicologo, Psicoterapeuta 2
Gentile Utente,
penso che il Dott.Vita sia stato molto chiaro nell'esprimergli una sua opinione ma penso che l'obiettivo del mio collega non sia assolutamente quello di "convincerla". All'interno del vasto mondo delle terapie esistono anche psicoterapie brevi. Le consiglio di provare a chiedere una consulenza ad un professionista cognitivo-comportamentale (le consiglio questo indirizzo perchè lo conosco meglio essendo il mio) e chiedere tutte le informazioni necessarie.
Saluti!

Dr. Angelo Collevecchio

[#5]
Psicologo attivo dal 2008 al 2011
Psicologo
Gentile utente, lei dice che finora aveva avuto la sensazione di stare meglio e che solo ultimamente si sente di nuovo male senza sapersene spiegare il perchè. Ha provato a parlarne con il suo terapeuta attuale? Nel suo post non fa riferimento a questa alternativa. Finchè farà tutto da sola non ne uscirà certamente. Ne parli in terapia, metta fuori tutto quello che sta provando, il suo disagio, i suoi dubbi... Certamente ne avrà un riscontro positivo perchè sapendo anche questo il suo terapeuta avrà la possibilità di aiutarla a chiarire ogni cosa. Poi, se non dovesse trovare giovamento da questo, potrà decidere di interrompere questa terapia e iniziarne un'altra. Ma le suggerisco di pensarci bene e informarsi prima di farlo, magari chiedendo un primo colloquio con terapeuti di diversa estrazione in modo da avere un quadro più chiaro di quello che comporterebbe il nuovo percorso.
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> nessuno all'epoca mi ha spiegato che esisteva un'alternativa (cioè andare seguire una psicoterapia di altro tipo, magari più veloce)
>>>

Gentile ragazza, non le è stato detto perché purtroppo le terapie brevi sono ancora meno conosciute di quelle "tradizionali".

Una cosa che è specialmente fraintesa, è che siccome sono brevi, allora devono essere meno efficaci e agire meno in "profondità". Nulla di più falso.

E capisco che le riesca difficile interrompere la sua attuale terapia anche se non sta vedendo risultati, perché purtroppo esiste il rischio di sviluppare una forma di dipendenza dal terapeuta.

Perciò se fossi in lei io non la interromperei di colpo, dato che non ne è capace. Continuerei ad andarci ma allo stesso tempo mi rivolgerei a un terapeuta che pratichi una terapia breve. Le terapie brevi sono adatte a disturbi che riguardano la sfera dell'umore, come mi pare si tratti nel suo caso. Inoltre gli intervalli fra le sedute sono maggiori (da 2 a 3 settimane inizialmente, poi anche di più) quindi anche più sopportabili economicamente.

E se poi non dovesse trovarsi bene potrà sempre interromperla - questa volta molto facilmente - e continuare con la sua analisi.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#7]
Dr. Willy Murgolo Psicologo, Psicoterapeuta 173 13

Gentile Signorina,

vedo che già ha ricevuto indicazioni interessanti che dovrebbero aiutarla nell'illuminare meglio il Suo problema. Da questo punto di vista mi consenta di integrare le informazioni ricevute con qualche considerazione aggiuntiva mia personale, augurandomi che possano esserle d'aiuto.

[1] Poniamo il caso che Lei debba essere operata ad una
gamba in conseguenza di una brutta caduta. Credo che
si rivolgerà ad un bravo chirurgo senza chiedersi
se userà un bisturi ricurvo, incombenza che un medico
preparato in Medicina e Chirurgia risolverà agilmente.

[2] Fermo restando il Suo diritto di scegliere una tecnica
(bisturi psicologico), la scelta più opportuna sarà
quella orientata nella ricerca di una persona, la cui
preparazione non sia limitata nell'uso di un'unica
modalità di intervento, ricordando che non é una
tecnica che potrà guarirla ma quel quid che avverrà
all'interno della "relazione".

[3] Per quanto sopra, prima di affidarsi ad uno
specialista, sarebbe opportuno informarsi sul suo
curriculum, ovvero sulle sue competenze professionali.
Non bisogna aver alcun timore di chiedere, essendo ciò
un diritto, come é un preciso dovere da parte dello
Specialista informarla adeguatamente su questo aspetto

[4] Ciò premesso, un altro aspetto importante ritengo che
sia quello di non allarmarsi se nel corso della
terapia non tutte le sedute sembrano ottimali. Questo
fatto, se non ben affrontato, può dar luogo a
errori di valutazione sulla validità della medesima.
Se lo Specialista riterrà utile, potrà spiegarle
che una seduta all'insegna del silenzio o di brutti
pensieri potrebbe essere molto più valida di una in
cui tutto sembra filare liscio.

[5] Ciò detto, salvo circostanze particolari, sarebbe da
evitare l'interruzione del rapporto solo perché
non ci sentiamo soddisfatti. Proprio in questi
momenti sarà invece utile affrontare in profondità
con il Suo Dottore maggiormente tutto ciò che sembra
non gratificarla. Sono proprio questi gli aspetti e
le decisioni che faranno la differenza.



Con i migliori auguri e saluti



Dr. Willy Murgolo
Psicologo-Psicoterapeuta
Ipnosi Clinica-Sessuologia

[#8]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51


Gentile Utente,

Se rilegge bene il mio intervento non era finalizzato a "convincerla" di cambiare tipo di terapia o psicoterapeuta.

Può anche provare a mantenere l'attuale terapeuta in considerazione del fatto che "quando fa male significa che fa bene" diceva un mio vecchio saggio professore di ginnastica.
Infatti l'analisi può "far male" nel senso che porta a conoscersi e a conoscere anche le parti nascoste di SE'.
Se poi non è questo che l'affligge, ma proprio un senso di sfiducia nel proprio analista, le "consiglio" (come elemento della consulenza chiesta) di cambiare o terapia, o analista.

E' difficile essere informati apriori sulla bravura di un terapeuta, come pure di un chirurgo. Conosco gente che porta avanti una Ipertrofia prostatica benigna, ma non si decicde a scegliere tra 4 urologi quello che deve mettergli i ferri addosso. E' anche vero che "ubi moltitudo medicorum, ibi mors certa", che significa che la grande quantità di medici o psicologi che intervengono non migliorano la soluzione del problema.
Ma in casi estremi si sente a pelle che con il terapeuta scelto non c'è empatia, non c'è nemmeno fiducia, e se il terapeuta in due anni non ha stabilito un'alleanza di lavoro con lei e non è riuscito a darle fiducia, allora significa che probabilmente non sia adatto a lei.

Tutto qui.

Le auguro di trovare di meglio, ma per l'analisi della persona e di tanti aspetti della sua mente (o della sua psiche) ci vuole tempo.

Cordialmente.
[#9]
dopo
Utente
Utente
Grazie a tutti, davvero. Era questo quello di cui avevo bisogno.

Penso sia il caso di parlare innanzitutto al mio terapeuta, cosa a cui avevo già pensato ma mai fatto per timore di "offendere" e per paura di "perdere tempo". In effetti già una seduta a settimana mi sembrava poca... figuriamoci ora che la chiamo solo "in caso di necessità".

Spero di rilassarmi un po' e riuscire a fare tutto con un po' di lucidità e tranquillità.

Grazie a tutti.

Rivolgo due parole al Dott. Vita che ringrazio nuovamente: nel mio secondo post non volevo assolutamente offenderla. E' stato quel "Cambi." che mi ha scritto nella prima risposta che mi ha lasciata con tanti dubbi. Adesso ho capito che l'avevo preso nel modo sbagliato...

Cordiali saluti a tutti...
[#10]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51


Gentile utente,

Non deve scusarsi di nulla, le assicuro.
Lei è stato molto corretto. Io ho voluto specificare il nostro ruolo qui, online.

Auguri ancora.
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