Ri-devitalizzazione difficile per granuloma apicale. Estrazione?

Gentili dottori,

la mia storia inizia quando a causa di un'elevatissima sensibilità dentale a carico del dente 37 (comparsa stranamente dopo avere estratto il dente 38 parzialmente incluso), un mio vecchio dentista decide di devitalizzarlo. Decide di non asportare tutta la polpa e di non aprire tutto il dente, ma soltanto la sua metà più anteriore. Perché possiate avere un'idea più chiara di quello che sto dicendo, allego una opt eseguita un anno dopo questo intervento: http://img194.imageshack.us/img194/592/f0000000.jpg

Un anno dopo, per caso, mi reco da un altro dentista per una visita di controllo, e dopo che questi consulta la radiografia di sopra (da lui stesso commissionata per altri motivi), mi dice che il dente 37 è stato curato molto male, e che la sua "parziale devitalizzazione" ha portato alla comparsa di un granuloma apicale. Mi consiglia di eseguire la terapia canalare sull'altra metà del dente (ancora intatta nelle sue componenti), e poi di eseguire un nuovo controllo radiologico dopo 6 mesi per vedere se il granuloma è regredito o meno.

Ebbene, sono 4 mesi che la nuova terapia canalare, della "seconda metà del dente", è in continuazione senza risultati. Il mio dentista ad ogni medicazione esegue un lavaggio del dente con l'ago di una siringa piegato ad uncino, "gratta" i canali aperti con degli specilli, e poi chiude con un materiale provvisorio fino al prossimo appuntamento. In due occasioni è stato messo all'interno del dente uno zuffo di soluzione iodoformica (<<per far riassorbire il granuloma>>).
Il problema è che, tra una medicazione e l'altra, io provo sempre dolore, qualche volta (come l'ultima) talmente intenso, pulsante, continuo, soprattutto in posizione supina, che non regredisce con i FANS e mi costringe a correre dal dentista per chiedere di aprire il dente.
Ad oggi il mio dente è per metà aperto, coperto da un batuffolo di cotone che ricambio ad ogni pasto io stesso.
Il mio dentista mi ha detto che l'unico destino possibile per il dente 37 è la sua estrazione.

Prima di farmi estrarre il dente ho pensato di chiedere il parere di un altro specialista. Questo nuovo specialista mi ha detto che il problema è il dente che è rimasto aperto troppo tempo, e potrebbe essere diventato un vero e proprio ricettacolo pieno di batteri. Mi consiglia come alternativa all'estrazione un ultimo estremo tentativo:
1) nuove radiografie delle due arcate per valutare lo stato del dente
2) terapia antibiotica con rocefin 1g per 5gg
3) ultimo tentativo di medicazione con apertura totale dente, e mettendo alla fine idrossido di sodio (non usato dai precedenti dentisti) come medicazione.
Mi ha detto chiaramente che non mi garantisce il risultato, e che se la sintomatologia dolorosa dovesse persistere nella settimana successiva, sarebbe necessaria l'estrazione come terapia definitiva.

Desidererei un Vostro parere, essendo la mia paura di trovarmi, per l'ennesima volta, in mani poco esperte molto grande. GRAZIE per il tempo concessomi.
[#1]
Dr. Edoardo Libero Agrillo Medico estetico, Dentista, Odontostomatologo 35 1
gentile paziente
prima di estrarre proverei una apicectomia sul 37 conservando il piu' possibile la radice
utilizzando per sicurezza del mandibolare un bisturi piezoelettrico.
intervento effettuato ,cosi' ,in sicurezza
saluti dott.agrillo

Dr. Edoardo Libero Agrillo

[#2]
Dr. Alessandro Francini Dentista 532 20
Gentile utente,
parlando in linea generale, in un caso come il suo non vedo proprio l'indicazione all'estrazione. Io tenterei nuovamente un trattamento endodontico dell'intero dente. L'idrossido di calcio è sicuramente un buona arma, e, anche se non necessario, può dare sicuramente dei vantaggi. Il trattamento non dovrebbe comportare particolari problemi nelle mani di un dentista esperto in endodonzia.
(non mi fraintenda: non esiste la specializzazione in endodonzia. Per "esperto" in endodonzia intendo che abbia buona dimestichezza con le tecniche)
Cordiali saluti

Dr. Alessandro Francini
Studio Ri.Gi. v. D'Agrate 9 - 20900 Monza
tel. 0392020518
Risposta a carattere informativo, non diagnostico/terapeutico

[#3]
Dr. Armando Ponzi Dentista, Anatomopatologo, Gnatologo, Medico estetico 2.1k 56 18
Gentile paziente,
Si affidi ad un endodontista professionale perchè il dente è curabile con alte probabilità di successo.
Di base vanno effettuati due trattamenti ravvicinati per eliminare il problema del dolore dopo chiusura provvisoria ed eseguire poi l'ultimo trattamento con la chiusura definitiva dei canali.
Ovviamente il trattamento va fatto con diga, in mancanza della quale vi sono molto dolore,perdita di tempo e mancata guarigione.
Cordiali saluti

Dr. Armando Ponzi
www.sgfmedical.it

[#4]
Dr. Angelo Giuseppe Bondesan Dentista 21
E' sicuramente doveroso un nuovo tentativo di cura canalare (in questo caso di un dente necrotico) fatta da mani esperte magari rivolgendosi ad un reparto universitario, ma sarà sempre un tentativo.
Dopo le vicissitudini subite dal dente in oggetto ho sinceramente qualche dubbio sulla riuscita positiva dell'intervento.
Comunque, nel caso di insuccesso, dovuto al protrarsi delle terapie precedenti che potrebbero aver permesso a batteri particolarmente aggressivi di instaurarsi all interno dei canalicoli radicolari laterali, questo elemento si può sostituire con una protesi fissa su impianto in titanio.
Anche l'accanimento terapeutico ha un limite.
Cordiali saluti
Angelo Bondesan

[#5]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.5k 227 18
Nel caso di un fallimento terapeutico nel tentativo di salvataggio del dente, l'estrazione e il successivo impianto è sicuramente largamente preferibile all'apicectomia.

Se persiste il granuoloma nonostante le cure, significa che sono presenti ancora batteri.
Tagliare per via chirurgica la punta della radice e otturarla sempre per via chirurgica "dal fondo" (in termine tecnico: apicectomia e otturazione retrograda) non potrà mai assicurare di aver eliminato tutti i batteri dove possono annidarsi, ovvero lungo tutta la lunghezza della radice.

E' un pò come chiudere casa con i ladri dentro.

Senza contare che per accedere alla radice per fare l'apicectomia si demolisce una fetta consistente di osso corticale, che può pregiudicare l'effettuazione di un impianto se dovesse fallire anche l'apicectomia.

www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)

[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie infinite per i preziosi consigli.
Cordiali Saluti.
[#7]
dopo
Utente
Utente
Aggiorno la discussione. È stata eseguita una medicazione con idrossido di sodio della metà "aperta" del dente (20gg) dopodiché in due sedute successive sono stati prima sigillati i canali e infine applicata una otturazione definitiva. Nessuna sintomatologia dolorosa per tutta la durata della terapia.

Ad oggi è una settimana che il mio dente è "chiuso" e per fortuna continuo a non avere più alcun fastidio particolare.
È necessario eseguire qualche sorta di follow-up anche in assenza di sintomi, come ad esempio una radiografia tra un anno? Oppure è superfluo?

Grazie per l'attenzione e il tempo concessomi.
Cordiali Saluti.

[#8]
Dr. Alessandro Francini Dentista 532 20
La completa guarigione del dente si avrà solo alla scomparsa totale del (o dei) granuloma. Anche nel caso in cui il dente rimanga asintomatico.

Perciò i controlli radiografici sono necessari per stabilire l'effettivo successo della terapia.

Sulla frequenza di tali controlli decide il curante.

Cordiali saluti
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