Presenza di angioma

gentilissimo dottor Rinaldi ho ricevuto la sua risposta al mio quesito dove sicuramente sono stato poco chiaro nell''esposizione del referto medico che mi è stato rilasciato ed è per questo che le invio copia dello stesso in modo da non esserci dubbi:
RM Cervicale del 16.10.2012: Nelle scansioni più craniali dello studio si segnala la presenza di area di alterato segnale nel contesto del bulbo che appare modicamente rigonfio estesa ad interessare il peduncolo cerebellare di sinistra delle dimensioni di circa 18 mm a struttura disomogeneamente iso-iperintensa in T2 e debolmente iperintensa in T1 con alcune aree verosimilmente cistiche nel contesto; il rilievo di non univoca interpretazione diagnostica necessita di integrazione con studio mirato mediante esame RM con MdC. Reperto di spondilosi cervicale caratterizzato da dischi di spessore ridotto e ipointensi in T2 per fenomeni di disidratazione del nucleo polposo e fine produzionbe osteofitosica marginale. A livello di C4-C5 si rileva protrusione mediana del margine posteriore con fissurizzazione dell''anello fibroso e lieve impronta sul sacco durale. Protrusione mediana-paramediana sinistra del margine posteriore del disco C5-C6 che determina impronta sul sacco durale e si impegna nel forame di coniugazione omolaterale con evidente conflitto disco-radicolare. Protrusione ad ampio raggio del margine posteriore del disco C6-C7 più evidente in sede postero-laterlae destra ove il disco comprime la tasca radicolare e la corrispondente radice nervosa. Normale ampiezza del canale spinale. Non alterazioni del profilo e del segnale della corda midollare.

A seguito di questo referto ho provveduto il 21 novembre 2012 ad effettuare RM con mdc con la seguente refertazione:

In corrispondenza del bulbo e peduncolo cerebellare inferiore a sinistra è presente una formazione ovalariforme di circa 1,8 cm che rigonfia moderatamente il bulbo e con segnale disomogeneo iper-iso-ipointenso in T2 e modicamente iperintenso in T1 dotata di modesta impregnazione di contrasto dopo mdc paramagnetico ev. compatibile in prima ipotesi con la diagnosi di lesione cavernomatosa. Necessario continuare il follow-up. Areole gliotiche in esiti ipossico-ischemici sottocorticali sopratentoriali. Sistema ventricolare in asse eumorfico, ampilato.

In considerazione che le ho trasmesso l''esito di entrambi i referti, correi sapere se i problemi di vertigini di cui le dicevo possono essere riconducibili alla presenza della lesione suddetta o possono essere altro e cosa ancor più importante posso stare tranquillo così come mi hanno detto dai consulti che ho effettuato a Palermo visto che si tratta sempre di un problema all''interno del cranio che potrebbe causare ulteriori problemi.
Gentilissimo dottore leggere su un proprio referto un''unità di misura di un qualcosa oggi come oggi provoca una certa preoccupazione ed io padre di due figlie ancora nella piena adolescenza lo sono purtroppo forse più del dovuto.
La ringrazio ancora
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Dr. Alessandro Rinaldi Neurochirurgo, Neurologo 379 20 6
Gentile Signore,
aspettavo una sua risposta in coda al precedente consulto, invece ne ha aperto un nuovo, quindi mi scuso nel ritardo nel risponderle.
In effetti dai dati più precisi che ora mi ha inviato si evince la possibilità che si tratti di un cavernoma (o angioma cavernoso). I cavernomi sono malformazioni vascolari caratterizzate da un 'gomitolo' di fini vasi affastellati fra loro senza interposizione di tessuto nervoso. Possono localizzarsi in tutto il sistema nervoso centrale ed incidono per l'8-15% di tutte le malformazioni vascolari cerebrali.
Il rischio di sanguinamento (problema comune a tutte le malformazioni vascolari) è molto basso, tra lo 0.25 e l'1% di probabilità all'anno. Ma lo stravaso di sangue da un cavernoma avviene a 'bassa pressione' quindi di solito è molto limitato.
Ogni decisione sul trattamento è legata all'analisi di alcuni fattori.
Il primo è la presenza o meno di segni di emorragia, recente o pregressa, con depositi di emosiderina nei tessuti circostanti.
Un secondo fattore è l'età di un paziente. Nell'anziano la somma del rischio rispetto all'aspettativa di vita (%annua di rischio x n. di anni prevedibili di sopravvivenza) è bassa quindi si propende ad osservare la lesione, nel giovane avviene il contrario.
Un terzo fattore è la localizzazione del cavernoma. Se è localizzato in aree facilmente raggiungibili con la chirurgia può essere sottoposto ad intervento, altrimenti si opta per una soluzione alternativa.
Un ulteriore fattore è la comparsa di epilessia, e questo è connesso alla sede del cavernoma.
La scelta nel trattamento del cavernoma è tra intervento chirurgico e radiochirurgia.
Nel suo caso, visto che si tratta di un'area estremamente delicata, che certamente spiega il sintomo vertigini, in cui non si apprezzano segni di pregressa emorragia, direi senz'altro che sia più opportuno osservare il comportamento della lesione nel tempo, con esami RM ogni 6-12 mesi.
Non esiti a ricontattarci per qualunque dubbio,
i più cordiali saluti,

Dr. Alessandro  Rinaldi

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dopo
Utente
Utente
nel ringraziarla per la sua gentilezza volevo chiedere un consiglio sulla terapia da adottare in caso di crisi. Al momento mi è stato consigliato di somm 4 fl di Soldesam. Il problema che nonostante questa terapia il malessere continua con ronzio all'orecchio dx e vertigini. Gent. dott. Rinaldi vorrei sapere se c'è la possibilità di poter alleviare questo mio malessere con una cura alternativa?
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Dr. Alessandro Rinaldi Neurochirurgo, Neurologo 379 20 6
Gentile signore
Potrei dirle di provare comunque con un ciclo di farmaci cortisonici ma temo che qualunque effetto possa rivelarsi provvisorio.
Non vedo al momento alcuna probabilità di eventi critici.
Credo che sia consigliabile consultare un radioterapista sulla opportunità del trattamento.
Cordiali saluti,