Con quella frase mia madre mi aveva fatto sentire una stupida

Buongiorno,
vorrei un consulto. Attualmente devo riconoscere di essere depressa, è inutile nasconderlo. A volte nascondo alle persone che mi circondano il mio malessere, perché so che diventerei un peso. Sono delusa e arrabbiata con me stessa perché ho capito di aver sbagliato tutto nella vita, ho commesso un errore che non mi perdonerò mai; ho scelto la laurea sbaliata. Da giovane mi illudevo che la laurea in lettere potesse garantirmi un futuro da supplente e poi insegnane. Tutto era un sogno, io credevo in questo sogno e non vedevo la realtà. I miei genitori fin dalla scelta delle superiori non mi hanno mai indirizzata verso una scuola, mi hanno lasciata sempre libera di scegliere. Eppure mi hanno lasciata allo sbaraglio; in terza media non sapevo cosa fare, ero indecisa e i miei non mi hanno dato alcun consiglio. La colpa è mia ma anche i miei hanno sbagliato. Alla maturità, dato i miei ottimi risultati in scienze e matematica e fisica, ho pensato di volermi iscrivere a biologia, ma quando ho riferito a mia madre la scelta, mia mamma mi ha completamente distrutta, non mi ha sostenuta e mi ha riferito: "Forse è troppo pesante per te, poi tu hai una formazione umanistica, non riusciresti.." Mi sono sentita sminuita. Con quella frase mia madre mi aveva fatto sentire una stupida.

Da ragazza ho dato troppa importanza al parere dei miei, forse perché erano sempre presenti, mi assillavano di domande e io credevo che tutto dipendesse dalla loro approvazione. Sono stata stupida, dovevo credere più in me stessa e non in loro.

Morale della favola; oggi lavoro poco, ho passato due anni a mandare cv e a fare colloqui. Ho lavorato come commessa con contratt.Ho lavorato in ufficio da avvocati e commercialisti e alla fine mi hanno licenziata perché non volevano formarmi, mi volevano già pratica con esperienza.

(Del resto non posso biasimarli è colpa mia se ho scelto una scuola sbagliata e un'università sbagliata. La mia formazione è inutile, non ho competenze e nessun datore ha la pazienza di formare un dipendente senza esperienza)

Per questo motivo ho preso una scelta per la mia vita, ho deciso di fare una seconda laurea in informatica, data la mia passione per il pc. Credo che questa strada sia l'unico modo per riscattarmi dalla mia frustrazione.


Ho un ragazzo con cui convivo e spesso mi apro con lui ma non basta, ho bisogno di sentirmi indipendente . Mi sento frustrata perché non ho competenze, non ho una professione, mi sento nulla. In questi anni dopo l'università ho perso i contatti con le mie amiche di infanzia; le vedo saltuariamente, non avendo la possibilità economica non posso uscire. In questi giorni penso di essere peggiorata. Il mio ragazzo è partito e sono da sola in casa. Eppure mi piace stare sola, sono insofferente verso tutti eccetto il mio ragazzo. Spesso non vorrei sentire i miei al telefono, vorrei che non mi cercassero e vorrei che nessuno mi cercasse. Questa sensazione mi rende inquieta, mi sento un mostro.
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Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

Lei ha già capito che <<dovevo credere più in me stessa e non in loro>> e si sta comportando di conseguenza.

A questo potrebbe aggiungere la possibilità di trovare un lavoro anche non qualificato ma che Le procura delle entrate, seppure limitate.

E' una cosa che aiuta molto a rafforzare l'autostima e il senso di autonomia, e che permettere di prendere le proprie decisioni con maggiore serenità, e senza avere più quella spiacevole sensazione di sentirsi un mostro.

[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Grazie Dr Repici.
Il problema è che ho cercato anche lavori più semplici ma la concorrenza è alta. Ci sono troppi disoccupati. Oltre al lavoro di segretaria ho svolto lavori come cameriera, baby sitter, addetta all'invetario, ma sempre a termine. Pensi che non posso fare nemmeno l'addetta alle pulizie perché ci sono molte donne che richiedono questo lavoro. Da una parte sono tentata ad andare all'estero per lavorare come cameriera o altro, vorrei partire con il mio compagno e rimanere all'estero per sempre. Putroppo lui ha un problema grave in famiglia e finché lavora non riesce ad abbandonare la sua famiglia. Il problema si presenta quando smetterà di lavorare; anche lui, benché qualificato, con esperienza e compenze, vive con contratti a termine e non possiamo costruirci un futuro qui. Vorrei costruire una mia famiglia e per questo motivo ripongo le mie ultime speranze in questa laurea per avere delle competenze. Se il progetto laurea fallisce penso di voler ritentare il progetto estero.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

secondo me potrebbe fare una valutazione psicologica di persona per capire se sia la mancanza di lavoro a determinare uno stato "depressivo", cosa fisiologica quando una persona perde il lavoro, oppure se potrebbe avere radici più antiche.

Prima di prendere una decisione su cosa fare, sarebbe a mio avviso utile far luce su tanti altri aspetti e anche attribuire un significato diverso agli eventi. Mi ha colpito infatti ciò che dice di se stessa e della rabbia che ha direzionato verso se stessa: adesso crede che la Sua laurea sia frutto di un errore di valutazione dei tempi, ma anche il mercato del lavoro oggi è profondamente diverso dal passato e certamente Lei non poteva saperlo.

Eventualmente anche una consulenza (NON clinica) per capire come orientarsi nel mondo del lavoro non guasterebbe.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Ringrazio tutti e due i dottori e credo che i vostri consigli siano stati utili. Mi sento più leggera.

Saluti.

P.S. :Ottimo staff