Amore o compassione?

Salve,
ho 34 anni, un’inutile laurea in tasca, non riesco a trovare un lavoro e vivo in casa con mia madre di 70 anni. Il nostro è sempre stato un rapporto “difficile”, di pesante violenza psicologica: mia madre non mi ha mai fatto conoscere mia nonna né i miei 4 zii perché prima che io nascessi ha litigato con tutta la famiglia paterna..Quando avevo 19 anni, con la morte di mio padre, lei si è aggrappata a me come se io dovessi compensare ogni mancanza nella sua vita, lamentandosi ogni momento e rendendomi la vita impossibile. Mi insulta ogni giorno, dalla mattina alla sera, insulta la famiglia di mio padre ed ogni cosa o persona a cui tengo.
Ho avuto diverse relazioni, tutte finite male. Circa un anno fa ho conosciuto un uomo, 43 anni, anche lui con parecchie difficoltà economiche e un vissuto non proprio facile. Anche lui vive in casa con la vecchia madre, ha alle spalle un matrimonio e due figli..diverse storie che per un motivo o per l’altro sono finite.. Mi piacque subito la sua brillante ironia, la sua intelligenza, il suo comportamento disinvolto e allegro, il suo sguardo un po’ triste..lui mi disse subito che tra noi non ci sarebbe potuto essere niente, non poteva offrirmi niente..io però non ho voluto ascoltare e ho voluto per forza una relazione con lui.
Ora, dopo un anno, sto andando a fondo. Un tempo non ci avrei mai pensato, ma non è vero che “l’amore è tutto”, perché due persone per frequentarsi hanno bisogno di benzina per il motorino, o al limite di un biglietto dell’autobus..per stare insieme bisogna pagare un cinema o una pizza..lui non può entrare in casa mia, è proibito, e neanche io posso andare a casa sua perché neanche io sono gradita da sua madre. Ci ritroviamo in una relazione clandestina da fidanzatini quindicenni e tutto questo è molto pesante, usurante direi. Quando sono a casa devo subire continue scenate da parte di mia madre, quando esco devo subire la tristezza e la depressione del mio compagno che va ad aggiungersi alla mia..non ce la faccio più né economicamente (ogni volta che ritiro 20 euro con il bancomat mi sento male) né psicologicamente.. Ultimamente la nostra relazione ha un po’ vacillato. Io spesso mi arrabbio, sono irritabile, gli rinfaccio il fatto che, mentre lui ha vissuto una vita piena che poi lo ha portato fino a questo punto di stallo, io invece non ho affatto vissuto, ho passato la prima parte della mia vita a cercare di fuggire da mia madre senza riuscirci, non ho mai avuto figli, mai una famiglia.. Lui mi dice di andarmene, dice che sarebbe la cosa migliore per me ma non ha il coraggio di lasciarmi.
Un paio di volte mi sono allontanata, ma sono riuscita a stare lontana pochissimo..non so se è abitudine, affetto, compassione, amore, tenerezza, solitudine..so solo che non riuscirei a dirgli “basta”..eppure non so cosa fare, dopo tutta una vita che combatto, ora mi sento veramente stanca ed in bilico.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

da qui non è possibile conoscere la situazione e quindi sapere cosa la spinge a rimanere in relazione con quest'uomo, ma immagino che il rapporto con lui le dia anche qualcosa di positivo, se non sente la necessità di troncarlo.

La sua situazione è pesante e difficile e lui diventa il bersaglio della sua frustrazione, che glielo fa vedere come se fosse più fortunato di lei perché ha avuto delle opportunità che lei non ha e ha potuto crearsi una famiglia, per quanto poi tutto sia finito.
Penso che un'eventuale decisione sul futuro della vostra coppia sia secondaria ad altre questioni più importanti da affrontare per recuperare quella serenità che le permetterebbe di decidere in libertà anche sul rapporto con lui.

Prima di tutto è importante che lei riesca a prendere le distanze (almeno psicologicamente) da sua madre e dalle sue pretese, perché in caso contrario non potrà investire le sue energie nella costruzione di un futuro autonomo.
Perché non si rivolge al consultorio familiare per richiedere una consulenza psicologica?

Per quanto riguarda il lavoro, ha cercato in tutti gli ambiti e non trova nulla?
Ha valutato la possibilità di "riconvertirsi" frequentando ad es. un corso finanziato dal FSE?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Sì, questo è vero, spesso il mio compagno diventa un bersaglio per la mia frustrazione..in alcuni momenti devo essere intrattabile..ogni volta in cui ho cercato di allontanarmi da lui, ho poi pensato che non avrei più trovato una persona con cui poter parlare di ogni argomento, una persona intelligente, critica e per niente banale..ho pensato che mi sarei ritrovata in mezzo a uomini che si sarebbero limitati ad apprezzare il mio vestitino nuovo e la cosa mi ha depressa ancora di più..
Credo che Lei abbia ragione..il problema principale ora è la mia mancanza di autonomia..
Dipendendo economicamente da una persona diventa molto difficile prendere le distanze, ogni pretesto è buono per sentirsi dire: “esci da casa mia, qui è tutto mio, tu non hai niente”. Non trovando un lavoro mi sento del tutto imprigionata..
In ogni caso, cercherò di rivolgermi ad un consultorio familiare come Lei mi consiglia; in effetti no, non ci avevo pensato. Devo essere sincera, non so quanto possa essere utile, sono abituata ad essere sfiduciata, ma tenterò come ho sempre tentato ogni strada per cercare di liberarmi da questa situazione frustrante e umiliante.
Per quanto riguarda il lavoro, sì certo, prima di dire che non riesco a trovare niente ho cercato in diversi ambiti.. qualunque tipo di lavoro.. hostess, promoter, ho perfino fatto un corso di grafica pubblicitaria, ho preso l’attestato HACCP e per un anno ho fatto la cameriera in un ristorante..ma ci sono poche agevolazione per chi ha superato i 29 anni..è molto difficile..è difficile anche trovare corsi gratuiti da frequentare..
La ringrazio molto per la risposta..mi è stata utile, rifletterò a quanto mi ha consigliato.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Controlli l'elenco dei corsi FSE, sono gratuiti e in genere molto concreti per quanto riguarda i contenuti.
Non escluda nemmeno la possibilità di trasferirsi per un periodo all'estero, quanto meno per staccare per un po' da tutta questa situazione.

Parlare di come si sente ad uno psicologo sarà importante per riflettere ed elaborare le sue emozioni, soprattutto per quanto riguarda il senso di sfiducia nella possibilità che qualcosa cambi.
Le aspettative negative sono la miglior garanzia di fallimento, quindi vanno modificate e rese più realistiche e circoscritte.