Timidezza e bullismo

Salve cari dottori, volevo raccontare la mia esperienza personale in Erasmus.
Premettiamo che ebbi una gran voglia di iniziare l'Erasmus e, la mia visione ottimistica, mi ha portato a prendere questa decisione senza pensarci due volte. Solitamente vedo sempre con positività ciò che riguarda il futuro, però mai avrei pensato di vivere una esperienza così pesante.
Quando sono partito ero fidanzato. Dopo due mesi interrompemmo la relazione per i problemi che ebbi qua. Sin dall'inizio ho avuto problemi con uno dei miei coinquilini il quale invitava dei suoi amici che non mi rivolgevano la parola. Nonostante cercassi di essere cordiale, simpatico e di essere una persona cortese, non mi rivolgevano la parola. Rimanevano a ubriacarsi fino alle due di notte e io non ebbi la forza di dire a loro di smetterla dal momento che io avevo sempre lezioni l'indomani. Sono stato sempre trattato così. Con maleducazione, mancanze di saluti, come se fossi una lastra trasparente di ghiaccio. Lo stesso atteggiamento lo ebbe la mia coinquilina.
Dopo due mesi di complimenti e incessanti pressioni per quel riguarda l'ottenere un rapporto sessuale con me, da un giorno all'altro, dovuto al mio rifiuto, ebbe gli stessi atteggiamenti del mio coinquilino. Niente più saluti, attacchi contro la mia persona. Ho vissuto tutto questo per cinque mesi. Sono stato malissimo, soprattutto nei primi momenti e la cosa che mi da più fastidio è stato quello di non aver reagito. Ancora oggi mi sento male, perché nonostante la loro arroganza, non riesco a reagire e a rispondere con le giuste misure. Mi considera una persona abbastanza educata, però nello stesso tempo ho paura di reagire, di rispondere e molto spesso non trovo le parole per poter dire quello che penso. Tutte queste situazioni mi hanno indebolito e non mi hanno permesso di passare un bel Erasmus. Ho cercato di reagire creandomi un gruppo di amicizie, però sento che non è stato in grado di equilibrare tutto questo malessere. Le mie vere amicizie sono nel paese in cui sono nato. Qua invece mi sono sentito solo e incapace di reagire e mi ha frustato. Volevo capire se io debba portarmi con me questa esperienza e se abbia fatto bene a rimanere succube in un certo senso anche di mille atteggiamenti maleducati. Grazie
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Dr.ssa Veronica Di Biagio Psicologo 21 1
Gentilissimo, l'esperienza che riporta, purtroppo, è una delle possibili varianti del comportamento che le persone possono avere, a prescindere dalla gentilezza che si può usare loro.
Chiede se lei "debba portarsi con se questa esperienza". Che cosa intende per portarsi dietro?
Da quel che leggo mi sembra di capire che l'episodio l'ha molto turbata. E' la prima volta che le capita di vivere una situazione simile?
Rispetto alla seconda domanda forse sarebbe il caso di rivolgerla a se stesso: ha fatto bene rimane a succube, come dice? Mi viene da aggiungere che il punto non è tanto se ha fatto bene o meno, ma perchè. Cosa le ha impedito di preciso di reagire? Cosa pensava in quel momento? Ripensandoci ora cosa avrebbe potuto fare di diverso?
Lei sembra una persona attenta al comportamento da tenere con gli altri, educata, gentile, positiva. Queste sono tutte ottime qualità che certamente la aiuteranno in ogni campo della vita. Faccia attenzione però a non essere sbilanciato troppo sugli altri, e troppo poco su di se e sulle proprie esigenze. Dire di no è un diritto. La nostra responsabilità semmai sta nel farlo nel modo più chiaro o onesto possibile, rispettando l'altro come persona, ed accettando anche che la cosa possa non fargli piacere.

Spero che queste poche riflessioni la aiutino a "metabolizzare" quel che le è accaduto, e a superare la sofferenza che le ha provocato.
Le auguro in ogni caso di risolvere la situazione presto e bene.
Un caro saluto

Dr.ssa Veronica Di Biagio Psicologa
www.veronicadibiagio.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Personalmente credo che le esperienze debbano davvero portare qualcosa di diverso dal conosciuto. Altrimenti non sarebbero tali.
La seconda cosa di cui sono persuasa e' che le sole esperienze che non si dimenticano sono quelle che "segnano".
Per un ragazzo attento agli altri, educato, una esperienza capace di "segnarla" e' quella che scardina le sicurezze che il solo mondo esistente sia il Suo.
Purtroppo la maggior parte del mondo, e' molto diversa da noi. Come struttura, cultura, abitudini, finalita', credenze.
Penso che l'Erasmus come struttura formativa serva a questo. Non per niente si svolge al termine del percorso degli studi, quando lo studente dovrebbe avere acquisito gia' le strutture sociali del proprio Paese e sia in grado di "reggere" e "metabolizzare" il confronto con il diverso, senza uscirne danneggiato ma arricchito.
I miei auguri! E complimenti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta.
Innanzittutto non sono riuscito a reagire per paura delle ripercussioni che potessi avere in casa. Essendo impegnato con lo studio, non volevo creare uno stato ancora di più tensione, per cui, ho dovuto "subire" in qualche modo certi atteggiamenti.
Con "portarmi questa esperienza" parlo del fatto che con certe persone, sicuramente, sarebbe meglio abbassare il livello di confidenza.
Per quanto riguarda se mi sia capitato altre volte un evento simile, potrei dire di sì, ma solo all'età di quindici anni. Solitamente uscivo con un gruppo di ragazzi del mio paese, abbastanza bulletti e loro ci andavano pesante con battute e scherzi.
Senza avere un briciolo di sensibilità. Ebbi la forza di lasciarli perdere e di non uscire più con loro. Devo dire però che quella esperienza comunque mi ha provato e mi ha dato anche l'insegnamento, che, di fronte a certe situazioni, sarebbe meglio allontanarsi da certe situazioni e crearsi delle alternative più piacevoli.
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dopo
Utente
Utente
Purtroppo il coinquilino è italiano, quindi non c'è neanche uno scontro culturale. Anzi, devo dire che le migliori persone che ho conosciuto sono state straniere. L'ambiente poi non è stato uno dei favorevoli, dal momento che molte persone, basavano e basano la loro vita, soprattutto durante la mia permanenza in Erasmus, sul drogarsi e sballarsi tutti i giorni.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Spero che avere acquisito questa esperienza l'abbia portata a capire il danno esistenziale, fisico, emozionale, relazionale che l'uso delle droghe produce.
Ecco questa esperienza proprio perche' forse nauseante le abbia dato una invulnerabilita' assoluta verso certe false fascinazioni!
Che ne dice?
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dopo
Utente
Utente
Sì, mi ha dato sicuramente di più un valido motivo e mi ha fatto intendere maggiormente, quanto sia illusorio e negativo il mondo delle droghe.
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dopo
Utente
Utente
Sì condivido in pieno :)
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Mi fa piacere che questa esperienza l'abbia portata a elaborare un significato che in Italia sarebbe passato piu' inosservato.
Chissa' quanti altri significati con il tempo potra' elaborare circa le attitudini, la cultura o i costumi locali.
Se si soffermera' su tali aspetti in modo sistematico si rendera' conto quale capacita' di lettura del contesto ne ricavera'!
Ne sono persuasa!
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Dr.ssa Veronica Di Biagio Psicologo 21 1
Carissimo, quel che dice è vero. Allontanarsi dalle situazioni che non condividiamo verso altre più positive è una strategia utile, anche se non sempre praticabile, come ha potuto constatare lei stesso.
L'impatto che gli eventi hanno su di noi dipende molto dal significato che diamo loro. Nel caso specifico io posso sentirmi impotente, perchè avrei voluto reagire in un certo modo e non l'ho fatto, oppure considerare che la mia strategia ha limitato i danni e mi ha permesso di abbassare il livello di tensione. Non esiste una soluzione unica e giusta in ogni circostanza, ma rispetto all'obiettivo che mi sono prefissato. Quel che ho fatto è stato utile allo scopo almeno in parte?
Come dice bene, ogni esperienza può insegnarci qualcosa, ed è un bene che riesca a cogliere degli insegnamenti anche da quelle negative. Può riflettere ad esempio su quanto sia opportuno dare "confidenza" e disponibilità alle persone a prescindere, o quanto questi atteggiamenti vadano dosati in base al comportamento dell'altro. o ancora come l'altro possa scambiare il mio atteggiamento disponibile per passività e pensare di poterne approfittare. Stabilire dei limiti oltre i quali gli altri non possono andare e mantenerli aiuta senz'altro a difendersi psicologicamente e a sentirsi meno passivi.
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