Necessità o meno di utilizzo psicofarmaci

Salve,
ho da sempre (20 anni circa) avuto problemi di ansia e in talune occasioni (circa 3-4) ho dovuto per brevi periodi (2-3 mesi, sotto controllo di uno psichiatra) assumere sostanze psicotrope (l'ultima occasione è stato nel 2012, per cercare di dormire). Da allora attraverso un periodo di "quiete" anche se mi sembra di sperimentare quella che si potrebbe definire un'ansia generalizzata: mai avuto attacchi di panico, ma presenza di pensieri intrusivi (anche abbastanza assurdi), focalizzazione su problemi esistenziali irrisolti come la mancanza di una ragazza (ho avuto un anno fa e nel 2012 due notevoli delusioni d'amore), pessimismo sul futuro, un senso di diminuzione delle energie psico-fisiche, mancanza di coraggio ad affrontare la vita per quello che è. Ho fatto addirittura delle analisi sui valori ormonali che risultano del tutto ok (per esempio i livelli di testosterone libero). Ho recentemente consultato uno psichiatra al quale ho raccontato la mia storia recente e le mie problematiche. Questo medico mi ha suggerito con grande sicurezza una cura di Zoloft. Negli Anni 2011/12 avevo fatto riferimento ad un altro psichiatra, con il quale avevo avuto una serie di incontri in situazione non sospette e pure nell'ultimo momento di crisi: il medico , anche nella fase più acuta, non ha mai ritenuto opportuno curare il mio stato d'ansia con ansiolitici del tipo citato, ritenendoli non necessari per il mio caso (mi prescrisse una cosa più blanda, giusto per aiutarmi a dormire).
Prendo sonno abbastanza bene e non ho risvegli anticipati o improvvisi , riesco ad organizzare la mia giornata, ho hobbies vari, non ho crisi di panico.
Vengo alla domanda: non intendo in questa sede chiedervi un parere su chi dei due medici possa aver ragione, dato che non mi avete mai potuto visitare; esiste tuttavia un modo di valutare, in generale, l'opportunità di utilizzo di psicofarmaci , sulla base di alcuni punti fondamentali?
Una sorta di check list che indichi abbastanza chiaramente se un soggetto debba fare una cura farmacologica ed eventualmente associare anche una terapia psicologica ?
Ho questo profondo dubbio, in quanto so che l'utilizzo di psicofarmaci senza dubbio mette il "turbo" alla mia mente in termini di disponibilità mentale, soglia di stress, positività etc. ma a quale prezzo? Vero è che mi rendo conto, come da esperienza recente, che faccio fatica a contenere certi momenti di , passatemi il termine improprio in questo caso, ansiosa, quando mi espongo a certi tipi di situazioni(es. timori vari nel sesso per paura di gravidanze indesiderate o malattie).
Vi ringrazio anticipatamente per il Vostro prezioso supporto.
saluti
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
La visita diretta è ciò che consente di stabilire quale sia il trattamento più adatto.

Dr. F. S. Ruggiero

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dopo
Attivo dal 2013 al 2022
Ex utente
La ringrazio Dottore . Speravo che esistessero linee guida generali, che potessero già indirizzare , fermo restando la necessità di una visita specialistica . Prendo atto di quanto mi dice , e mi orienterò verso una terza persona per avere una visita , oltre alle due già consultate
La ringrazio
Saluti