Infortunio sul lavoro

Egregi Dottori,
scrivo per chiedere un consulto a nome di mia mamma, la quale lavora come infermiera all'interno di una struttura sanitaria. Circa un anno e mezzo fa nel prestare soccorso ai pazienti, in seguito ad un black out elettrico (verificatosi a casa di un impianto non completamente a norma, nonché sistemato soltanto di recente) ha accidentalmente urtato il ginocchio contro la scrivania di una stanza, all'interno della quale i degenti succitati effettuavano le dovute terapie.
In serata, a causa del dolore incessante l'ho accompagnata al P.S. dove le è stata prescritta una visita ortopedica urgente differita, la cui diagnosi è stata la seguente: "trauma distorsivo del ginocchio sx con lesione parziale del L.C.L. e sospetta rottura del menisco mediale. Modesto dolore al comparto mediale, con intenso dolore lungo il decorso del L.C.M., ed a livello dei tendini della zampa d'oca. Positivi i test meniscali mediali. Minima lassità del L.C.M."
Poiché la struttura sanitaria per la quale lavora ha stipulato una polizza RCO, per tutelarsi da eventuali infortuni occorsi sul posto di lavoro, mia mamma, come da richiesta dell'assicurazione, successivamente ha effettuato una visita medico legale privata al fine di accelerare i tempi e inviare l'intera documentazione al broker assicurativo. La relazione è stata la seguente: "Il nesso causale appare verificato. L'invalidità temporanea totale è stata di 45 giorni e quella parziale di 60 giorni. Residuano postumi permanenti descritti nei loro confini in sede di esame obiettivo, i quali determinano un'invalidità del 3% secondo tabella ANIA e del 5% secondo tabella INAIL.
Dall'istituto previdenziale ha ricevuto soltanto il pagamento dello stipendio corrispettivo al periodo in cui non si è potuta recare a lavorare.
La pratica assicurativa è stata gestita da tre liquidatori. Il primo ha stimato un danno (presumo si faccia riferimento al cosiddetto danno differenziale) di circa 5 mila euro; il secondo ha affermato che non sussiste la responsabilità civile e pertanto che non ha diritto a nessun risarcimento; il terzo e ultimo liquidatore ha affermato che l'assicurazione non è disposta a pagare il risarcimento,ma che in via "straordinaria" sarebbero disposti ad offrire una cifra simbolica pari a euro 1000.
L'intera pratica è gestita da un avvocato.
Tutto ciò premesso sono a chiedere, in base ai dati riportati, quale potrebbe essere la stima del danno differenziale e come comportarsi qualora l'assicurazione decida di non risarcire.
Inoltre, il datore di lavoro è obbligato a rispondere civilmente e penalmente se la persona infortunata dimostra il nesso causale tra l'infortunio occorso e il black out elettrico verificatosi a causa di un impianto non del tutto a norma?
L'Avvocato suggeritole dai sindacati sembrerebbe che stia prendendo la situazione piuttosto alla leggera, chiedendole di pazientare e eventualmente accontentarsi dei 1000 euro.
In attesa di riscontro porgo cordiali saluti.
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Dr. Maurizio Golia Medico legale, Medico del lavoro 1.9k 95
Buongiorno,

non è possibile esprimere un parere specifico, a mio parere dovrebbe rivolgersi ad un avvocato competente e ad un medico-legale per una valutazione del danno sia in sede INAIL (il 6% rappresenta il minimo indennizzabile) e sia in sede R.C. (assicurazione del datore di lavoro).

Cordiali saluti

Dr. Maurizio Golia Specialista Medicina Legale e Medicina Preventiva Lavoratori tel. 339/7303091
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