Paura, depressione

Buongiorno, non so da dove iniziare.
Ho 33 anni, e la notte di natale stavo giocando a carte con mio fratello e i cognati , eravamo 5, poi c'era mia madre che non giocava perchè badava a mia nipote.
Mentre giocavamo ognuno parlava e diceva la sua , a un certo punto mentre si rivolgevano a me tutti nel gioco, ho avuto paura che mi volessero dire qualcosa dietro le righe, sul mio carattere, su qualcosa che avrei fatto, e preso da ansia e timore mi batteva il cuore e non riuscivo a seguire il gioco, non capivo più niente, ogni parola la interpretavo come se mi volesse colpire, anche da parte di mio fratello. Loro dopo un pò si sono accorti che ero sbadato e ci stavo ancora più male. Non ne potevo più.
Non vedevo l'ora di andarmene. Quando sono arrivato a casa ero distrutto e ho preso molte gocce di un farmaco che prende mia madre e mi volevo intossicare collegando un tubo alla marmitta della macchina. questo stratagemma non è riuscito e avevo scritto anche un foglio di perdono per il mio gesto. Poi mi sono calmato e ho passato la notte a pensare se l'indomani andare al lavoro e cosa fare.
Oggi non sono andato al lavoro perchè mi veniva da piangere durante la notte e non ho voglia di affrontare la vita. Premetto a tutto questo che quando avevo 17 anni ho commesso degli errori giudiziari con compagni di classe e poi da lì è partito tutto.
Mi sono isolato dagli amici, pian piano e una sera mi sono trovato con una comitiva a fumare mariuana e mi sfottevano . Dopo un po ho tentato il suicidio con molte gocce di lexotan perchè avevo paura del giudizio di tutti , e quella mattina ero in classe. In quel periodo ero seguito da una psicologa del consultorio e mi sono recato da lei dopo che avevo assunto le gocce e mi hanno portato all'ospedale.
Sono riuscito a diplomarmi , ho portato a termine il percorso con la psicologa e ho continuato la mia vita tra alti e bassi fino ad ora. Però ho avuto sempre paura di stare con gli altri in comitiva, e quando mi invitato a un compleanno o a festa ho paura di rovinarla e non mi diverto, anzi sembra che parto per la guerra.
Purtroppo questo problema mi inibisce anche per portare avanti una storia con una ragazza, e questo problema lo dscutevamo sempre con la psicologa. Ho avuto qualche amico in questi anni , ma la paura e il mio non attaccarmi troppo a loro e forte, non riesco a costruire perche non sono sicuro di me e in altre occasioni ho avuto sempre il pensiero che sono sbagliato o che parlano tra le righe di me. Prima di fare l'errore giudiziario avevo più voglia di vivere, camminavo con un mio amico e non volevo altro che fidanzarmi. Anche se non ci riuscivo mai. Sono sempre stato un pò timido , a scuola, e quando facevo lavori piccoli a 14 o 15 anni e avevo insicurezze, ma riuscivo facilmente dopo a superare. Ora è più difficile.
Soprattutto la molla che ha fatto scattare la paura in me in questi mesi , e che un ragazzo a scherzo mi diceva battute sul lavoro (lavoro in un market) che ero pazzo .e ci ho sofferto.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, forse questo episodio legato al natale ha un senso, a natale vedo tante persone che stanno male, perchè ciascuno pensa che tutti gli altri sono felici, amati , più ricchi, e non è vero.. Allora tutti i vissuti negativi vengono a galla, penso che lei dovrebbe andare dal medico di base e poi anche al Consultorio per avere un punto di riferimento che l'aiuti a ridimensionare tante cose , la poca autostima, le sciocchezze degli altri colleghi, non gocce prese a cso, ma una piccola cura giusta per guardare meno drammaticamente alla sua vita che non è poi così diversa dalla vita di tutti.
Cerchi, con la sua sensibilità di darsi aiuto.. problemi, malumori, anche paure capitano a tutti..
Cominci lei a darsi aiuto e non dia così importanza a cosa dicono, fanno gli altri..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio, molto dottoressa,
Purtroppo il mio lavoro mi impegna sia la mattina che il pomeriggio, e devo trovare uno spazio per andare al consultorio. Le confesso che ho un pò ho timore di intraprendere un nuovo percorso con lo psicologo, ma come le ho esposto il mio stato d'animo attuale stò avendo difficoltà in questo periodo. Mia madre non sa che volevo fare quel brutto gesto delle gocce e neanche mio fratello. Le ho solo detto che ultimamente ho ansia.
Sto prendendo delle pillole a base di valeriana e griffonia da un mese per cercare di calmarmi.
Comunque , il suo consulto in qualche modo mi ha fatto piacere, avevo bisogno di sfogarmi con un dottore professionista. L'ultima volta è stato quando avevo 19 anni.
Cercherò di trovare il coraggio per parlare con il medico e poi andare al consultorio.
Purtroppo quando mi sento così e come se non riesco a uscirne , qualsiasi tentativo faccio.
Grazie dottoressa, spero di riscriverle dopo avere seguito il suoi consigli.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Ragazza,
la farmacoterapia, anche se blanda, andrebbe sempre affiancata ad un lavoro di tipo psicologico, che spess parte da lontano
Dal suo consulto emerge subito la necessità di raccontarsi, di essere ascoltata, di legegrsi dentro, che online può essere fatta solo fino ad un certo punto, anche perchè toglierebbe valore all'unicità dell'incontro.
Trovi il coraggio ed il tempo di rivolgersi ad un consultorio, anche in una struttura pubblica troverà validi supporti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Grazie molto dottoressa.
Mi scusi sono un ragazzo . Purtroppo in questi anni ho cercato di superare e non affrontare questi problemi. Ma ora non riesco più a sopportare. Sono sempre dubbioso e poco deciso, ho sempre pensieri su quello che devo o non devo fare.
Cercherò di iniziare un percorso al consultorio.
Grazie mille.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Bravo, vedrà che troverà anche al Consultorio un punto di riferimento per chiarire tante cose e anche per sentirsi meno solo..
Noi siamo qui, ad ogni modo.. buona vita..!
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Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 626 6 1
Caro ragazzo,

sicuramente condividere la sua storia con una psicologa di presenza potrà certamente avere una validità migliore.

Ha pensato di tornare dalla psicologa da cui andava anni fa?
Dopo quanto avete concluso la terapia?

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

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dopo
Utente
Utente
Si, ho pensato di tornare dalla psicologa di quel tempo, ma ora opera al sert di giarre e mi viene difficile , anche per il mio lavoro.
Purtroppo sono passati più di quindici anni, e ho continuato a farmi sempre le stesse paranoie , la paura di stare in comitiva, ecc.
Adesso ho sempre la stessa paura e una specie di rassegnazione al mio carattere , solo che ora ci sto più male , vorrei essere più contento e voglioso, ma se da un lato voglio uscire da questa condizione dall'altro ho paura di lasciarmi andare e stare bene.
Ecco , se prima speravo di "guarire" , ora non ci spero più, o addirittura ho pensato che nemmeno lo voglio. siccome ho sofferto questa cosa tutti questi anni , ora sono più maturo e mi vedo in un vicolo cieco, impotente e senza coscienza .
Ho pensato anche che se vado dallo psicologo per intraprendere un percorso forse mi mette paura perchè incomincio a pensare che devo guarire, che forse questo mio problema me lo creo io e faccio più male a psicanalizzarmi, che la ricerca di stare bene e dovuta alla ricerca di una vita senza problemi, senza affrontare difficoltà e tutti questi pensieri mi bloccano. E come se dopo tutti questi pensieri e questo stato di questi anni siano entrati a far parte di me costanti e duraturi , e non posso cambiare rotta perchè se li elimino poi penso che devo stare bene sempre e non può succedere.Mi susi se non sono molto chiaro. Anche tutte le notizie negative che si sentono in giro mi influenzano e ho paura che tutto va a rotoli. Mi scusi ma purtroppo è vero che un consulto faccia a faccia e più pratico perchè a scriverlo ci si dilunga.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Ogni cambiamento , anche se in positovo spaventa.
Nessuno psicologo la obblighera' a guarire, ma con garbo, capacita' d' ascolto, empatia e dolcezza, l' aiuta' a leggersi dentro ed a trovare le risorse giuste per riprendersi la sua vita in mano
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dopo
Utente
Utente
Grazie, dottoressa,
avevo bisogno di parlare come dice lei, e gli altri psicologi, che mi hanno risposto,
purtroppo la paura di stare con più persone non se ne va. Mi agito, e mi aumentano i battiti, ma lo stesso vado al lavoro e affronto le giornate . Forse è una cosa caratteriale, ma come ho scritto nei testi precedenti prima riuscivo meglio a superare di ora.
L'altro giorno ho parlato con mio fratello e gli ho brevemente accennato che sto un po giù, che mi sento un po depresso ecc, lui che conosce il mio vissuto mi ha detto che probabilmente il fatto che non mi lancio con qualche ragazza mi inibisce i rapporti interpersonali sia nel frequentare amici che in qualsiasi altra relazione.
Vorrei tanto non essermi addentrato in simili problematiche, ma purtroppo le vivo e me ne devo fare una ragione. Prima quando il giorno di natale ho tentato quel brutto gesto sentivo forte il bisogno di farmi aiutare dallo psicologo al consultorio , ora a distanza di due mesi , sono più titubante anche perche dalle risposte dei consulti che ho ricevuto da voi mi sono un po rassicurato su certe cose, ma ripeto che però se devo andare a una festa con più persone o mi invitano a mangiare fuori o altro , mi faccio mille pensieri , ho paura , mi fa male anche il fianco e non capisco se è perchè non mi trovo con quelle persone o se sono io, o se è questa dannata depressione.
Grazie di nuovo.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Ecco , se prima speravo di "guarire" , ora non ci spero più, o addirittura ho pensato che nemmeno lo voglio. siccome ho sofferto questa cosa tutti questi anni , ora sono più maturo e mi vedo in un vicolo cieco, impotente e senza coscienza ."

Gentile Utente,

compito dello psicoterapeuta è anche quello di aiutare il pz a creare e/o rafforzare la motivazione e a mostrare altre soluzioni, accanto a quella (disfunzionale) che in genere porta il pz. E' chiaro che se Lei avesse in mente soluzioni diverse, magari più funzionali, potrebbe provare ad attuarle. Ma è anche possibile che, pur vedendo strade più percorribili, talvolta ci siano ostacoli ad impedirci di percorrerle.
Questi ostacoli a volte possono essere le nostre paure (es. del giudizio degli altri) oppure la bassa stima che abbiamo di noi stessi e il poco valore che tendiamo ad attribuirci.
Allora è imprescindibile un aiuto concreto che riesca a farci sperimentare quelle condizioni che possono generare un cambiamento.

Ad esempio Lei scrive:

"L'altro giorno ho parlato con mio fratello e gli ho brevemente accennato che sto un po giù, che mi sento un po depresso ecc, lui che conosce il mio vissuto mi ha detto che probabilmente il fatto che non mi lancio con qualche ragazza mi inibisce i rapporti interpersonali sia nel frequentare amici che in qualsiasi altra relazione."

Io credo che Suo fratello abbia ragione. Più Lei si isola ed evita ciò che fa parte della vita e più i Suoi timori aumenteranno.

Legga questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica