Tradimento traumi infantili

Sono una ragazza di 25 anni, fidanzata con una ragazzo che mi adora da ben 8 anni. Comincio con il descrivere la mia attuale situazione sentimentale. Il ragazzo con cui sono impegnata è stato il mio primo ragazzo, la nostra relazione è sempre stata molto soddisfacente, condividendo interessi in comune, ma lasciando degli spazi anche per noi stessi. L'unico grande problema che abbiamo vissuto è stato la continua interferenza dei nostri genitori nella nostra storia.
Per 6 anni, sono rimasta sempre fedele, ma da due anni a questa parte, ho iniziato a tradire, ed ho la sensazione di non riuscire più a smettere. La prima volta è stata con un mio collega, che mi piaceva molto fisicamente da tempo. E' successo una sola volta, ma sono stata malissimo. La seconda volta è successa dopo più di un anno con un ragazzo che ho conosciuto per caso e con cui sono uscita una volta. La nostra storia è nata come una relazione di sesso, anche se poi ci siamo affezionati l'un l'altro. In particolare io, ad un certo punto, non ho saputo distinguere il sesso dall'amore, e mi sono legata più profondamente. Lui non ha mai saputo che per me era soltanto un amante e non ci siamo visti più perché lui si è trasferito in un altro stato. La terza volta è stata con un ragazzo che avevo conosciuto su internet, con cui ho mantenuto un distacco maggiore. Nemmeno lui sa di essere solo un amante. Un altro dettaglio importante è che dai miei amanti mi piace essere schiaffeggiata, fino quasi a provare dolore durante l'atto sessuale.
Non ho mai detto nulla al mio fidanzato. La cosa che più mi far star male non è tanto il senso di colpa, ma il fatto di non essere sincera, di avere questo lato nascosto che lui non conosce. Gli vorrei raccontare tutto, ma, allo stesso tempo, non voglio perderlo.
Perché ho fatto tutto ciò? Perché avevo bisogno di evadere dalla mia vita: dai continui litigi con i miei genitori (vivo ancora con i miei); dalle continue intrusioni di mia suocera, a cui il mio ragazzo, succube, non sa dire di no; dalla malattia di mio suocero, per cui il mio ragazzo ha rinunciato al suo grande sogno; da un lavoro che non mi piace. Praticamente ho distrutto l'unica cosa bella che avevo nella vita.
Traumi infantili: i continui litigi dei miei genitori, mio padre che ha tradito mia madre ed è andato via di casa per un periodo, mio fratello depresso, io che mi chiudevo in camera a piangere. Quando ero bambina/adolescente non ho mai voluto dare problemi ai miei genitori per non aggravare i loro problemi, quindi mi impegnavo molto nella scuola e nello sport. Ero la classica 'brava ragazza'. Adesso quando li sento litigare mi si riaprono tutte le ferite sopite e piango come un bambino. Inoltre durante l'adolescenza e la giovinezza ho avuto parecchi problemi di salute fisica.
Gradirei un vostro parere sulla mia situazione.
Grazie per l'attenzione.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

le ipotesi sulla sua situazione sono a mio parere 2:

- ha iniziato a tradire il suo ragazzo perché in realtà non lo ama più, visto che negli anni è cresciuta e cambiata, e non corrisponde l'"adorazione" che lui le riserva (nel cambiamento di sentimenti possono avere avuto un ruolo anche tutte le situazioni negative che riguardano la famiglia di lui e la sua incapacità di arginare l'invadenza della propria madre);

- si sta auto-sabotando, rovinando quella che descrive come "l'unica cosa bella della sua vita", perché pensa di non meritare di essere felice perché i suoi familiari non lo sono. In molti casi infatti le persone non si sentono autorizzate a essere più felici di genitori e fratelli, ma non se ne rendono conto.

Da qui non ci è possibile stabilire di preciso quale sia la reale causa dei suoi comportamenti, perché non possiamo approfondire a sufficienza la conoscenza della situazione.
Lei può però iniziare a riflettere su queste due ipotesi per cercare di capire se non si sia aggrappata a sentimenti che non ci sono più e/o se effettivamente non senta che la manca il diritto di essere felice se i suoi non lo sono.

Ci rifletta e mi faccia sapere.
Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Massaro,

Grazie per la sua risposta molto chiara ed esauriente. Ci ho riflettuto molto e sono giunta alla conclusione che io amo il mio ragazzo e che non potrei nemmeno immaginare di lasciarlo. Nonostante i problemi con le nostre famiglie, che purtroppo incidono sul nostro rapporto di coppia, io non so immaginarmi un futuro senza di lui. Infatti, ho deciso di smettere di avere rapporti con gli altri.

Ora mi chiedo se è necessario raccontare tutto al mio ragazzo. Da un lato mi toglierei il peso di non essere stata sincera con lui, dall'altro lui non mi perdonerebbe mai e io lo perderei per sempre. Oppure, anche se mi perdonasse, non avrebbe più fiducia in me e non mi guarderebbe più con gli stessi occhi (lui nemmeno immagina quello che ho fatto).
Sento che la cosa giusta è quella di dirgli tutto, farmi lasciare e permettergli di vivere la sua vita, magari con una persona che sia più sincera di me. Tuttavia, quando lo guardo negli occhi, proprio non riesco a lasciarlo andare via.
Ho sbagliato molto, ma poi penso che forse, sotto sotto, pure io merito un po' di felicità con lui.

Grazie in anticipo per la risposta.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Escludendo l'ipotesi che non lo ami più, considera quindi possibile che non si senta in diritto di avere una vita felice quando i suoi genitori non sono felici?

Una terza ipotesi, oltre alle due già formulate, è che lei sia arrabbiata con lui (ad esempio per i problemi che coinvolgono i suoi genitori e per il fatto che non riesce a prendere posizione nei confronti della mamma) e che lo abbia tradito come per una sorta di ripicca.

Cosa pensa di queste possibilità?