"Spermatozoi in vitro, è la prima volta al mondo”

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Dr. Gabriele Antonini Urologo, Andrologo, Chirurgo plastico

Per la prima volta al mondo sarebbero stati ottenuti spermatozoi umani completamente in vitro, a partire dal tessuto di un uomo sterile. Lo ha annunciato la Kallistem, start up del Centro nazionale ricerche francese durante una conferenza stampa.

I ricercatori francesi che hanno condotto lo studio. Da sinistra: Philippe Durand, Marie-Helene Perrard e Lauren.

 

A CHE COSA PUO’ SERVIRE LA NUOVA TECNICA
Gli spermatozoi - spiegano gli esperti della compagnia, nata dalle ricerche dell’Istituto di Genomica Funzionale di Lione - sono stati ottenuti a partire da tessuto prelevato dai testicoli. La tecnica potrebbe servire a preservare la fertilità di bambini che si devono sottoporre a terapie potenzialmente pericolose come la chemio, oltre che a trattare dei casi di infertilità che non si possono risolvere in altro modo.

 

IL PARERE DELL’ANDROLOGO DELL’UMBERTO I DI ROMA
Si può parlare dunque di scoperta rivoluzionaria?

«Assolutamente sì - afferma il dr. Gabriele Antonini - Non c’è dubbio che siamo di fronte a un passo fondamentale per la scienza. La tecnica appena messa a punto permette ai pazienti potenzialmente già sterili o destinati a diventarlo per cause iatrogene di conservare e mantenere nel tempo la propria capacità riproduttiva».

Come mai il metodo è stato trovato soltanto adesso?

«In realtà non è così - precisa Antonini -. Qualcosa è accaduto già in passato. Ci sono molti studi in corso tra cui quello italiano della Professoressa Arianna Pacchiarotti, docente della Sapienza e responsabile del centro Praxis Ds - Provita che prevede lo sviluppo di spermatidi da cellule staminali cordonali. La principale difficoltà sta nell’ottenere una cellula adulta capace di generare un embrione vitale. Nelle sperimentazioni precedenti si era arrivati soltanto fino allo spermatide, step che precede il completo differenziamento dei gameti maschili. Lo spermatozoo - conclude l’esperto - è una cellula apparentemente semplice, in cui è possibile distinguere una testa un collo ed una coda, strutture che rendono questa cellula in grado di muoversi autonomamente».

Possiamo dunque considerare archiviato il problema della sterilità dell’uomo?

«Credo sia prematuro dire questo - spiega il professor Antonini - perché tutti gli studi prevedono diverse fasi sperimentali da superare prima di considerare effettiva la “terapia”».

E come saranno trattati questi spermatozoi artificiali?

«Gli spermatozoi saranno crioconservati in azoto a -196° C, una tecnica conosciuta e consolidata nel tempo. Assicura il ripristino delle funzioni vitali degli spermatozoi fino all’80%».

Trattamenti disponibili in tutto il mondo fin da subito o siamo solo in fase sperimentale professor Antonini?

«Siamo solo alla sperimentazione, anche se le prospettive sono ottime considerando che sono già in corso d’opera in molti paesi del mondo, come vi ho detto anche in Italia».

 

“RISULTATO ECCEZIONALE”: GLI ESPERTI DI PADOVA CONFERMANO
Anche Carlo Foresta, docente di Endocrinologia e Andrologia dell’Università di Padova ha parlato di risultato straordinario.

«È la prima volta che accade - spiega Foresta - nelle sperimentazioni riportate fino ad oggi in vitro per quanto riguarda i gameti si era arrivati soltanto allo spermatide, cioè il passaggio prima che la cellula diventi spermatozoo. Non ho ancora letto il lavoro, ma sarebbe un risultato straordinario».

 

SPERANZA PER 120MILA UOMINI STERILI
Secondo il comunicato stampa della start up Kallistem, la tecnica potrebbe aiutare almeno 120mila uomini in tutto il mondo che soffrono di forme di sterilità che al momento non hanno cura, oltre che decine di migliaia di giovani che devono sottoporsi a terapie pericolose prima della pubertà. «Manca la documentazione di cosa ha significato dal punto di vista genetico questa trasformazione - sottolinea però Foresta.

Lo spermatozoo modifica profondamente il suo dna durante i vari passaggi, i risultati ottenuti vanno quindi analizzati da questo punto di vista. Se confermati però potrebbero servire ad esempio in tutti quei casi in cui a livello del tubulo seminifero nei testicoli si trovano solo poche cellule ancora indifferenziate, che potrebbero essere prelevate e trasformate quindi in spermatozoi».

 

 http://www.lastampa.it/2015/09/17/scienza/benessere/spermatozoi-umani-ottenuti-in-vitro-la-prima-volta-YE0237fbuaQkMpEpAFKy1K/pagina.html 

 

Data pubblicazione: 18 settembre 2015 Ultimo aggiornamento: 23 settembre 2015

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